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Visualizzazione dei post da 2018

Caro Babbo Natale

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Caro Babbo Natale, è moltissimo che non ti scrivo, non ho memoria dell'ultima lettera che ti scrissi, ero certamente una bambina. Chissà cosa ti ho scritto in quella che non sapevo sarebbe stata l'ultima lettera, chissà cosa desiderassi, che faccia avessi mentre ti scrivevo, chissà quanti denti avevo già cambiato, se avessi le maniche sporche di muco perchè me le passavo sempre sul naso quando ero raffreddata. Sono passati molti anni ma non ti ho mai dimenticato, per me è ancora più assurdo pensare che tu non esista piuttosto che credere al fatto che tu sia una bugia degli adulti. Da grande ho insegnato ai miei figli ed ai miei pazientini a scriverti presentandosi, parlando di sè, confidandosi, cercando di impegnarsi per un futuro miglioramento degli aspetti del proprio carattere che giudicavano meno belli, meno edificanti, meno corretti. Non deve essere mai una lista delle richieste,dicevo loro, sarebbe così brutto fare questo con te. Oggi però credo di aver cambiato i

Qualcosa su mia madre

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Cara mamma ho pensato che so' boni tutti a scrivere una lettera strappalacrime dopo la morte di un proprio caro. Che poi quel proprio caro facendo così non la leggerà mai sta lettera strappalacrime, allora mi sono detta, perchè non scriverla adesso questa cosa che voglio dirti madre? Allora ecco la tua lettera mammina bella, è già iniziata due righe fa, continua così: da quando ti conosco mamma, ti vedo correre, sei un caterpillar, una furia umana che si incolla pesi e preoccupazioni, e continui a correre senza pausa. Un mattina all'alba mentre ancora dormivo, mi hanno svegliata i tuoi singhiozzi, era un suono straziante che mi ha strappata al sonno, un suono che non potrò dimenticare, non trovavi le chiavi della macchina, che poi tu non le trovi quasi mai le chiavi della macchina ma neanche quelle di casa, nè quelle del portoncino, manco quelle dalla cassetta della posta trovi mai, ma quella mattina piangevi disperata perchè i bambini dell'asilo ti stavano aspettand

Vecchi punti

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Ho ritrovato una vecchia agenda del 2013, su alcune pagine c'erano dei punti scritti da me con la penna nera, si trattava di alcuni Voglio, erano questi: 1)Stivali neri alti con tacco 2)Frutti di bosco freschi 3)Fare meringhe con i miei bambini 4)Montare della panna fresca 5)Andare ad una mostra 6)Vedere film e film e poi altri film 7)Dimagrire 8)Nuotare, asciugare il grasso, diventare più leggera 9)Fare dei colpi di sole color tabacco o nocciola 10)Manifestare per una cosa importante 11)Comprare una poltrona con una luce a piantana da direzionare sulla poltrona e sul libro che leggerei sulla poltrona 12)Innamorarmi ancora 13)Mandarlo finalmente a fare in culo 14)Viaggiare 15)Vedere Parigi, voglio vedere Parigi, respirarla, scoprire cos'è davvero 16)Comprare un buon paio di occhiali da sole 17)Andare in libreria e prendere tutti i libri che vorrei e sistemarli nella libreria in rovere color miele che ancora non abbiamo costruito 18)Costruire la libreria in

Il prossimo Natale

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Certi giorni è quasi Natale, non te ne eri accorta davvero eri troppo distratta. Ti svegli e ti si cappotta ogni giorno passato, si riscrive da solo ed ha altri colori, altre forme, avevi visto male, eri fuori fuoco completamente. Non avevi saputo vedere sul serio, ti sei semplicemente sbagliata. La casetta rossa fa dei progetti bellissimi, vuoi partecipare, portarci i tuoi figli, accendono il forno in mezzo alla Garbatella e la gente può andare a cuocerci i propri piatti, puoi lasciare un pasto sospeso ed intanto può andarti per traverso il tuo, senza preavviso. Puoi scoprire un dolore che non ti ricordavi, si come un dolore di denti sparso in tutto il corpo, ma forse più come un dolore di calci, di botte, di lividi in faccia e nausea amara. L'incredulità è talmente violenta che ti lascia zitta, curva, giri per casa con un pianto disperato che sale ad onde ed a conati, ma di fondo provi un senso di liberazione, se di questo si trattava, questo dolore non ha dignità, non

Passatutù è partito

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Ciao zio Passatutù. Questa estate, nel giardino della casa dove sei stato accolto con affetto sincero, mi hai chiesto di staccarti una pera dall'albero. Te la sei sbranata con grandi morsi, eri tutto contento. Ci siamo fumati una sigaretta in due anche se lo sai che io non so fumare, ti ho chiesto verso il tramonto infuocato della campagna ingiallita, cosa fosse realmente questa vita secondo te. Hai risposto "la vita è bella" così, semplicemente. Io, conoscendo la tua esistenza, piena di dolori, malattie, soprusi e sofferenze, ho insistito:"ma non ti sembra tutta una grande fregatura zio?" "questo non dirlo mai,vivere è sempre bello, non dirlo neanche per scherzo". Sono dovuta scappare in cucina per piangere in silenzio la sorpresa rinnovata di saperti ancora pieno di gratitudine nonostante tutto. Il giorno della tua morte non c'ero, ma il conforto di saperti fra le braccia di mamma anche in quel momento, è forte, dicono che l'hai vis

Perchè

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Che meraviglia quando fra i muri, i corridoi, le luci, le persone, all'improvviso vedo te. Le linee del tuo corpo, il colore delle tue cose, le forme che ti appartengono ed il passo, il tuo passo, li riconosco fra tutto, ed il cuore salta. Che potenza ha scorgerti in mezzo al mondo, vederti arrivare, attendere qualche istante per guardarti mentre ancora non sai che ci sono, spiarti nell'attesa e nella ricerca delle mie linee. E' lui, penso ogni volta. Eccolo, penso sempre. Che bello quando lo spazio vuoto di te, finalmente si riempie di te, quando l'aria può assomigliare al tuo profumo, quando la tua voce vibra vicino e so che ci sei. Spesso guardo oltre per cercarti anche se so che non ti troverò, magari invece arriva, penso ostinata. Nella calca di questi giorni diversi e delle attese, nella preoccupazione e nell'angoscia di questi ultimi momenti, negli improvvisi balzi dell'umore,nei capovolgimenti delle sensazioni e delle speranze, nel colpo di reni

Se fossi mio.

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L'odore delle tue mani, impresso sul reticolo delle tue vene, posso seguirlo con le mie dita. Ti guardo e mi riconosco. Se fossi mio. Raggiungere la camera e trovarti lì a piedi scalzi, la tua maglietta per dormire, la tua barba così lunga da diventare morbida addosso alla mia pelle. Mangiare con te, camminare, scegliere cosa comprare, una vertigine che colpisce anche il respiro. Se fossi mio. Guardarti guidare e fidarmi sempre. Parlare di noi, di come eravamo. Vederti dormire, sentirti respirare, scorgere le tue braccia spalancate, arrese, disarmate di fronte al piacere. Se fossi mio. Parlare di noi, di come siamo. Sfinirci d'amore e baci. Vedere i tuoi occhi senza difese di fronte all'amore. Cantare e ridere ed essere fuori dal mondo dentro al mondo intero. Se fossi mio. Essere un mondo intero dentro a tutto il mondo. Smarrirci senza spazio e senza tempo e dirci addio ogni volta. Avere una impellente voglia di vivere da respingere ogni dolore, da diment

Il sospiro

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I tuoni rombano nel cielo d'Ottobre dopo che i lampi hanno illuminato a giorno una sera qualunque di grandine e temporale inaspettati. Nel sole di oggi, nessuna traccia di vento ed acqua ed elettricità. Stamane era un sole senza ombre, caldo e pulito, affogato dentro un azzurro lucido, tipico di un autunno dolcissimo, una stagione che ci traghetta dentro l'inverno senza scossoni nè bruschi cambiamenti. Mi alzo per cambiare i calzini ai miei figli, per osservare la nostra cagnolina raggomitolata accanto a loro, è serena nonostante i vetri contengano spinte e spruzzi di acqua imbizzarrita. Li cambio i miei figli, faccio loro indossare una tuta più comoda, pantaloni e maniche lunghe, guardo fuori il temporale, lo guardo dalla loro finestra, è un temporale diverso dal mio, dalla mia finestra ha un altro aspetto, un'altra violenza, un altro colore. Sarebbe così bello poter scrivere guardandoti addormentato, abbandonato dentro ad un sonno morbido, la tua mano rovesciata su

Più bella

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Vorrei essere più bella per te. Vorrei chiamarti e chiederti di cosa hai voglia in quel momento preciso. Vorrei sapere di cosa hai fame, di cosa hai sete, quale tessuto vorresti sentirti sulla pelle. Vorrei poter chiamare il tuo nome per vederti mentre ti volti, guardare la tua espressione quando urlo che sono tornata. Vorrei chiederti quale viaggio ti manca, quale bosco non hai camminato e quale pane non hai ancora assaggiato. Vorrei essere più bella per te. Vorrei sapere da te quale concerto non hai visto, a quale spettacolo teatrale non hai assistito, quali biscotti del forno del ghetto di Roma non hai mangiato, in quale mare non hai ancora nuotato. Vorrei sapere quale sport vorresti fare quest'anno e di quale vitamina specifica ha bisogno il tuo corpo. Vorrei che scegliessi il cuscino che ti accolga perfettamente la testa, la crema che ti idrati la pelle più a fondo, la mostra che non sei riuscito a vedere. Ti chiederei quale quadro ti piace di più, quale dischi vorr

Non preoccuparti amore, nudi e sabato pomeriggio

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Non mi piace andare nei ristoranti, non mi va di spendere soldi per ingurgitare altro cibo superfluo, accumulato già da troppo tempo sui fianchi e sulle cosce ed ora persino sulla pancia, inesorabili tracce di donna in fase pre-menopausa, donna che sta per uscire dal mercato sessuale senza possibilità di appello, chi lo ha chiesto a questa donna in pre-menopausa se vuole uscire dal mercato sessuale? Magari lei ci vorrebbe proprio restare in quel vitale e chiassoso mercato, almeno un altro po', rimandare il momento in cui il suo corpo non sarà più a forma di giovane donna con curve brusche, ma diventerà simile ad un'unica curva, una linea pressochè tonda, con le spalle piene di carne pallida e pesi invincibili. Magari questa donna vorrebbe prolungare la lunghezza dei capelli senza rischiare di diventare patetica, evitare di marcare ed ispessire il trucco, che poi il risultato peggiora, diventa subito una maschera e non un viso truccato. Magari questa donna vorrebbe tratte

Lo zen e l'arte di gestire un figlio adolescente

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Se vi stanno capitando le seguenti cose con vostro figlio o figlia: - Si rifiuta di bacirvi, lasciarsi baciare, stringere la vostra mano camminando paralleli come un tempo - Si infila le cuffie nel bel mezzo di una vostra discussione accalorata e/o lucida analisi - Subito dopo una vostra battuta in pubblico, vi guarda serio e schifato dicendo:"non fai ridere mamma" - Vi saluta bruscamente lontano dal suo gruppo di amici sussurrando "vai vai ora" - Sbatte la porta della propria camera sul vostro naso - Contesta ogni vostra scelta musicale, politica, culinaria, ideologica, senza argomentare ma scalciando casualmente - Si rifiuta di studiare, apparecchiare, riordinare la camera - Risponde sgarbatamente ad ogni vostra frase o proposta, profferendo sempre l'ultima parola anche se gli intimate di non farlo più, mai più - Mangia schifezze e non sembra saziarsi mai - Si annoia sempre ed ovunque, borbotta e si lamenta senza pause - E' sempre settato su

Bambina

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Pioggia e tuoni di un'estate mai arrivata, i vetri tremano, ho freddo, mi piace coprirmi. Mi piacciono i calzini nuovi, l'odore delle mercerie, quando mi passi le mani fra i capelli lasciando tracce e solchi come un aratro nella terra da seminare. Mi piace l'autunno delle estati pazze, un'idea di torta con lo zucchero a velo e le mele affettate sottili, ho preso lo shampoo che usavo quando eravate tanto piccoli, potete usarlo ancora in fondo. Lei piange e trema, vuole starmi sempre addosso, guaisce se mi allontano, dorme accanto a me, viene a svegliarmi di notte per leccarmi un nuovo bisogno sul dorso della mano. Forse vuole dei cuccioli. Forse vuole che quel latte possa nutrire figli. Il fuoco acceso tutte le sere che starò lì con voi, comprare un sacco di legna e delle ciambelline al vino rosso. Respirare quel lago fermo, salire fino in cima alla montagna e guardare, semplicemente guardare. Cadere con una caviglia piegata dentro ad un'orma di fango e zo

D'estate

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Ho tenuto fra i denti un fiore di campo, apparteneva alla montagna, sapeva di terra e forza. Non voleva cedere al mio morso, chissà quanto vento e quanta pioggia lo avevano cresciuto. L'aria fresca era così sfacciata che pareva uno schiaffo in pieno viso, pizzicava sulla pelle e mi respirava sulle guance. Quel freddo mi piaceva, lo lasciavo addosso fino a che non lo sopportavo più ed i capezzoli erano turgidi e la pelle percorsa dai brividi. Solo allora uscivo dall'ombra del bosco per tuffarmi nella vallata piena di sole d'agosto, mi raggomitolavo sull'erba, sfilavo la maglietta,liberavo i seni, aprivo i pantaloni, il sole mi prendeva tutta, si rintanava nell'ombelico, arroventava il collo, scaldava il petto che è più magro e tutte le ossa intorno allo sterno parevano accendersi. Sulla pancia stava il calore dell'estate e lo lasciavo indugiare come fosse un piccolo lago di luce, fermo e stagnante. Il calore diventava un involucro bollente, scottava sull

La corsa ed i suoi capelli

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I suoi capelli raccolgono il sudore, impigliano la bellezza che scivola via spietata,si muovono nei passi del giorno. Lei cammina dietro alla sua vita cercando di riprenderne il passo, ma non la raggiunge, continua a spruzzare stanchezza, puzza di fatica, resta sempre dietro, in affanno. Scuote la testa, non era questo che voleva, si è sbagliata, crede di poter arrivare e fiancheggiare la sua esistenza, di farla virare, si illude di riuscire a compiere quella curva decisiva e procedere verso altre destinazioni. Corre inciampando sui suoi piedi, si prende a calci le caviglie, si morde le labbra, alza la mano per far segno a sè stessa di fermarsi, di aspettare. E' lei stessa a procedere, è un gioco di ombre, un inganno di luci, un'allucinazione sovrapposta. E' lei che avanza, che crede di non potersi fermare, perchè i bambini e la casa ed il lavoro. E' lei che in questa ragnatela melmosa non riesce a muoversi se non così, è lei che non riesce a mangiarsi la ragnat

Dovremmo festeggiare

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Dovremmo festeggiare, oggi, non ieri, non domani. Oggi, proprio oggi,dovremmo vederci per festeggiare. Stasera dovresti venire a prendermi, con quella bella camicia di lino fresco, dovrei scendere giù, raggiungerti, baciarti subito sulle labbra, dovremmo prenderci sotto braccio ed andare a festeggiare. Indosserei un vestito leggero, il vestito che ti piace, ti darei la mano. Dovremmo uscire, camminare per la nostra città e festeggiare fino a tardi, oppure partire, raggiungere quel piccolo borgo, chiedere un bicchiere di vino e portarcelo a bordo piscina, tanto poi non lo berrei, mi bagnerei le labbra ed annuserei le tue. Dovremmo prendere una stanza per noi, solo per noi due, dove sognare insieme senza intrusioni. Dovremmo proprio festeggiare perchè: Sei completamente guarito Papà starà finalmente meglio Ti piace quando apro la bocca, ti piace così tanto da supplicarmi di chiuderla La camicia grigia ti sta così bene sulla pelle abbronzata Non hanno vinto loro Abbiamo una

I fiori e le cicche

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Quando sei arrivato, nel mio giardino c'erano tantissimi fiori colorati, esplosivi, disordinati, di tante forme, di varia origine. Erano fiori appena sbocciati, qualcuno era solo ancora una gemma, una bellissima gemma turgida e fresca, giovane e brillante. Quando sei arrivato, il mio giardino era caotico, abbandonato, non curato, confuso, straripante, esagerato, selvaggio. Il mio giardino non assomigliava ad altri giardini, era più rumoroso, meno geometrico, con radici fragili, esposto al vento, il mio giardino era capace di illuminarsi anche di notte, non c'erano orari perchè brillasse o vibrasse al suono dei grilli d'estate. Quando sei arrivato, nel mio giardino, hai iniziato a gettare cicche in tutti i vasi. Uscivi in giardino e spegnevi le tue sigarette direttamente sulla terra e sulle foglie, schiacciavi il tuo filtro succhiato, fino a seppellirlo in fondo, lanciavi cicche fino a coprire interamente i fiori, la corolla, il pistillo, il vaso, i cespugli tutti. L

Non ti sei stancato amore

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La stanchezza calda e liquida le arrivava direttamente dietro al collo, si allungava sulla sua nuca come fosse una mano aperta e pressante, la spingeva verso il basso e l'annientava nel quotidiano annaspare della sua esistenza. Era stanca sempre, appena sveglia, nel pomeriggio, la sera. Spine negli occhi le annacquavano la vista, il respiro era sempre corto e di nessun conforto, il corpo un nodo di dolori e tensioni. Incontrarlo era un balsamo, un fresco balsamo che la consolava, la scuoteva, la risvegliava, frenava le contrazioni della sua bocca, massaggiava i suoi intrecci induriti. Fra le sue braccia era difesa, desiderata, protetta, ascoltata, scaldata dai brividi della notte che le coprivano la pelle. Fra le sue braccia era un uccellino palpitante, una donna sicura, una madre straripante d'amore, una bambina divertente, una figlia smarrita. Appena lo vedeva riusciva ad abbandonarglisi senza più difese, potevano parlare per ore, raccontarsi ed amarsi, passando da un

Scuola guida

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Pioveva e pioveva di un maggio instabile, caldo e gelido, nuvoloso e pieno di vento, calmo e pieno di incertezze,sano come un pesce e malato moribondo, se l'era ritrovata davanti non appena aveva imboccato la strada principale,era una macchinina bianca lucida nuova.. Pioveva e pioveva, sul retro della macchina che si era trovata davanti c'era scritto "scuola guida" ed allora lei, come sempre, aveva iniziato a scalpitare, per la solita fretta, a testa bassa nella quotidiana corsa, con il piede pesante sull'acceleratore come ogni giorno, poi aveva smesso di scalpitare, aveva interrotto le imprecazioni e l'aveva dolcemente seguita quella macchinina lenta. In silenzio era restata dietro a quella macchina dell'autoscuola, ed aveva iniziato ad osservare ogni singola mossa della ragazza alla guida, era una ragazza, la vedeva impressa nello specchietto retrovisore, giovanissima, capelli lunghi, occhi spalancati, spaventati ed attenti, rapidi movimenti del coll

Ancora

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La musica mi passa attraverso, gettata a fiotti nelle orecchie, raggiunge lo stomaco, il cuore, la pancia. Ho spesso immaginato i miei organi dentro, non assomigliano ai pezzi estratti dai cadaveri, sono una cosa mia, ancora viva, rossa, pugni di cellule e sangue, battiti e spasmi disordinati, pesci palla trasparenti ed irrorati. All'università ci hanno detto di tenere vivi il cervello ed il cuore, di affamarli e poi saziarli, di strapazzarli, sorprenderli e scuoterli, ci hanno insegnato che è bene amarli con passione e strazio, con stupore, strappo e dolore. Ho imparato che la morte mi prenderà quando non avrò più voglia di salire, di vedere cosa c'è più in là, di assaggiare l'acqua fresca, di immergermi in mare, di amarti di nascosto dal mondo ma tanto sinceramente di fronte a me stessa. Ho capito che morirò quando non cercherò un'altra strada, una terza opzione, la fuga dalla fila, il riparo dalla routine, i calci all'obbedienza, morirò quando sarò troppo s

L'acqua calda

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Nell'acqua calda il tuo peso era ancora più leggero, sentivo premere appena la tua nuca sul mio braccio, guardavo i tuoi occhi socchiusi e sentivo il rumore dolce dell'acqua mossa dai nostri corpi. Per un tempo preciso quello è stato il posto giusto, poi non lo è stato più, il desiderio ci ha trascinati fuori, una corsa fino a casa nostra. Non ci serviva il cibo, nè il vino, ma quel fuoco morbido nel camino, la notte che avanzava sulla collina, i gatti addormentati sugli scalini caldi del sole del giorno. Il tuo maglione ad appoggiarci la testa, mi riparavi dal vento, la panchina sull'orizzonte, voltare la mia guancia e sfiorare la tua pancia sotto ai vestiti, raccontavi di voi, di tanti anni fa. Le curve erano molte, i piedi sui sedili della tua auto, la musica che hai scelto in una vita, compreso oggi, compresi noi. Quando ci sono gli altri mi nasconderei addosso a te, appena dietro le tue spalle, "mandali via" mi verrebbe da dirti. I sogni rovesciati su

Primavera un'altra volta

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La confusione mi sospinge, i pensieri si intrecciano, il sonno si addensa negli occhi, dietro il collo, dentro alle giunture. Una spinta indecifrabile verso un obiettivo poco chiaro. Tu, vorrei farti assaggiare la mia pastiera, ma poi ti piace la pastiera?io mica lo so. Giornate di paura e smarrimento, dolore aggrappato alla carne, ai muscoli, ai nervi. Notti agitate, aria che cambia ma non sono serena per farci davvero caso, per aprire la bocca e prendermi boccate di vento tiepido. Il freddo molla la morsa, il tempo scorre via con una velocità bruciante, lascia il segno escoriato sulla pelle. Vorresti portarmi, vorrei portarti. Massaggiami ancora, ti offro la mia schiena, tue sono le mie natiche, su di te cadono i miei desideri, annusa il mio respiro, nei miei sogni cammini sempre, ti muovi, ci sei. Il cane femmina si riprende il mio odore dalle tue mani, la cioccolata mangiata insieme è più morbida, più gustosa ed avvolgente, dormire mi farebbe bene, nuotare mi farebbe bene

La gioia e la pena

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In un abbraccio ti ritrovo, non serve niente altro, non uno spazio, non un tempo da far passare, ti ritrovo subito. Passano settimane, sono passati anni, mesi si sono accumulati nel nostro spazio in mezzo, ma niente cambia, eccoti qui con me, fra le mie braccia. Ed allora riparte quella miscela, mi stordisce come alcol mai bevuto, mi rende lucida come una meditazione profonda, mi rende me stessa come la migliore delle analisi. La miscela ha i nostri odori,la forma delle nostre pance che combaciano,la miscela è fatta di mani strette, di ginocchia piegate, di carezze mai stanche. Cercarti, quando sei con me, è il mio unico scopo, cercarti nella barba, nel collo, nel petto, nella striscia calda della tua pancia, nella tua voce che seguo ad occhi chiusi percorrendo i labirinti delle cose che mi racconti, il tuo tono morbido che mi comunica dove sei, i suoni della tua gola che misurano il battito del tuo desiderio ed io imparo a conoscerlo ogni minuto di più. Cercarti sempre, non app

Le mie scarpe

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Ho un armadio pieno di cose, mi piacciono i vestiti, ho jeans, maglioni sdruciti, tute slabbrate, camicette bon ton, pantaloni a palazzo, gonne a condominio, cappottini presi alle svendite di fine stagione, abitini floreali, outfit total black, camicie stile boscaiolo, detesto qualsiasi cosa sia animalier, i maculati tutti, le esagerazioni nelle varie direzioni, non mi piacciono le borchie, le cose di marca, ho tanti abiti da cocktail e nessun cocktail, tanti vestiti adatti ad una cerimonia ma nessuna cerimonia, qualche minigonna coraggiosa, rari pantaloni larghissimi per i periodi di bassa autostima o di lucidità estrema, la vita è sempre una questione di punti di vista. Nel mio armadio ci sono cassetti che straripano di calze e collant di varie fogge e colori, le amo, amo persino l'odore che hanno appena scartate, ne amo addirittura il profumo che si sente nelle mercerie destinate alla vendita di tali articoli. Ho però un forte debole, ed il mio vero debole sono le scarpe. N

Resterei

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La mattina resterei a casa. Attenderei il sole guardando dalla finestra, osserverei i segni del freddo sugli alberi di fronte, mi siederei sul letto davanti ai vetri leggeri della mia camera. Sorseggerei il mio caffè, che non bevo mai tutto in un sorso, ci impiego un sacco di tempo, ci impiegherei ancora più tempo. Non farei altro che aspettare, aspetterei. Aspetterei che il condominio si svuotasse, si azzittisse, mi sdraierei nel letto, sotto alle coperte che sarebbero ancora tiepide della notte, metterei la mia musica, aprirei il libro nel quale ho lasciato un angolo piegato, ricomincerei a leggere senza fretta, ogni tanto guarderei il cielo alla mia destra, mi stiracchierei. Semplicemente ascolterei i suoni lontani della strada piena di gente che corre e si affanna, per godere solo del fatto che per un giorno non ne farei parte. Resterei nel letto senza vestiti, per sentire la freschezza delle lenzuola sulla pelle nuda ed il peso delle coperte invernali sulle spalle stanche.

A Febbraio

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A Febbraio la morsa dell'inverno si fa a tratti più forte, rabbiosa, più impietosa, sembra non voler mollare. A Febbraio capitano giorni tanto dolci da lasciar filtrare luce e calore di primavera, profumo di fiori, migrazioni nere ed ipnotiche di uccelli piccoli e veloci, cieli azzurri puliti da attraversare slacciando le giacche, scoprendo le gole. A Febbraio sai darmi baci di uomo affamato, di amante arso dal desiderio, di padre protettivo ed attento, di ragazzino innamorato, di compagno di risate e confidenze, a Febbraio sai baciarmi tutta senza lasciare alcuna parte di me, senza farmi dimenticare nulla di ciò che sono. A Febbraio i miei capelli si allungano dal tuo ombelico al tuo collo, l'aria è fredda ma non stando attaccati, stando attaccati non fa più freddo. Uno addosso all'altro come fossimo precipitati dall'alto. Un centimetro di aria calda, ha di te ogni microscopica parte. A Febbraio, respirarla piano quell'aria, mi permette di stare ferma ad as

Un nuovo anno

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Il tuo cuore l'ho sentito più forte del mio, a volte premere sul mio ventre, aveva un ritmo preciso, sano, rassicurante, vivo e guizzante. Il cane femmina cammina con me, il naso schiacciato a terra, annusa ogni minima traccia che io perdo annusando solo l'aria. I bambini sono grandi nei loro pigiami a righe, hanno confuso le righe allungandosi a forma di piccoli uomini. I miei capelli crescono senza seguire una linea precisa, vanno ad espandersi lontani dalla testa, una testa di impulsi e spinte, frenate e slanci. Il mio viso si macchia e si solca, un tempo avevo le guance piene, ora ho questo aspetto triste, lo sguardo mi cade verso il basso. Il corpo è accartocciato in nodi di dolore che vorrei sbrogliare con tutta la tenerezza possibile, ma non ce l'ho, ed i nodi si accendono di fuoco, urlano, mi impediscono il movimento. La rabbia per il mio corpo di dolore, nutre il dolore e succhia il corpo, ed il giro riparte. Un viaggio lento, un viaggio per andare lonta