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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Caffè

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Il caffè incrostava i bordi della tazzina azzurra, quella con la bicicletta antica, disegnata davanti, tutta nera. Il sole sbatteva sui muri delle case intorno, i piedi erano i suoi piedi ancora, anche se freddi e pallidi. La testa non era più riconoscibile da tanto tempo, così tanto che erano spariti anche i risvegli pieni di speranza, quelli del "magari oggi è finita", la testa non sapeva più  neanche respirare il vento, i capelli erano spilli, la pelle della testa chiodi, l'incudine del dolore la agguantava come un ladro premendola fino allo stremo. L'alternanza della paura più cupa e del pensiero più positivo, la danza ed il raggomitolarsi, il panico che sudava contro il suo petto e le braccia spalancate fuori al balcone, la finzione del comunque vivo, al reale, arreso, lasciarsi morire. Era una continua altalena dall'autunno appena inziato, a questa primavera proibita, era stata un'attesa, troppo lunga, di un ritorno preteso, delle sue mani sempre

Aspettative e deludenti applicazioni

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E' sera, siamo tutti a casa per la quarantena, sono state appena bloccate scuole e numerose attività, siamo in lockdown, stop, frenata brusca. Riunione di famiglia intorno al tavolo. Da domani staremo insieme, tutto il giorno, per tanti giorni, senza andare nè a lavoro nè a scuola, niente sport, no a passeggiate, incontri con altri persone, amici, parenti. Dobbiamo restare a casa per proteggerci, per proteggere. Solo noi quattro, in questo spazio piccolo, quindi sarà importante una fase di pianificazione, che faremo ora, per organizzare spazi e tempi, per stare insieme e per concederci anche momenti solitari necessari a tutti. Possiamo modificare qualche piccolo dettaglio ma attenendoci al canovaccio di base, cucendo le attività su uno scheletro condiviso. Punti fermi: Sveglia ore 7.45 Colazione fra le 7.45 e le 8.15 al massimo, rigorosamente tutti insieme, a tavola, previa accurata apparecchiatura dopo le 8.15 ci si lava, si raccomanda che i turni in bagno vengano risp

Resilienza, qui ed ora, zen e quarantena

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Una bellissima storiella zen, piena di senso metaforico incentrato su come bisognerebbe affrontare l'esistenza, racconta di un uomo che corre disperato per sfuggire agli artigli di una tigre affamata, durante la forsennata corsa, l'uomo scivola in un burrone ma riesce a restare appeso ad uno spuntone di roccia. Egli penzola, sotto di lui solo centinaia di metri, la morte sicura, appena sopra di lui, la fiera furibonda, la morte certa, di fronte a lui, in mezzo alla roccia, però improvvisamente, ecco che gli appare una fragola. Una bellissima, rossa, matura e profumata fragola. Proprio qui arriva il senso zen della vita, la resilienza pura, la quintaessenza del qui ed ora: lui afferra la fragola e la assapora pensando che non esista nulla di tanto buono al mondo, come quella fragolina, l'uomo si gode il suo sapore così, semplicemente. Fine Mi piace molto questa storia, ma io vorrei analizzare la mia posizione esistenziale, traslandomi in questa vicenda pocanzi narra