A Febbraio

A Febbraio la morsa dell'inverno si fa a tratti più forte, rabbiosa, più impietosa, sembra non voler mollare.
A Febbraio capitano giorni tanto dolci da lasciar filtrare luce e calore di primavera, profumo di fiori, migrazioni nere ed ipnotiche di uccelli piccoli e veloci, cieli azzurri puliti da attraversare slacciando le giacche, scoprendo le gole.
A Febbraio sai darmi baci di uomo affamato, di amante arso dal desiderio, di padre protettivo ed attento, di ragazzino innamorato, di compagno di risate e confidenze, a Febbraio sai baciarmi tutta senza lasciare alcuna parte di me, senza farmi dimenticare nulla di ciò che sono.
A Febbraio i miei capelli si allungano dal tuo ombelico al tuo collo, l'aria è fredda ma non stando attaccati, stando attaccati non fa più freddo.
Uno addosso all'altro come fossimo precipitati dall'alto.
Un centimetro di aria calda, ha di te ogni microscopica parte.
A Febbraio, respirarla piano quell'aria, mi permette di stare ferma ad aspettare la primavera.
Addormentami e baciami la testa e parlami nelle orecchie, in fondo a me, dimmi dove andremo che tanto magari non andremo, ma è meno importante, tu dimmelo.
Tienimi le gambe e portami altro pane, fammi bere e bagnami ancora.
A Febbraio, al risveglio, ti vorrei con me.
A Febbraio, di notte, mi volterei per indovinarti nel buio.
Sei sempre tu, posso sognare ancora entrando ed uscendo dal sonno fino a che non arriva la mattina.
A Febbraio è solo attesa.
Poi tutto scalda.
Commenti
Freddo. Anche un libro scalda il cuore, soprattutto se condiviso con chi si ama. Ma davvero si può leggere ciò che si vuole? Esiste il libro arbitrio? O bisogna rinunziare con garbo, fare a meno con fare ameno? Per rispondere ci vorrebbe un genio, non quello della lampada, sempre abbronzato, ma uno di larghe vedute, che non abbia una copertura del campo visivo, una pelliccia di visione.
Freddo. Di cose incompiute. Cosa fatta capo ha, se non sei un boia. Mi dolgo, mi tolgo, mi elimino, mi cancello, mi muro, mi casa es tu casa. Alberi spogli dalla finestra. Non volevo più guardare fuori, non volevo finestre temporali nemmeno quando piove, non volevo tapparelle ma sono imposte. A chi imposta veramente, se non a chi leggerà? Mettiti in fila allo sportello, la coda in posta. Sottotitoli per non utenti. Sonore lezioni per non vedenti. Volanti vangeli ippogrifi per non credenti. Chisseneprega. Unicorvi del malaugurio.
Baciato dalla fortuna, ma era un bacio d’addio.
Avere le doglie alle casse del supermercato che non accetta i buoni parto. Questa è sfortuna.
Un bacio non alla francese dal tuo amico di Senna
Emme
Il caffè della mattina, bevuto attaccata al termosifone fingendo sia un camino, le tue geniali parole legate da un gioco maestro che chissà se progetti od improvvisi con le dita veloci sulla tastiera.
La tessera punti Conad servirà per la sutura del dopo parto?
Passa una buona settimana in attesa di una primavera che ti stupirà per tepore e benessere.