Non ti sei stancato amore



La stanchezza calda e liquida le arrivava direttamente dietro al collo, si allungava sulla sua nuca come fosse una mano aperta e pressante, la spingeva verso il basso e l'annientava nel quotidiano annaspare della sua esistenza.
Era stanca sempre, appena sveglia, nel pomeriggio, la sera.
Spine negli occhi le annacquavano la vista, il respiro era sempre corto e di nessun conforto, il corpo un nodo di dolori e tensioni.
Incontrarlo era un balsamo, un fresco balsamo che la consolava, la scuoteva, la risvegliava, frenava le contrazioni della sua bocca, massaggiava i suoi intrecci induriti.
Fra le sue braccia era difesa, desiderata, protetta, ascoltata, scaldata dai brividi della notte che le coprivano la pelle.
Fra le sue braccia era un uccellino palpitante, una donna sicura, una madre straripante d'amore, una bambina divertente, una figlia smarrita.
Appena lo vedeva riusciva ad abbandonarglisi senza più difese, potevano parlare per ore, raccontarsi ed amarsi, passando da un momento all'altro, ribaltando parole e movimenti, rovesciando i corpi e le sensazioni, non c'erano fasi, ma dolci passaggi e ripide impennate.
Tornare alla luce fuori era così forte, così faticoso.
Tornare a livello della strada e della realtà la rendeva distante dal mondo, tutto ciò che non era lui non la toccava veramente, tutto ciò che fosse diverso da loro due, le pareva noioso, falso, morto, finito.
Lei sentiva che quel loro stare vicini fosse la cosa più autentica che le fosse capitata, di tutto il resto non si fidava, non lo voleva, lo respingeva, l'annoiava.
Quell'autenticità non smetteva di stupirla, e farne a meno era impossibile.
Non era importante raggiungere un posto con lui, l'unico posto possibile per loro due erano loro due-
Una volta vicini, non serviva loro nulla di più, e briciole di pane e sorsi d'acqua ingoiati per restare in piedi.
Insieme erano bellissimi, erano teneri, buffi, appassionati, rotolavano fra le lenzuola dentro alle risate ed ai sospiri.
Vederla dormire lo commuoveva, sentirlo respirare nella notte la tranquillizzava come niente altro.
Quando non erano insieme si cercavano dentro alle canzoni, nelle battute dei film, nei percorsi di un viaggio sognato, dentro alle righe dei libri che si scambiavano con voracità.
Vivere senza di lui era stato un vuoto improvviso, un tuffo da un trampolino altissimo senza occhi per guardare giù, era stato mangiare nel chiasso di tante persone ed uscire a cercarlo nella notte fuori senza sapere dove fosse, senza sapere che sguardo avesse in quel momento.
Preparava i suoi capelli perchè ogni volta lui li trovasse profumati, umidi di acqua e sapone, morbidi ed avvolgenti, perchè lui potesse sentirli scivolare su di sè e non stancarsi di carezzarli come faceva sempre.
La sua voce era ciò che le mancava di più, ogni sera, ogni volta che i sogni si sostituivano ai pensieri, addormentarsi senza la sua voce era una fatica dolorosa che la iniziava al sonno.

Ma non ti sei stancato amore di camminarmi dentro ai sogni?

Io, ogni notte mi preparo per venirti incontro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Io in:"Differenze seconda parte"

Diciotto

Nel tunnel