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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

Quando lui arrivava

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Lui arrivava sempre senza preavviso, lei iniziava a sentire il soffio della sua voce, una specie di soffio coperto di miele, aveva sempre un tono basso, placido, eppure parlava fitto fitto. A quel punto, qualunque cosa lei stesse facendo, qualsiasi cosa si fosse ripromessa di non fare l'ultima volta,si sentiva rimescolare. Il viso avvampava, le orecchie si facevano calde, diventava irrequieta, iniziava a muoversi. La cosa che le faceva più rabbia era che si confondeva, d'un tratto si confondeva tutta, faceva fatica a rimanere concentrata su un qualsiasi stupido compito, invertiva l'ordine alfabetico delle cartelle, mischiava le fotocopie, smarriva indirizzi e numeri. Questa confusione la riempiva di rabbia, il fatto di non essere affatto in grado di controllarla, di non poter continuare a nuotare dritta dentro al mare che le si increspava all'improvviso, la faceva vacillare ancora di più. Rabbia e confusione la venivano a scuotere dentro al silenzio del suo lavor

Le sue cicatrici

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Lei non voleva più cose romantiche, fiori, atmosfere, abiti eleganti, cene, lei cercava l'incontro. Cercava in ogni incontro un incontro. Non sentiva il fremito della speranza che questa fosse la volta buona, la premura dei progetti, la spinta del desiderio di essere finalmente accanto all'anima gemella, cercava proprio lo scambio, la vicinanza, la complicità, due esseri umani a confronto, vicini, disponibili ad esserci in quel momento, uno per l'altro. Lei era cresciuta, un pò invecchiata ovunque, credeva nella possibilità di incontrarsi,di avere un senso per qualcun'altro, di poter entrare in macchina, sentire una fitta di nostalgia, un movimento interno grazie al quale lo avrebbe cercato, chiamato, rivisto. Quello significava ora stare insieme per lei, sentire la sua mancanza, la mancanza di loro due, della forza sublime del loro incontro segreto, del sussurrarsi piano sulle bocche mentre il mondo fuori continuava a sbranare, ad urlare, a rincorrere. Improvvisa