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Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

Temi e farfalle

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Si sentiva una tigre in gabbia, andava avanti ed indietro sbuffando nervosa. Si sentiva come una mosca in un bicchiere, chiusa e disorientata. Si sentiva come una farfalla inchiodata al muro per le ali, appena tentava un minimo movimento, sentiva strapparsene un pezzo, sentiva l'ala sgarrarsi, ad ogni piccolo movimento perdeva la possibilità di riprendere a volare. In classe, seduta ai banchi di quinta elementare, svuotata da un'altra giornata sfinente, già buio fuori, aveva chiesto alle maestre:"ma i temi non si fanno più?", le maestre avevano risposto che no, non si facevano proprio più, che ora si manipolava e criticava il testo. A lei, era sembrato un grandissimo peccato.

La smania

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La smania di vivere l'aveva travolta. La smania di prendere, guardare, afferrare, cambiare. Avrebbe voluto ancora più bellezza, sempre più bellezza. Una vita da miserabili, non la voleva più. La vita da miserabile l'avviliva, non era correlata alla sola mancanza di denaro,intorno a lei da troppo tempo si accumulava un'apatia purulenta, si respirava un'aria di morte, di assenza di energia, nessuna iniziativa, poca voglia. Lei di voglia invece ne aveva moltissima e spesso la subiva, lasciava che le attraversasse il corpo e la testa, permetteva che la voglia la tramortisse, lasciandola stanca ed insoddisfatta. Alcune mattine, prima dell'alba, la voglia la destava bruscamente. Era un bel risveglio però, forte ma ricco, aprire gli occhi e goderne era così piacevole. Si guardava i piedi fuori dalle coperte, li trovava pallidi ed eleganti, affusolati e femminili. Poi c'erano le cavigle subito sopra a rovinare un pò il disegno della gamba, una gamba forte, ma

Lei

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Aveva appena compiuto un'età che la maggior parte delle persone considerava "matura". Da allora era diventata drammaticamente bella. Era di una bellezza pungente, commovente, dolcissima. La sua bellezza aveva acquisito un non so che di sfacciato ma mai volgare, qualcosa di potente, di disperato. Era disperatamente bella, perchè portava addosso la consapevolezza di avere ormai poco tempo, pochissimo tempo per esserlo ancora. Aveva fretta e smania di essere bella, attraente, sensuale, aveva la sensazione che tutto il fascino che proveniva da lei stessa, le scivolasse dalle mani, arrancava dietro la propria bellezza ma senza scomporsi, tentando di restare integra nella sua corsa al piacere. Comprava profumi e se li metteva di notte prima di dormire, per sentirli mentre si rigirava fra le lenzuola, bramava tessuti nuovi, sofisticati, eleganti, guardava scarpe ed annusava l'odore delle calze nuove nei negozi di intimo. Si lavava con più dolcezza, indugiava sulla su