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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

Nuoto Libero

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Mi spoglio velocemente, è comodo perché le ultime cose che tolgo saranno le prime che indosserò dopo, a ritroso. Cammino dentro i corridoi lunghissimi, salgo le scale e la vedo, immensa, piena di cloro e vapore, pochissimi rumori di bracciate e respiri. Quell'odore mi prende alla gola nascosta dell'infanzia e mi ricordo bambina e secca, spaurita e confusa. Non mi ricordo se mi piacesse veramente. Siamo pochissimi a quell'ora, talvolta inizio persino da sola. Entro lentamente, ogni volta la temperatura è diversa, la valuto, la saggio, la lascio passare su di me. Mi immergo e scivolo dentro di lei spingendomi con i piedi, la testa bassa, gli occhi dentro l'azzurro. Se non è nuvoloso, un raggio di sole risplende di mille specchietti vibranti, mi ci tuffo dentro, mi fermo a galla in superficie, respiro all'indietro, spalanco le braccia e le gambe, lei mi prende tutta. Nuoto e nuoto, il cuore mi rimbomba nelle orecchie, a bracciate mi mangio l'acqua e la di

L'ultimo incontro

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Lei non era stata affatto originale. Come tanti prima e dopo di lei, gli aveva chiesto un altro incontro. Un ultimo incontro. Voglio rivederti.Gli aveva detto. Voglio piantarti gli occhi addosso. Voglio guardare la vena battere sul tuo collo. Voglio sentire ancora il tuo profumo. Così gli aveva detto. Voglio vederti accanto a me, allungare la mano e trovarti. Voglio agganciarti con la mia coscia e tenerti fermo un'ultima volta. Voglio riconoscere i tuoi gesti, i movimenti che iniziavo a conoscere bene, a volte addirittura a prevedere. Lei era stata capace di chiederglielo persino stando zitta per mesi. Voglio guardare dentro ai tuoi occhi, fissare il bordo della tua camicia mentre ordini il caffè. Voglio vedere se è vero che sei bravo a stare senza di me, oppure hai finto finora. Voglio sedermi vicino alle tue mani, stringerle un attimo, poi più a lungo. Poi voglio starti davanti alla faccia ad annusare il tuo respiro,chissà se è cambiato. Voglio un tuo ultimo

I piatti sporchi

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Amore mio vivere accanto a te è come quando hai lavato una pila di piatti, pentole, posate, bicchieri. Amore mio calvo Starti accanto è come quando hai insaponato, sgrassato, smacchiato, grattato per ore, oggetti unti che galleggiavano dentro ad un'acqua sempre più torbida e schiumosa, tanti oggetti maleodoranti e viscidi. Amore mio vecchio stare con te è come quando hai appena finito di sciacquare una montagna di cose schifose e scivolose, ed hai già asciugato perfettamente il lavandino, riposto la spugnetta, chiuso il rubinetto dell'acqua, impilato le stoviglie nello scolapiatti, assaporato il sollievo da tutto quel mal di schiena accumulato, una volta che, di lì a poco, ti saresti potuta finalmente abbandonare sul divano esausta, ed invece ogni volta arrivi tu, silenzioso e noncurante, mi metti un ultimo, dimenticato, piatto sporco dentro all'acquaio. Ed io devo ricominciare.

Il mito sperduto

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Nel lettone, chiacchierando durante le vacanze natalizie, mi sfugge un esplosivo:"Bravo Filippo sei un mito! Lui: "Mamma, cosa significa un mito?" Io, madre spettinata, ciancicata, stanca, ore ventitré, lucine intermittenti ovunque:" Vuol dire qualcuno talmente bravo da entrare nella storia ed essere ricordato, uno forte e gagliardo" "Mamma io non posso essere un mito" "perché piccolino?" "perché non sono un bimbo sperduto" "spiegami Fili, che vuol dire un bimbo sperduto?" "che io non sono un bimbo solo e sfortunato, io ho te che sei la mia madre, finchè ho te non può succedermi qualcosa nella storia" "continua a spiegarmi ti ascolto" "io ho te, se ci sei tu nella storia, non possono succedermi avventure, spari, cose brutte, tu mi proteggi, no, non posso essere un mito." Inizia un nuovo anno, le lucine si sono spente, e stare dentro la sua Storia è bellissimo, anzi, mitico.

Lui aveva detto

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Lui le aveva detto che lei aveva una specie di potere, era come se desse la luce ai posti che visitava, poco importava di quale luogo si trattasse, lei lo illuminava, e la sua era addirittura una luce rara e preziosa. Lui le aveva detto che appena l'aveva vista entrare in quel bar, aveva perso quasi l'orientamento, come se alcune sue certezze gli fossero venute meno improvvisamente. Lui le aveva detto che aveva delle mani bellissime, lunghe ed eleganti, mani che avrebbe cambiato religione perchè lo accarezzassero. Lui le aveva detto che più volte aveva avuto la sensazione che lei avesse indossato un vestito appositamente per lui, scegliendo il taglio, il colore, il tessuto,l'accostamento con le calze e gli orecchini, ed ogni volta che lo aveva sentito, era stato bellissimo. Lui le aveva detto che respirarle la schiena agganciandola per i fianchi, era stato sconvolgente, ma smarrire le proprie mani fra i suoi capelli, lo era stato ancora di più. Lui le aveva detto che