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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

Assaggia, bevi

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I gesti lenti di una mattina con la colazione sulle lenzuola. Il giorno davanti da uscire e prenderselo, restare al sole e lasciarselo entrare a fondo, per due. Che io e te non era possibile. Che io e te anni fa. Che io e te non è cambiato niente. Il lago restava fermo e nero davanti al nostro panino, il gelato vicino alla riva, torniamo a casa, guido un poco io ma preferisco quando guidi tu. Non mi fai mai stare male sulle strade. Non è mai verso casa nostra la strada. E' così bello uscire la sera a cena per sbrigarsi a tornare, e maledire anche i minuti necessari per capire come si aprirà quest'ennesima porta. Porte sempre sconosciute di luoghi nuovi. In piedi accanto ad un letto a dondolare dentro ai jeans scambiati per gioco e come i ragazzini ed intrecciarsi in posture che non dolgono, naturali come il respiro. Dici ad un cane che reclama le mie carezze "lei è mia". C'è dell'acqua in piscina anche se è inverno, i bordi scuri sulle pareti azz

Gocce

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Accolgo fra le gambe l'ostinata direzione del tuo amore. Prendo nel mio ventre il calore pulsante del tuo desiderio. Spalanco la via necessaria alla nostra fusione che diventa possibile ancora una volta. Raccolgo con le mani il martellante suono del tuo cuore mentre mi ami. Il suo ritmo mi percuote la pelle, mi soffia sul volto la cadenza dei tuoi respiri. In quei momenti, solo allora, il nostro patto è salvo e rimaniamo schierati dentro noi due, ci difendiamo da tutti gli altri. Gocce del tuo seme vibrano agganciate ai peli del tuo addome, spinte dal ritmo del tuo battito cardiaco. Sussultano e resistono dentro al mio sguardo che le fissa. Con una mano ti afferri e continui a tenerti in una stretta sicura, in una protezione antica. Anche tu resti come le gocce a lasciarti guardare da me durante la pace ed il riposo. Ed i miei occhi ed i miei capelli tutti, ti scorrono addosso mentre vivi.

I carretti ed un giorno qualunque

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Mi sono vista che salivo e salivo, poi guardavo giù e vedevo tanti carretti schierati, carretti guidati dai miei figli, dai miei genitori, dai miei amici, dagli uomini che ho amato e che amo. Interrompevo la salita, scendevo a valle, mi avvicinavo ad uno dei carretti arenati, chiedevo:"che c'è, perchè ti sei fermato?perchè non cammini con me?perchè non resti al mio fianco?". Non ricevevo risposta ma solo braccia allargate. Allora afferravo la corda del carretto, me la passavo sulle spalle e ricominicavo a tirare:"forza andiamo, c'è così tanta strada ancora da fare insieme, ci sono cose belle da vedere, cose importanti da fare, forza!" Mi sono vista trascinare e spingere, restare senza fiato e riprendere il cammino a testa alta. Poi mi sono di nuovo voltata, sono scesa a valle ancora, ho afferrato un'altra corda di un altro carretto:"stammi vicino ti ho detto, perchè resti fermo, dai muoviti, vieni con me". Ho ripreso a spingere e trasci