Post

Visualizzazione dei post da 2020

Cecità eterna

Immagine
    Figlio più piccolo, si sdraia vicino a me, si accoccola sulla mia schiena e mi dice queste parole:"mamma, se io morissi prima di te..." "Fili, per favore, già non mi piace questo incipit, io morirò prima di te, sarò vecchissima e tu un bravo uomo maturo" "Si va bene, ma tu metti che io muoia sparato da qualcuno oppure in un incidente" "Eh, allora?" "Allora mettiamo che io vada all'inferno, si all'inferno perchè il paradiso da come lo descrivono  mi sembra noioso, non credo sia il posto giusto per me" "Ah, l'inferno, pure questo, va bene e quindi?" "Insomma, se io finissi all'inferno e mi chiedessero di scegliere fra essere cieco per l'eternità e parlare ancora con qualcuno sulla terra, beh io sceglierei di parlare con  te, mamma, senza dubbio." "Fili, ma è una cosa meravigliosa, non so cosa dire" "Sceglierei di essere cieco per sempre, pur di parlare ancora con te, fosse anche p

Chiamarti con il tuo nome

Immagine
  Mi manca attraversare con te, mangiucchiare per strada, infilarmi ancora nel tuo cappotto, vederci riflessi un una vetrina, fare tardi alla proiezione del film che abbiamo scelto senza neanche discutere, ed entrare lo stesso. Mi manca comprarti un maglione e fartelo trovare sul letto impacchettato, lasciarti un biglietto sul frigo per portare avanti la minestra, mentre aspetti che torni a casa, mi manca quando mi allacci il casco ed io guardo per aria, mi manca un treno che ci aspetta, un alberghetto in campagna prenotato per due, una tavola apparecchiata per noi che poi non mangiamo quasi nulla. Mi manca la notte che crollo io per prima, ma poi mentre sogni ti guardo, mi manca andare in bagno sapendo che aprirò la porta e ti ritroverò lì, camminare in punta di piedi perchè il pavimento è freddo, raggiungerti correndo e scaldarmi standoti addosso. Mi mancano tutte le occasioni in cui siamo stati a Chamonix, ogni singola volta, in autunno, in estate, avvinti senza fare mai nulla, face

Questione di destino

Immagine
    In uno dei giorni più neri, sdraiata, anzi schiacciata con la testa sul cuscino consumato dal dolore, liso dal sudore della lotta per contrappormici, pressato dalle ore e dai mesi in attesa di vederlo sfumare via, ho visto una camicetta. E' comparsa scrollando pagine, ho sempre continuato a capire dove fosse il bello, non l'ho dimenticato un attimo, e sognavo una passeggiata, un respiro, un viaggio minuscolo senza soccombere ancora al male, un paio di scarpe con il tacco, un rossetto morbido, un paesaggio, un giorno d'amore tutto per noi. Questa camicetta è comparsa nei miei occhi semi chiusi, si è impressa nella mia mente piena di nausea e tremore. Ho istintivamente scritto alla ragazza che la proponeva in vendita. Un prezzo troppo alto per me, una camicia in seta, della mia età. Rispondo alla venditrice di darla via tranquillamente, non posso acquistarla, "tranquilla, con il vintage è questione di destino, se deve essere tua, sarà tua", mi risponde. Poche or

Secondo me sta per piovere

Immagine
    Frotte di uccelli neri, piombano a filo sui tetti pieni di antenne e panni solitari, vestiti appesi da molto e dimenticati, c'è anche una mascherina azzurra, con un filo penzoloni, è lì da Marzo. Queste enormi nuvole di uccelli piccoli, fanno un gran rumore, stasera non mi piace, è un suono sinistro che raggiunge un picco, è pieno di battiti steccati e di voci piene ma gutturali, poi il suono termina di colpo, silenzio assoluto, senza scemare, stop. Come fanno questi uccelli ad accordarsi sul chiasso sincrono e sul silenzio condiviso?neanche uno che dimentichi, nessuno fuori dalle righe, non una nota che sfugga per un secondo all'onda. Frotte di uccelli neri battono sfiorando i vetri sottili della mia stanza, sobbalzo guardandoli ipnotizzata. Un impiastro denso di dolore e catrame mi sale dalle gambe, arpiona le mani che diventano mattoni incontrollabili, un miscuglio di muscoli inchiodati e tremanti, scosse ed incudini elettriche, mi pungono, mi prendono, mi scuotono di br

Guarda che bello

Immagine
   Giorni e nuvole, tramonti e pranzi, dolore e dolore da massaggiare, curare, infilzare. Pasticche e zaini, laghi e vento, caldo e sogni allucinanti. Passeggiate lente, fiatoni e cuore nella gola, lavoro e figli, inventarsi un nuovo modo di stare insieme a loro, disperarsi di nascosto per quello che avevamo prima e che mi piaceva tanto. Prelievi e covid, controlli, mascherine, disinfettanti, respiro che manca, la vista che si appanna, il ricordo di un anno fa, quando questo dolore non c'era e stava per colpire, accarezzo le date scritte od impresse nelle foto e prego di tornare a quel tempo, senza lo strappo pulsante nella testa. Ti guardo all'improvviso fermando il mio oscillare su di te, hai gli occhi chiusi, le labbra rilassate, le mani sui miei fianchi, non premi, forse sogni, magari immagini, sicuramente senti, assapori dentro. Non vedo l'ora di rivederti anche mentre sono in bagno, e mi sbrigo a ritrovarti. Il dolore è talmente denso che mi avviluppa i sensi, è una f

Questa cosa del karma d'estate

Immagine
Mi capita questa cosa qui, circolare, sempre uguale a sè stessa, da una vita: mi si trascura. A me sembra di non farlo con nessuno al quale tengo, con nessuno a cui voglia bene. Certo, per essere sicuri di questo dovremmo chiederlo a loro, a quelli che amo, se si sentono trascurati da me, ma quando l'ho chiesto mi hanno risposto:" no mai", se vogliamo fidarci della loro sincerità, dobbiamo tornare al mio discorso di cui sopra e di qui sotto. A me, di persone che mi dicono che mi vogliono bene ce ne sono tantissime, per fortuna, non proprio tantissime, adesso non fatevi un'idea esagerata, ma ogni tanto ci penso a quante sono queste persone che dicono di amarmi e mi sembrano comunque un bel numero per essere una quarantacinquenne, senza denaro nè case nè opportunità particolari, manco una casa al mare c'ho, che quindi non si può sospettare che la gente mi stia dietro per quello che potrebbero sfruttare di me, per ciò che possono guadagnarci dal frequentarmi, di ques

Congedo parentale per figli minori di 12 anni causa Covid-19

Immagine
Devo chiedere un giorno a settimana di congedo parentale, come da complessa organizzzazione familiare, per seguire i miei figli, assentandomi dal lavoro. Facile, dicevano: è necessario collegarsi con il sito Inps, selezionare il modulo desiderato, è tutto molto intuitivo e smart, vedrai, dicevano. Quindi tu, traboccante di fiducia, apri la pagina web dell'Inps, fai il tuo login, subito ti compare la scritta che non puoi entrare, il PIN è scaduto, ma come scaduto?l'ho ricevuto a gennaio 2020, la prima parte del codice numerico arrivata via mail, la seconda iviata per posta normale, con codice numerico da grattare, ricevibile solo nei giorni dispari, di anni bisestili, con luna piena, da sommare con il precedente, elevato alla seconda. Ora devo nuovamente richiedere il PIN?Ma perchè scade in pochi mesi, peraltro di non utilizzo?Che senso ha? Ok, poco male, richiedi il PIN. Stai calma, non cominciare. Arriva il PIN. Modifichi la password al primo accesso, ti riscrivi tutto, fai fo

La vecchiaia e l'arte di fotografarsi

Immagine
La vecchiaia è quella cosa direttamente proporzionale al numero di scatti effettuati per ottenere una fotografia decente. Inizia in maniera subdola, tu scatti come sempre, tac, poi guardi ed inorridisci. Allora ritenti. Prima venivi praticamente bene sempre.Tac-bene. Questo è' il primo di declinanti e sempre più rovinosi giorni nei quali, avere una bella fotografia per ricordare un momento piacevole, una cena con le amiche, od una festa di compleanno, diventa un'impresa che non ha nulla a che vedere con la spontaneità. Vado a riassumere i punti cardine con i quali misurarsi prima di premere il pulsante "scatta": -La luce deve essere sempre a favore ma non troppo sparata, è preferibile una lieve penombra, copre le rughe ed i solchi naso genieni. -I raggi del sole esacerbano cellulite ed accumuli adiposi, non offritegli le chiappe, mai. - Allungare sempre le braccia sopra di sè per scattarsi un selfie, ma avendo cura di non includere nella foto, la parte del braccio coi

E' CHE NON C'HO PIU' VOGLIA LORE'

Immagine
Non c'ho più voglia di fare finta, di cercare un compromesso, di essere diplomatica, di fermarmi a riflettere, di non urlare, di non piangere. Te ne sei andata che non t'hanno risparmiato niente stella mia, manco una morte ammortizzata, hai dovuto dire basta tu, tu, che basta, porca zozza, non è proprio una parola che t'abbia mai rappresentata. Hai mandato giù di tutto, chemio e dolori, asportazioni della carne, hai mandato giù i tuoi capelli e ne hai comprati di nuovi e ci riuscivi pure a giocare, hai mandato giù il terrore di ogni nuova volta e lo stupore di un'ennesima rinascita . Il sorriso che avevi, mica lo sai te com'era, non lo puoi sapè. Illuminavi le stanze, senza scatto del contatore. Il tuo profumo ce l'ho dritto nel naso, te prenderei a morsi d'affetto struggente se solo potessi, stella che te ne sei andata e non t'avemo manco potuto salutà. Finivi le chemio e dicevi:"ndo' annamo?" e partivi. Eri una gran rompicoglioni non te c

Caffè

Immagine
Il caffè incrostava i bordi della tazzina azzurra, quella con la bicicletta antica, disegnata davanti, tutta nera. Il sole sbatteva sui muri delle case intorno, i piedi erano i suoi piedi ancora, anche se freddi e pallidi. La testa non era più riconoscibile da tanto tempo, così tanto che erano spariti anche i risvegli pieni di speranza, quelli del "magari oggi è finita", la testa non sapeva più  neanche respirare il vento, i capelli erano spilli, la pelle della testa chiodi, l'incudine del dolore la agguantava come un ladro premendola fino allo stremo. L'alternanza della paura più cupa e del pensiero più positivo, la danza ed il raggomitolarsi, il panico che sudava contro il suo petto e le braccia spalancate fuori al balcone, la finzione del comunque vivo, al reale, arreso, lasciarsi morire. Era una continua altalena dall'autunno appena inziato, a questa primavera proibita, era stata un'attesa, troppo lunga, di un ritorno preteso, delle sue mani sempre

Aspettative e deludenti applicazioni

Immagine
E' sera, siamo tutti a casa per la quarantena, sono state appena bloccate scuole e numerose attività, siamo in lockdown, stop, frenata brusca. Riunione di famiglia intorno al tavolo. Da domani staremo insieme, tutto il giorno, per tanti giorni, senza andare nè a lavoro nè a scuola, niente sport, no a passeggiate, incontri con altri persone, amici, parenti. Dobbiamo restare a casa per proteggerci, per proteggere. Solo noi quattro, in questo spazio piccolo, quindi sarà importante una fase di pianificazione, che faremo ora, per organizzare spazi e tempi, per stare insieme e per concederci anche momenti solitari necessari a tutti. Possiamo modificare qualche piccolo dettaglio ma attenendoci al canovaccio di base, cucendo le attività su uno scheletro condiviso. Punti fermi: Sveglia ore 7.45 Colazione fra le 7.45 e le 8.15 al massimo, rigorosamente tutti insieme, a tavola, previa accurata apparecchiatura dopo le 8.15 ci si lava, si raccomanda che i turni in bagno vengano risp

Resilienza, qui ed ora, zen e quarantena

Immagine
Una bellissima storiella zen, piena di senso metaforico incentrato su come bisognerebbe affrontare l'esistenza, racconta di un uomo che corre disperato per sfuggire agli artigli di una tigre affamata, durante la forsennata corsa, l'uomo scivola in un burrone ma riesce a restare appeso ad uno spuntone di roccia. Egli penzola, sotto di lui solo centinaia di metri, la morte sicura, appena sopra di lui, la fiera furibonda, la morte certa, di fronte a lui, in mezzo alla roccia, però improvvisamente, ecco che gli appare una fragola. Una bellissima, rossa, matura e profumata fragola. Proprio qui arriva il senso zen della vita, la resilienza pura, la quintaessenza del qui ed ora: lui afferra la fragola e la assapora pensando che non esista nulla di tanto buono al mondo, come quella fragolina, l'uomo si gode il suo sapore così, semplicemente. Fine Mi piace molto questa storia, ma io vorrei analizzare la mia posizione esistenziale, traslandomi in questa vicenda pocanzi narra

Piove

Immagine
Diluvia, ho freddo nel collo, nelle mani, nei piedi. Scorrono i numeri dei contagiati e dei morti sullo schermo, sono allucinanti. Resto attonita, sembra così buio stasera, c'erano stati tre giorni di curve più morbide, un inizio di speranza, stroncati da ieri e soprattutto da oggi. Piove sui silenzi delle strade deserte, sui familiari lontani dai propri cari malati, piove sui racconti delle morti annegando senza la mano di qualcuno che ti ama e che hai amato. Piove dai cieli vuoti di aerei, sui palazzi pieni di famiglie in attesa, sospese e sole. Vorrei raggomitolarmi fra le tue braccia, cadere in un sonno profondo e svegliarmi con la tua voce che mi dica:"l'incubo è finito amore mio, apri gli occhi". Non è un incubo purtroppo e non ho le tue braccia per dormirci dentro. Non è solo un brutto sogno e non ho la tua voce a svegliarmi. Mi annienta lo sforzo estremo delle persone schierate in prima linea, lo trovo commovente, straziante, immagino lo sfinimento,

Un senso di primavera e morte

Immagine
Manchi così tanto ad ognuno di questi assurdi, spaventati giorni Manchi alle ore, alle carezze negate, agli abbracci impossibili Manchi ad ogni notte di queste notti sospese in attesa di altra attesa Io attendo che questo folle mondo, che tu tanto ami, riprenda la sua corsa, una corsa magari migliore, più viva e cosciente, più umana e sana. Pochi anni fa, in questi stessi giorni, eravamo in costiera, sole luminoso e mare blu a riempire gli occhi, profumo di mare e pastiere appena sfornate, caffè in piazza a Ravello e passi liberi, abbracci consentiti, bambini liberi di correre e giocare a pallone sputando la sabbia scura. Il respiro invece ora è sospeso, le mani sono in aria senza poter toccare, piove poco oggi, ci piace stare sotto le gocce, nessuna corsa al riparo per noi. Ogni sera seguiamo la conta, la triste conta dei morti, dei contagiati, delle paure, delle speranze. Il tempo si sposta e la luce anelata, slitta sempre più lontano. Immaginiamo e speriamo ormai una lib

A data da destinarsi

Immagine
Sono scesa giù con il nostro cane, ho visto sfilare per la strada pochissime persone, sole, con le mascherine, lo sguardo come ipnotizzato, concentrato. Non correvamo più verso nulla, tutti avevamo un passo spedito ma come molleggiato, quasi fossimo sulla luna, od appena sbarcati su un pianeta sconosciuto. Effettivamente questa, nonostante sia casa nostra, è diventata un luogo quasi sconosciuto. Non si può più raggiungere un altro, abbracciarlo, arrivare al parco ed allungarsi con i bambini a prendere un gelato, i luoghi sono diventati non luoghi. Tutto serrato, tranne pochi posti affollati da essere umani soli e con la mascherina. Ci guardiamo con uno sguardo fugace e tiriamo avanti, non facciamo più avvicinare neanche i cani tra loro, altrimenti dovremmo parlare, farci più vicini. Struggente il segnale inconfondibile della primavera che ignora le nostri morti e le nostre malattie, come forse abbiamo ignorato troppo a lungo noi, la malattia della Terra. Sbocciano in piena

Semplice

Immagine
Sono un essere semplice: se fa freddo ho freddo e mi copro. Se è inverno, non metto i sandali con i piedi nudi. Se ho dolore , cerco subito il modo per eliminarlo. Se mi commuovo, piango. Se ho fame, mangio. Se ti sono vicino, ti tocco. Se c'è musica, ballo. Se c'è un cane, lo accarezzo. Se incontro un bambino triste, lo abbraccio. Se c'è un anziano che parla, lo ascolto. Se ti amo, ti desidero follemente. Se sono stanca, voglio dormire. Se ho paura, ti chiedo di proteggermi. Se sono terrorizzata, mi nascondo. Se mi annoio, cerco un'altra cosa da fare. Se non mi piaci, te lo dico. Se mi piaci, te lo dico. Se mangio un fiore di zucca, ci voglio trovare dentro l'alice. Se ti sono accanto ti entro nel cappotto. Se sono felice rido, e mi piace farti ridere. Se un libro non mi piace, non lo finisco. Se sei triste e nervoso, lo sento. Se un cibo non lo trovo piacevole, lo lascio nel piatto. Se partiamo, anche fermarci a prendere un caffè all

Un cartoccio di fusaie

Immagine
Che darei stamattina, proprio adesso, per un cartoccio di fusaie con il sale sopra, per mangiarle facendole sgusciare direttamente sulla lingua e gettarne la buccia. Che darei per prendermi questo sole addosso, e stare sotto al cielo pulito di ora senza più dolore, senza brividi e chiodi, senza fitte e paure. Che darei per un pezzo di villa Borghese con i suoi cespugli e l'alloro ed i venditori di castagne, che darei per avere la vista di Roma dopo i passi sulla ghiaia. Non so cosa farei per averti accanto ed infilarmi ancora dentro al tuo cappotto. Ti entro nel cappotto se mi stai vicino. Che darei per fregarmene e sentirmi libera, poter disdire le risonanze, annullare le visite, cancellare gli altri accertamenti, gettare le medicine, veder finire il sangue e camminare fluida nei miei passi svincolati dal peso, affrancati dal dolore. Che darei per ridere senza pensieri pesanti e donarmi alla leggerezza con le braccia spalancate, provare a lanciare una pallina da ping pong

Magnetoterapia ed altre speranze

Immagine
Sono più di due mesi che mi sottopongo alla magnetoterapia nella speranza che possa darmi almeno un poco di sollievo da questa odiosa e testarda nevralgia di Arnold con compromissione del nervo trigemino (la quale si manifesta con vivaci ed imprevedibili scosse stile "frustate" sul viso in zona occhio-zigomo-mandibola-collo, che mi fanno trasalire notte e giorno). All'inizio del trattamento, ancora mossa dalla cieca speranza, selezionavo il programma:"cervicalgia", poi, mentre la disperazione avanzava e si accumulavano giorni  e giorni senza migloramenti, ho tentato con il tasto:"distorsioni",  dopo ancora con "epicondilite acuta", lentamente con: "fratture gravi", e negli ultimi giorni: "osteoporosi", "convulsioni e rantoli", "tutte le precedenti"... Stasera pensavo di provare con:"rigor mortis". Vi tengo aggiornati. 

Anche se non fossi mia madre

Immagine
Una delle cose più belle che faccio ed amo fare con i miei figli tutte le sere od almeno quasi tutte, è parlare. Parliamo per ore sul lettone dopo cena, questa attività la chiamiamo "quattro chiacchiere" . Durante queste quattro chiacchiere ci siamo detti e ci diciamo di tutto, gli argomenti vanno dalla scuola, agli incontri, dal Natale, alla morte, dai libri, alle difficoltà, dalle paure, ai sogni, dalla musica. ai litigi In una di queste sere, dopo aver parlato fino a troppo tardi ,come sempre, inizio a fare le coccole al piccolo, giochiamo con le voci e ridiamo di cuore. Ad un certo punto lui mi ferma e smette di ridere, mi guarda negli occhi e dice:"mamma però se tu continui a trattarmi sempre con così tanto amore, io ti vorrei bene come adesso anche se non fossi mia madre, insomma io ti vorrei tanto bene lo stesso anche se fossi mia zia, mia cugina, un'amica...".

Una strana abitudine

Immagine
Succede sempre. Non si scappa, quando si sta male c'è sempre qualcuno, spesso più di uno che reagisce con una modalità che io reputo inspiegabile:la rabbia, l'intolleranza, il fastidio, l'attacco. Come stai oggi? Eh cavoli purtroppo non bene, mi sono beccata la broncopolmonite. Eh che cazzo ma perchè non te ne vai a fare un viaggio a Lourdes? Oh mamma mia stai SEMPRE male che palle sei una tragedia. Ma perchè non ti fai benedire? Ora TI SEI fatta venire PURE la broncopolmonite? Aho ma che hai?ma vuoi guarire?vuoi stare bene? e su mettici un po' di impegno. Hai pensato di andare a chiedere una grazia a Padre Pio? Ma come oltre alla nevralgia ora ti SEI INVENTATA la broncopolmonite?ma dovevamo uscire cavoli, non esci più quindi?devo disdire il tavolo?ma guarda te, si mangiava benissimo in quel posto e tu ti becchi la broncopolmonite. La broncopolmonite?non ti fai mai mancare niente eh, non ti bastava tutto il resto. Sei un impiastro non vuoi stare bene, p