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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Dieci anni

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Dieci anni fà, di ritorno dal cinema ti dissi:"se vuoi entrare ci facciamo un bagno caldo". Entrammo a casa mia, vivevo sola con un cane dall'orecchio piegato. Non facemmo il bagno caldo, non quella notte. Il letto giapponese tremava perchè tu eri emozionato, avevi quasi quarant'anni e tremavi. Poi ridevo perchè avevi un cerotto con i fumetti sulla schiena, mi hai chiesto di togliertelo poi hai detto:"glielo ho detto a papà di mettermelo normale non con i fumetti mannaggia", io ridevo ancora di più, avevi quarant'anni e tuo padre di ottanta ti metteva cerotti con i fumetti a tua insaputa. Era domenica mattina ed il sole filtrava dalle serrande, ti ho detto dentro ad un orecchio:"è bello averti qui", tu hai risposto:"è bello stare qui". Poi non ricordo più bene, mi versavi l'acqua a tavola e mi prendevi sulle ginocchia e mi dicevi:"raccontami di te". Io ti raccontavo e tu ascoltavi davvero. Andavamo al parco, sull'erb

Di Dio, water e Mariella

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Il figlio grande, mentre espleta una delle funzioni viscerali primordiali, abbarbicato sul water, dice a quello piccolo, seduto di fronte a lui sullo sgabellino di legno: "ora ti parlo di Dio" "và bene"dice il nanetto assiso che ignora la portata di tale proposizione fraterna. "allora sai chi è il figlio di Dio?" "no" "il figlio di Dio è Gesù" "ah Gesù, o' conosco" "si, lo conosci, lo vedi in chiesa quando entriamo a pregare e ad accendere le candele con Titta" "si, co' Titta accende candele a Gesù" "infatti, lo sai che Gesù è buono e ci protegge?" "ah và bene..." "protegge anche te piccolino mio" "ho capito" "e lo sai dove è nato Gesù?" "no lo sò" "nel presepe, lì dove c'era la grotta, dove abbiamo messo il bambinello" "si, nel presepe, a Natale, co' l'abbero di Natale" "già, e lo sai almeno chi è la ma

Voglio non vorrei

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Dentro alla mia borsa alberga, oltre ad un caos indescrivibile e a delle ghiande, un taccuino sul quale ho scritto chiaramente una strana lista che quivi riporto pedissequamente. Inizia così:Voglio -Una bicicletta nuova -Dimagrire -Una macchina fotografica reflex digitale professionale -Tornare a ballare -Pubblicare il mio primo libro -Andare in bicicletta con il mezzo di locomozione sopracitato -Fare un corso di recitazione con indirizzo drammatico, molto drammatico -Mettere le scarpe con i tacchi e camminarci pure -Avere un I pod pieno di musiche che adoro per ascoltarle mentre vado in bicicletta o cammino con i tacchi -Andare al cinema -Uscire con le mie amiche -Comprare la lampada da terra di legno e lino vista a via del boschetto -Camminare in montagna -Fare un piccolo intensissimo viaggio -Trascorrere una giornata in un hammam con la mia amica Manuela -Scrivere e scrivere -Iscrivere i miei bambini ad un corso di musica -Comprare biancheria intima nuova -Conoscere Parigi, mangiare

La gente soffrono ed io invece mo' basta

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La gente soffrono, ah se soffrono. Io ora mi sono stancata. Basta con la sofferenza. Ho una lista piena di voglio e non di vorrei. Voglio lasciare le zavorre a terra, liberarmi le spalle dal peso e la pancia dal grasso. Voglio diventare leggera come un uccello e danzare e danzare. Voglio liberare l'aria compressa dentro ai polmoni e le emozioni negate inghiottite dal cuore. Voglio spingere e correre e pedalare fino ad incendiarmi il fiato. Voglio godere dell'aria in faccia e del grasso che si svuota dalla mia pelle. Rivoglio per me l'energia spesa per un amore malato, voglio puntare i piedi a terra e saltare in alto, non ho più paura di essere sola senza di lui, posso saltare senza tristezza nè corde nè cappi. Voglio che questa pancia grande da troppi anni, partorisca un'altra me, una me bellissima e radiosa, voglio smettere di essere curva e rigida. Voglio togliermi il cibo dalla bocca e sputarlo per sempre, non ho più bisogno di consolarmi mangiando. Sono piena di vit

Passeggiando

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Quando passeggio per la campagna mi beo. Quando cammino immersa nella natura, godo a pieni polmoni ed a viso aperto dell'aria, della luce, delle nuvole, delle chiome degli alberi, del cielo che si incastra nella vallata, del brecciolino bianco sotto ai piedi. Cammino senza stancarmi ed osservo ed annuso e mi muovo dentro questa sensazione di perfezione, dentro al piacere estetico di guardare la perfezione, l'esatta posizione, l'improvviso fiorire di un colore irripetibile, il preciso disegno di un frutto, la sfera rossa di una bacca selvatica, l'odore dei peschi quando tira il vento, il fruscio di un animale che attraversa la siepe, l'avvicendarsi riconoscibile e rassicurante delle stagioni. Passeggiando rifletto su quanta bellezza viva e palpiti in ogni manifestazione della natura, mi rendo conto che non esistono errori, che tutto ha un senso nell'ordine delle cose, che non ci sono contraddizioni nè fraintendimenti, mi accorgo che la natura è meravigliosamente

Un papà in bianco e nero

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In questi giorni di anelata mollezza, di strascicamento fra divani e letti, di pioggia e freddo che ci spinge a restare fra le nostre amate mura domestiche a giocare con i nostri bambini, a leggere storie ed a fare sfide a memory, abbiamo deciso di far vedere ai bambini Stanlio ed Olio. Le immagini delle loro comiche si avvicendavano sul nostro televisore e le risate dei nostri figli salivano sempre più brillanti nell'aria ancora piena di lucine ad intermittenza. Guardavano e ridevano spontanei, quelle facce buffe strappavano loro sorrisi prorompenti ed inaspettati. Il senso dell'umorismo non ha età e può essere indipendente dalle mode del momento. Una risata è sempre una risata. Mentre guardavamo Stanlio ed Olio ho detto ai piccoli:"vedete, questa gag è proprio degli anni in cui è nato vostro padre, è proprio di quel periodo, quando lui era piccolino era tutto così il mondo, vedete come erano diverse anche le strade?" "povero papà" "perchè amore santo?