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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Con i baci

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Lui l'aveva conosciuta camminando in montagna, l'aveva vista e l'aveva capita. Sei meno di zero le aveva detto, ma poi la desiderava, la voleva per sè, vicino. Sei meno di zero, si ripeteva lei, e come frase d'amore le era sembrata parecchio strana. Lei era una selvaggia, giovane, spettinata, sola e senza vestiti nell'armadio della casa nella quale viveva con un cane femmina dall'orecchio moscio. Lei ed il suo cane femmina, un giardinetto striminzito che amava, giardino che adornava per accoglierlo, con candele e tovaglie colorate, la musica diffusa intorno,un ombrellone bianco. Cucinava per lui piatti senza radici, cercando di stupirlo, di coccolare il suo palato, di sedurlo, di renderlo dipendente da lei, dalla sua casetta irregolare, dal suo cane femmina, dal suo modo di fare l'amore, dal suo dormirgli accanto ed ascoltarlo con la bocca aperta mentre parlava. Lei era giovane e tutte le sere gli saltava al collo con un tuffo allegro del corpo intero

Quando lei arrivava

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Quando lei arrivava lui la sentiva prima che arrivasse. Piombava come può fare una sciagura, fra capo e collo. Faceva il chiasso di un gruppo di ragazzini, il suo arrivo era forte come finestre spalancate d'improvviso. Cambiava l'aria in un colpo, diventava più fresca, più pulita, più frizzante. Lui alzava il naso ed annusava in giro, lei era lì, al suo stesso piano di lavoro, dall'alto poteva talvolta guardare il suo ingresso nel grande ufficio. Scendeva dal suo abituale taxy sempre trafelata, la spalla del cappotto scivolata in basso, la borsa a tracolla come le studentesse, i capelli perennemente spettinati, lunghissimi, spesso fermati da una matita mentre si metteva a fare le telefonate per la segreteria. Indirizzi, cartelle, numeri di telefono, aveva tutto sotto controllo sempre, almeno a lui sembrava così. Un ordinato disordine, solo lei sapeva raccapezzarcisi. Quando era malata non era praticamente sostituibile in tutto quel marasma che aveva lasciato il gi

Che razza di amore è?

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Fratello maggiore rivolto a fratello minore:" però tu non vuoi bene al tuo peluche Yuma come io voglio bene al mio peluche Mimmo". Il fratello più piccolo risponde con faccetta triste e confusa, la madre riversa bocconi sul letto, al termine di una giornata normotipo indi devastante, decide di intervenire: " sai figlio mio più grande, non è giusto fare sempre paragoni fra te e tuo fratello piccolo, giudicando in maniera negativa ogni cosa che vi rende diversi, te lo dico con il cuore in mano perché tu mi somigli molto ed anche io spesso tendo a pensare che se qualcuno non ama alla mia stessa maniera non ama bene e punto, tendo a credere che esista un solo modo di amare e tutto il resto è una scusa, ma vedi figliolo, fare questo è sbagliato perché ognuno possiede il proprio modo di amare e questo non andrebbe mai misurato, prendete me e papà, siamo molto diversi in coppia, io bacio, abbraccio, faccio coccole, complimenti e lui no, questo non vuol dire che mi ami di meno