Ancora



La musica mi passa attraverso, gettata a fiotti nelle orecchie, raggiunge lo stomaco, il cuore, la pancia.
Ho spesso immaginato i miei organi dentro, non assomigliano ai pezzi estratti dai cadaveri, sono una cosa mia, ancora viva, rossa, pugni di cellule e sangue, battiti e spasmi disordinati, pesci palla trasparenti ed irrorati.
All'università ci hanno detto di tenere vivi il cervello ed il cuore, di affamarli e poi saziarli, di strapazzarli, sorprenderli e scuoterli, ci hanno insegnato che è bene amarli con passione e strazio, con stupore, strappo e dolore.
Ho imparato che la morte mi prenderà quando non avrò più voglia di salire, di vedere cosa c'è più in là, di assaggiare l'acqua fresca, di immergermi in mare, di amarti di nascosto dal mondo ma tanto sinceramente di fronte a me stessa.
Ho capito che morirò quando non cercherò un'altra strada, una terza opzione, la fuga dalla fila, il riparo dalla routine, i calci all'obbedienza, morirò quando sarò troppo sazia per provare un nuovo piatto, troppo stanca per aprire un altro libro, troppo annoiata per non correre a vedere un nuovo film.
Mi è sempre più chiaro che, quando il ritmo non muoverà più le mie gambe e smetterà di far oscillare i miei fianchi, sarò finita.
Sarò carne da seppellire quando non lascerò più che il sole mi accarezzi tanto profondamente la pelle, così tanto da rabbrividire di piacere, quando la primavera smetterà di riempirmi di gratitudine, quando non sarò curiosa per l'origine di quella parola, vorrà dire che starò morendo.
Lentamente spegnerò i miei sensi, e la vita sarà una sparatoria di colpi dai quali non vorrò più difendermi, che mi annienterà senza trovare troppa resistenza, solo un vecchio, ancestrale conato, una contrazione quasi fetale a riparare la pancia, e poi la resa, il fiato che passa e non torna, il respiro che butta e non riempie.
Ma adesso no, adesso guardo in fondo ai tuoi occhi e vedo la tua vita e la mia, tocco l'esistenza dei miei figli, osservo le loro corse ed i loro libri divelti, fisso la loro scrittura pazza, guardo il tuo collo mentre mi ami e lo vedo sbattere e scaldarsi, seguo con un dito i tuoi percorsi lontani, le terre che hai esplorato, tocco le tue rughe ed ho solo voglia di respirare ancora e vivere, vivere tutta.

Commenti

Post popolari in questo blog

Io in:"Differenze seconda parte"

Diciotto

Nel tunnel