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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Per il mio compleanno

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Tra poco sarà il mio quarantaduesimo compleanno, ho svariati desideri da soddisfare per quella data, in ordine vorrei: Dolciofono: agganciato alla testiera del letto, sussurra parole d’amore e ninnenanne se l’aura della persona sdraiata volge a toni cupi. Piantofola: comoda e calda calzatura da casa che, indossata durante i giorni in cui ci si sente vecchi e brutti, emette la frase “ma piantala”. Nella versione da cioccolateria, con tacco, si attiva in caso venga avanzata quasi tutta la prima palla del profiterole ed urla “ma finiscila!” Ascensuore: elevatore per spostarsi da un piano all’altro in compagnia di un uomo che non si è sicuri di volere baciare. Al primo accenno di contato fisico un soffice tocco di un tasto sulla parete introduce nella cabina due religiose con espressione di biasimo. Questo mi ha veramente tentato Falsopiano: strumento a tasti posto in lieve discesa che produce menzognere rassicurazioni e complimenti ad un volume assordante.

I baci sbranati

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L'ascensore era in pessime condizioni, l'edificio intero sembrava provenire direttamente dalla Russia post bellica, c'erano moltissime stanze semi-buie, dalle porte a vetri si intravedevano le lunghe scrivanie di legno massiccio, illuminate da lampade da tavolo anni 60. Coni di luce perfetti per leggere e studiare. In ascensore erano rimasti quasi zitti, uno da un lato, una dall'altro. I cappotti abbottonati, gli occhi al cielo, il fiato trattenuto, le schiene aderenti allo specchio freddo. Erano scesi al piano desiderato, avevano camminato per i corridoi. Lui non c'era, tornarono indietro, parlando poco e piano,il pensiero inafferrabile, confuso nel suo movimento indeciso. Erano tornati di nuovo davanti all'ascensore, lui si era voltato di scatto, l'aveva presa. Si era voltato senza parlarle, neanche una parola. Si era voltato e l'aveva afferrata per le spalle, per la testa, era stato un muoversi senza controllo ma con una geografia precisa,una