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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Poster

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C'è stato un tempo in cui ero una ragazza. Sui muri di casa mia ci sono stati i poster del Manifesto raffiguranti un neonato che dormiva con scritto "la rivoluzione non russa" quando invece era già morta da un pezzo, avevo il Che, un periodo anche il subcomandante Marcos incappucciato, Michael Jackson, più tardi il Dalai Lama, per un periodo Madre Teresa, prima ancora c'è stato anche Miguel Bosè su quei muri. A casa mia, quando vivevo da sola ed andavo a fare danza contact al centro sociale, avevo il poster gigante di Freud e la donna nuda sdraiata sul viso di profilo, comprato al concerto del primo maggio, avevo i poster di Sordi e Totò, Marlene Dietrich che diceva "sono nata per l'amore", manifesti di danza, casa tappezzata di locandine, una bicicletta rubata quando è nato il mio primo figlio per attraversare la città, non avevo la patente e compivo ventisette anni. C'è stato un tempo con un armadio quasi vuoto, solo qualche gonna lunga e magl

Ci sono luoghi

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Ci sono luoghi che non ho mai visto e che non sono in grado neanche di immaginare, ma che ho potuto vedere attraverso i tuoi occhi. Ci sono caffè dai nomi strani che non assaggerò mai ma che mi è parso di sentire agguantarmi la lingua mentre tu me li offrivi. C'è un cottage vicino ad un faro che non potremmo mai comprare ma che in fondo già ci appartiene. Ci sono rotte e traiettorie che solcano cieli che non so collocare neanche nella fantasia, ma che ho seguito passo passo come un cane da guardia. Ci sono mattine di bruma e libertà, mattine spalancate senza palazzi e con schiaffi di mare da rimanere storditi, mattine che ho attraversato parallelamente a te, vivendo la mia vita di sempre. Ci sono notti opposte alle mie e murales con dentro i miei occhi, e film e libri che non guarderò mai standoti al fianco, ma che ho visto mentre me li indicavi da lontano. Ci sono voci che ti arrivano inaspettate e calde e che ti invadono la cucina all'alba mentre prepari il caffè, voc

Non credo

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I vicini hanno cambiato la luce della terrazza, probabilmente in vista dell'estate, il suo bagliore dorato si spande fino al mio letto, mi inonda di una serenità lieve. Una serenità che non trovo da nessuna altra parte ora. Appesi intorno a me, i miei vestiti, i pantaloni per camminare, le calze trasparenti, l'intimo ancora profumato d'amore rubato, le camicette che mi scoprono appena i seni. Non credo al possesso, credo all'appartenenza. E noi non ci siamo mai posseduti, ma appartenuti si. Ci apparteniamo quando ridiamo di un appartamento assurdo pieno di ossidal e con la stanza per i bambini. Ci apparteniamo quando restiamo nudi senza paura e senza difese a parlare così fitto da perdere la cognizione del tempo. Ci apparteniamo nel sogno, nei ricordi che ci passiamo l'un l'altro e che ricuciamo insieme anche mentre facciamo l'amore. Ci apparteniamo nella distanza che ci agita e nella vicinanza che ci riesce benissimo. Ci apparteniamo nella stanza

Heartbeats

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Non riuscivi a prendere sonno, mi guardavi quasi addormentata fra le lenzuola, con le dita nude suonavi gli accordi della nostra canzone, abbiamo avuto persino una canzone noi due. Avevi occhi piccoli ed un'amore bruciante per me. Costruivi anelli e cucivi poesie. Mi inondavi di canzoni e spinte, carezze e gelosia. Mi scortavi con i pensieri, mi affiancavi con il corpo. Non mi hai mai lasciata sola. Mi avresti rubata e sottratta, il tuo amore non temeva, non teneva conto, era sfacciato, sano e spudorato. Mi fissavi, mi spogliavi in mezzo al mondo e mi avresti anche mostrata, ma mai concessa a nessuno al di fuori di te. Non ti importava delle regole, dei modi giusti per dire le cose, delle esagerazioni e dei compromessi, dicevi il tuo amore così come era, non lo camuffavi, nascondevi, trattenevi, lo lasciavi andare, lo scatenavi contro di me come fossero cavalli selvaggi. Mi chiamavi strega e mi penetravi prepotente e romantico. Eri un fascio di muscoli nervosi e protett

Non dimenticare amore

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Non dimenticare amore che questa vita è una grandissima presa per il culo. Non devi dimenticarlo mai. Una enorme e complessa presa per il culo, dall'inizio alla fine. A tratti diventa di così cattivo gusto da darti la nausea perenne. Altre volte esagera e si accanisce, insiste, sfianca, distrugge, accartoccia, toglie, cancella, sottrae. Questa vita non serve a niente forse. E' tutta un'impalcatura fondata sulle nostre invenzioni e forse anche il nostro amore è un'invenzione, uno scherzo, un'allucinazione. Ricorda amore mio, esistere non è una cosa seria, siamo fatti di niente ed il cuore si ferma, ed il respiro si arresta, ed i medici, ed i protocolli amore mio, si perdono nel tempo in cui sono stati considerati importanti. Nel frattempo non possiamo far altro che vivere, partecipare allo scherzo, essere parte dell'inganno, tentare di insegnare ai nostri figli come sopravvivere, come è stato insegnato a noi, anzi meglio, credendo di essere più bravi.

Viva

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Ho scoperto che le fitte di dolore causate dall'amore sono simili alle fitte di gioia causate dall'amore, mi sono accorta che sono allocate nel medesimo posto, occupano lo stesso spazio, prendono e mordono, pungono, non si possono controllare, solo dopo che arrivano siamo in grado di dar loro un nome. Le fitte hanno il senso che diamo loro, prendono il nome da noi, la forma è la stessa invece, uno spacco nel petto, uno squarcio che gocciola, un taglio brutale. Le fitte causate dall'amore assomigliano a quando immergi un piede nudo nell'acqua troppo ghiacciata od in quella troppo calda, si avverte un brivido netto, violento, in quell'istante sembrano la stessa cosa, poi, solo dopo, sappiamo interpretarlo quel brivido. Alcune sensazioni ti sorprendono e ti confondono, offuscano tutto quello che vedi intorno a te, ti fanno oscillare nel passo, ti impediscono il sonno, e ti ritrovi sveglia nel cuore della notte senza poter fare altro che sentirti indecentemente vi