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Visualizzazione dei post da 2016

Una favola di Natale ricevuta in regalo

Favola natalizia tradizionale Lappone (surrealista o più verosimilmente con grossolani errori di traduzione) Era la vigilia di Natale. Lui si presentò così come se ne era andato, all’improvviso. Lei posò in grembo l’incudine che stava ricamando e lo guardò. Lui pensò che lei non era mai stata così bella. Lei si disse che lui le piaceva come le era piaciuto fin dal primo giorno. Per nulla. Lui sentì arrivargli addosso tutta la loro storia, come un branco di lupi al galoppo che raggiunge e travolge una bicicletta al formaggio. Lei vide che dopo tutto questo tempo lui aveva ancora tutti i suoi arti. Quattro. Quanti pomeriggi uggiosi aveva passato a contarglieli. Quegli arti. Dopo tutto questo tempo. Qui, ora. Li ricontò per essere sicura di non sognare. Lei se lo trovò in piedi a meno di un passo dalle sue ginocchia. Si alzò in piedi e l’incudine cadde. I metatarsi di lui furono in un attimo solo un lontano ricordo. Sul viso di lui solo per un istante apparve una imp

Quasi Natale un nodo e la tredisema

Sarebbe dovuto partire con il pullman all'alba, un viaggio lungo, con delle luci da vedere vicino al mare, ed un ritorno in orario quasi notturno, lei era agitata, nel suo silenzio, senza verbalizzarlo a nessuno, ma era agitata. Quella era la sua prima partenza da ragazzo invece che da bambino, era questo forse il motivo di tanta ansia?oppure era il lento, inevitabile e sano distacco che una crescita crea fra madre e figlio, un distacco dei corpi, la riduzione della vicinanza delle mani, le coccole ed i baci che diventano meno fluidi, meno spontanei, più impacciati? Cosa le annodava lo stomaco in quel lungo venerdì con tre gradi ed un cielo pulito come un vetro lavato? Si sentiva in allerta, rapida e confusa nei movimenti e nella gestione di quella giornata nella quale, tendenzialmente mascherava solamente l'attesa. Stava attendendo, ogni momento trascorso era un pezzo di attesa che diminuiva di ore ed aumentava di intensità. Lo aveva lasciato andare, sapeva che non aveva

Pacchetto medie

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Nel pacchetto "figlio alle scuole medie" ho trovato: -un linguaggio assurdo fatto di frasi ripetute tipo "eh, volevi, guarda che faccia" -baci più rapidi -risposte piccate -linguaggio tecnologico da video game oscuri -scatti d'ira -eliminazione inaspettata dei pantaloni del pigiama, associata a presenza unica di boxer -sistemazione mattutina dei capelli ribelli, mai avvenuta prima -richiesta di acquisto pantaloni stretti sotto e felpa nera con cappuccio -sarcasmo -ironia cinica -ritiro libretto verde per le giustificazioni -estenuante attesa per parlare con i professori che non ricordano bene chi sia il suddetto ragazzino: "per favore mi descriva com'è fatto" -due insufficienze brucianti -una festa-battaglia-spara colori -nessuna recita di Natale da piangersi tutto il rimmel che mi porto appresso -critiche ai miei panini imbottiti con tanto amore e fantasia (sempre questo crudo di San Daniele, questo cotto i.g.p, questa insalata m

Differenze-multipla parte

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La notte precedente lei dorme poco, si sveglia spesso, resta con gli occhi aperti nel buio denso. A lei piace dormire completamente immersa nell'oscurità, tranne che per piccole fessure di luce di luna, ricavata fra le stecche delle serrande. Nell'agitazione di un sonno che non arriva, immagina come si vestirà, abbina le calze all'intimo, ripercorre i gesti con i quali si truccherà gli occhi, anticipa i movimenti che farà per indossare gli stivali ed il cappotto, ipotizza gli argomenti della lezione, gli appunti che prenderà, saranno certamente pochi e scritti disordinatamente, lei preferisce ascoltare. Nella notte precedente lei quasi sente scorrere fra le dita, la matita che infilerà ad un certo punto fra i capelli, riesce persino a vedere lui che punta gli occhi sulla sua nuca scoperta, così tenera e calda, da infilarci dentro una carezza. La notte le sembra lunghissima anche ora, mentre sdraiata bocconi, cambia completamente l'abbigliamento che aveva deciso f

Mi sono spogliata

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Mi sono spogliata dentro al bagno del centro congressi, ho scostato i capelli dal mio collo, mi sono guardata a lungo. Mi sono trovata bellissima. Ero talmente bella che mi sono commossa, la tenerezza con la quale ho iniziato ad osservarmi era viva e palpitante. Ho ripercorso la mia bellezza nelle ginocchia di bambina, nel naso che mi pulivo sulla manica del grembiule, di tutto quello che ho annusato e custodito dentro al cuore, bella nelle canzoni che avevo scelto, nelle mie braccia che hanno cullato e consolato, negli occhi che non sanno mentire né celare, nella spinta che parte sempre spontanea e senza calcoli, bella nella paura matta e nel coraggio inaspettato, bella nella sopportazione del dolore e nel lamento. Mi sono trovata bellissima ed ho continuato a guardarmi per scoprire fino a dove lo fossi, fino a quanto. Ero bella nei seni caldi che avrei continuato a donare senza freni né protezione, nel latte e nelle lacrime che ci sono scivolate dentro e sopra, nelle torte che

Poutpourri d'autunno

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La mattina aveva trovato una lettera vera nella buca della sua posta, era scritta con inchiostro blu, dentro ci aveva trovato poche righe belle ed una carta plastificata, per conservare la tua bellezza, c'era scritto. Lei aveva sorriso, amava le sorprese, adorava le lettere. Era andata in profumeria con il suo solito mal di testa esplosivo, intorno all'ora del pranzo, non c'era nessuno, solo la commessa, la commessa che la serviva spesso. Aveva staccato la sua gift card dalla lettera davanti a lei, aveva iniziato a raccontare di loro, della scrittura fitta ed intensa, del loro rapporto intimo senza mai essersi visti né sentiti, delle sorprese, l'ultima questa. Aveva girato fra gli scaffali cercando di non farsi prendere dall'euforia e tentando di fare acquisti ragionati. L'euforia l'aveva travolta e non aveva ragionato neanche per sogno. Come sempre d'altronde. Tutto era così profumato e scintillante, tutto sapeva del percorso di bellezza del qua

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori

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Era la luce dei tuoi occhi?Fallo brillare ancora, diamantificazione delle ceneri a partire da 4.500 euro. Tuo marito era pesante, pignolo e brontolone?trasformalo in una palla al piede.Piombificazione delle ceneri a partire da 3.500 euro. Tua moglie era assillante, grassa e rompicoglioni?trasformala in una sveglia trillante che ti strappi dalle lenzuola alle prime luci dell'alba.Sveglificazione delle ceneri a partire da 3.000 euro. Tua suocera era criticona, attaccabrighe, aggressiva come un mastino?trasformala in un piercing da fissare ai testicoli, a partire da 2.800 euro, testicoli esclusi. Ovviamente si garantisce che tutti i lavori verranno eseguiti a regola d'arte e che saranno belli da morire.

L'amore assomiglia

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L'amore non c'entra con le promesse, i matrimoni, i giuramenti. L'amore non è per sempre, cammina ad onde instabili dentro di noi, a volte si infrange sugli scogli ed allaga qualsiasi cosa si trovi davanti, altre volte si asciuga e viene risucchiato all'indietro, seccando anche gli occhi. L'amore non c'entra con il per sempre e la fedeltà. L'amore è uno stato impermanente, fragilissimo ed intenso,simile ad un'allucinazione. L'amore è un momento in cui si riesce a cogliere il nucleo pulsante dell'altro ed a prenderlo in braccio, a vederlo, a guardarlo con cura. L'amore è riuscire a cogliere la sua essenza nascosta senza sforzo, e riuscire a cantarla, a raccontarla agli altri. L'amore assomiglia ad un tratto di barba che ti riempie il cuore di tenerezza. L'amore assomiglia ad un maglioncino nero morbido che vorresti stringere a te ed appoggiarci la tua guancia stanca. L'amore assomiglia ad una ciglia piegata che hai notat

L'umanità soffre ed io non sono da meno

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C'è chi va a correre tutte le mattine al parco, che nevichi o sia la vigilia di Natale, che diluvi o ci siano quaranta gradi all'ombra, sempre, inderogabilmente. C'è chi si tatua dappertutto, ogni centimetro di pelle, martellandosi collo e natiche con aghi ed inchiostri. C'è chi spende ogni centesimo dei proprio soldi ed ogni minuto del proprio tempo, per comprare, lucidare, sostituire, pulire ed esporre la propria macchina d'epoca. C'è chi partorisce otto figli uno dietro l'altro, chi fa la spesa in sedici posti diversi basandosi su una speciale mappatura dei prodotti al miglior prezzo (l'aceto bianco solo da Carrefour, lo zucchero solo da Lidl, il trancio di speck unicamente all'Ipercoop). C'è chi ingrassa a dismisura, mangiando continuamente roba schifosa e fotografando ciò che mangia,gente che arriva a pesare più di 100 chili già a vent'anni e non può più correre nè allacciarsi le scarpe, chi è talmente magro da non riuscire a cammin

Dormo sola

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Dormo sola dentro ad un nodo di rabbia e silenzio. Dormo su un fianco raggomitolata in una palla di energia che non fluisce e con un respiro che non sa prendersi l'aria. Dormo sola con addosso la contrazione di una chiusura che non mi somiglia. Dormo presto senza carezze, senza un abbraccio sulle spalle. Dormo di sogni incredibili e pancioni e figli mai nati. Dormo sogni di latte tiepido dai seni ed inseguimenti senza fiato. Dormo con un libro stropicciato accanto e l'orologio di mio figlio sul comodino con la sveglia puntata all'alba. Dormo a strappi di dolore sui fianchi e morsi sul collo di tensione e spasmo. Dormo dentro ad un cerchio piccolo di freddo improvviso e cerco la coperta e poi la scalcio di sudore. Dormo sola con i capelli sciolti, la crema sul viso ed una specie di preghiera sulle labbra. Dormo senza poter raccontare e sorridere e raggiungere. Dormo senza una buonanotte nè occhi che mi guardino dormire. Dormo sola senza consolazione nè baci, sen

La prossima volta ed un cactus

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La prossima volta, giuro, ci farò caso. Al prossimo giro starò attenta. Cercherò di occuparmi delle mie inclinazioni, di quello che mi piace, di sfruttare le mie possibilità. Starò attenta a me, al mio nome, alle mie cose. Mi difenderò ancor prima di cercare chi possa difendermi,mi batterò per me, prima di dannarmi a trovare qualcuno che lo faccia al posto mio, mi guarderò dritta in faccia senza sconti, senza trucchi e matite a mascherare, colorare, mimetizzare, guarderò il mio viso senza inganni. La prossima volta indagherò, studierò, scaverò, e poi salirò in superficie a cercar aria e leggerezza. Al prossimo turno ci sarà tempo e modo per sputarmi in faccia e ripartire da lì. Mi accorgerò del mio posto senza prima cercarne uno accanto ad un uomo. Senza rabbia, farò tesoro di quello che ho imparato e cercherò di limitare difese e teatrini della mente. Non fuggirò i miei sogni ignorandoli, non tradirò le mie passioni maltrattandole. Sarò più attenta ad essere me, senza prop

Almeno

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Una sera, tornando dal mare quando già il cielo era buio e qualche stella iniziava a far capolino sopra le nostre teste, procedendo verso la macchina, siamo rimasti rapiti dalle villette che ci si paravano davanti. Villette bianche traboccanti di bouganvillea, con giardini perfetti, decorati da pini, e sicomori e siepi fitte ed odorose, villette perfette con i loro abitanti intenti a grigliare pesci, a pettinare figlie dai lunghi capelli ancora bagnati di docce appena fatte, qualcuno di loro che giocava a carte, qualcun'altro che preparava aperitivi e sorseggiava lento dondolando su amache sformate dall'ozio. Eravamo tutti e quattro zitti, in silenzio a guardare questa pubblica intimità fatta di costumi messi a sgocciolare su fili che attraversavano i giardini profumati di zampironi e citronella,di corpi avvolti in teli o vestiti leggeri, di abbronzature che incendiano le pelli dopo l'ultimo bagno al mare, quando io interruppi il silenzio per dire:"mamma mia che se

Apulia

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La terra rossa e grassa si sbriciola sotto ai miei passi, carica di fichi ed olive e mandorle, si lascia soffiare sopra aria piccante e salata che arriva dal mare blu. Respiro piano, è presto, dormono tutti e ieri sera abbiamo fatto tardi davanti al fuoco, intenti a grigliare pesce e pannocchie dorate, pannocchie dolci come alle feste dell'Unità di quando ero bambina. I taralli con la crosta liscia da accarezzare con la lingua fino a scioglierli lentamente, la doccia nuda in mezzo alla campagna, e salire sui tetti dei trulli per asciugarsi sulle chianche roventi, guardando solo il cielo e la chioma d'argento degli ulivi contorti in un abbraccio secolare. I paesini bianchi come un pugno nell'occhio, girano a satelliti intorno alla conca della valle d'Itria, puntinata di macchie chiarissime e campagna ricca e sfacciata. Il vento agguanta i capelli che si lasciano andare e sedurre e portare via senza resistenza. Nel costume quel calore antico, l'umido del mare, l

Il motivo antico del mio Amore

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Abbiamo finalmente trovato uno spazio per piangere insieme, nessun'altra persona davanti, in mezzo, accanto,eravamo di colpo solo noi. Siamo riusciti a fermare il giro vorticoso del lavoro, delle cene, dei bambini, delle riunioni e della spesa e ci siamo ritrovati dentro ad un buco. Un buco vuoto per fortuna, tutto per noi. Ci siamo sdraiati, mi sono aggrappata alla tua camicia, mi hai detto "sbottonala". L'ho sbottonta e per la prima volta, dentro, non ci ho trovato il solito percorso per l'amore, ma un singhiozzo. Ci ho trovato il tuo dolore, che è solo tuo, non assomiglia affatto al mio, ma è comunque lo stesso dolore. Abbiamo pianto insieme senza mani davanti, senza freni, senza nasconderci. Abbiamo pianto insieme senza consolarci, ti sei confidato, ho ascoltato zitta, non ti ho rassicurato, prendevo ogni tua parola spezzata dal pianto e la custodivo senza violarla. Ci siamo toccati ovunque, respirando lacrime. Ti ho scoperto nudo e disarmato, non

Il silenzio inutile

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A volte, vivere è un po' come quando dormi accanto a qualcuno che russa fortissimo. Non riesci a dormire, ti giri da una parte all'altra del letto, sbuffi, respiri a fondo, ti tappi le orecchie, non sai cosa daresti per un pochino di silenzio. Poi inizi a non poterne più di quel rumore assordante e della mancanza di sonno, allora fischi, emetti dei suoni assurdi con la bocca come se chiamassi un gatto lontano, e d'improvviso riesci ad ottenere il silenzio tanto agognato. Questo silenzio perfetto ha i minuti contati, speri di riuscire ad addormentarti durante questo pochissimo lasso di tempo pacifico, ma in realtà sai che fra poco verrà di nuovo interrotto bruscamente, con il solito, molesto e sguaiato rumore, allora è un silenzio come gli altri silenzi, ma non serve a niente. Neanche a dormire un poco.

Sulla ruota

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Le mani si muovono velocemente ma non le guardo. Le gambe camminano svelte ma non le seguo. Vado e vado dentro un tempo rotondo come la ruota di un criceto, stesso percorso, intensità crescente, difficile scendere e prendere fiato. Poi, improvvisamente capita che cada fuori dalla ruota, scaraventata dalla velocità, inciampata per un passo falso, una sovrapposizione di stringhe e di sentimenti, succede che capitomboli a terra, che alzi la testa e finalmente possa guardare. Da terra, da un lato, da lontano, per un dolore od un contrattempo, guardo la ruota ed il più delle volte mi fa paura, anche se è la mia ruota, soprattutto perchè è la mia ruota. Dentro alla ruota ci sono gli ostacoli che ho disseminato lungo la mia vita, le cose che non ho fatto, quello in cui non ho creduto, le occasioni perdute anche se erano fra le mie mani. Dentro al perimetro della ruota ci sono gli errori, i rimpianti, le dimenticanze, le sovrapposizioni, i malintesi, dentro c'è tutto quello che ho a

La piccola guerriera

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Ti sei ammalata all'improvviso, come fanno tutti i malati, prima stavi bene. Però a ripensare a quando stavi bene, ci sembra proprio ingiusto, oggi che stai male. Sei una piccola guerriera e forse nessuno si aspettava che lo fossi. Per una vita ci hanno detto che eri fragile e come fragile ti hanno trattata, ti abbiamo trattata, ma mi sa che ci siamo sbagliati tutti. Sei un microbo di nonna con un muso impertinente, e fino a poco tempo fa ti sei rubata la merenda dei nipoti, riempendoti le guance e dicendo:" bhe che c'è?anche le nonne devono mangiare". Sei uscita da due operazioni difficili e lunghissime, alzando la mano per salutare i tuoi figli, li hai voluti rassicurare come prima cosa. Hai superato degenze e diagnosi tremende, batteri sanguisuga e dottori cinici. Ora hai ripetizioni in tutti gli organi, così dice la tac. Si ripete lui, non contento di essere quello che già è da solo, si ripete per invadere, e distruggere. Tu ci sei ancora, ci sono ancora

Il tuo profumo

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Dopo otto ore di separazione causa lavoro, io ed i miei bambini ci ricongiungiamo, mio figlio piccolo mi bacia, si stropiccia, mi annusa all'altezza della pancia-seno, lì dove ora mi arriva con la sua testolina. Guarda verso il mio viso e mi dice:" mamma, lo sai qual è la cosa più bella del tuo fisico?" Rispondo io, tremando un po':"non lo so tesoro dimmi" "il tuo profumo è la cosa più bella" Ancora io: "il mio profumo, maddai, e com'è il mio profumo, che profumo ho?" Lui:" profumo di mamma"

Una specie di spinta

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Ormai ci si sveglia ogni mattina e ci si addormenta ogni sera, è una specie di spinta insopprimibile. E' come una palla al centro del costato, una palla infuocata ed ingestibile che non l'abbandona mai. Certe volte questa spinta si fa mordace, le muove il corpo, le quadruplica i passi. Questa sfera di energia inutile ed incontrollata deve essere infilata quotidianamente dentro ai suoi impegni di lavoro e famiglia. Questo tondo irrefrenabile che le si agita dentro, non ha un nome e la sua origine è quantomeno vecchia ed indecifrabile. Questa specie di spinta fortissima deve essere incastrata dentro al pranzo di fine elementari, nei compleanni, nei brevetti di nuoto, nelle visite oculistiche, nei bilanci pediatrici, nelle relazioni cliniche, nei test di valutazione, nella rata del mutuo, nella cena da preparare, nella dichiarazione dei redditi, negli scontrini della farmacia accumulati e sbiaditi . La spinta propulsiva che si nutre di sè stessa e consuma anche le sue ore

Oggi

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Oggi mi chiedi di infilare in valigia per il tuo campo scuola, un profumo "da uomo per favore mamma", e così il Breeze Man finisce accanto a Mimmo, il tuo orso morbido che non hai mai dimenticato. Oggi ti pettini davanti allo specchio mettendoti di profilo, aprendo il palmo delle mani e facendo delle espressioni con il viso, delle espressioni che non ti avevo mai visto fare prima d' ora, poi ti allontani dal bagno, ti siedi a fare colazione e ti incanti a guardare "Boom e reds" il cartone con i funghetti che fanno indovinare al gigante, il contenuto del loro disegno. Oggi mi spingi via poco dopo il nostro arrivo ad un raduno con i tuoi amici e poi vieni a cercarmi di notte perché hai fatto un incubo tremendo e sarebbe bello dormire un po' rannicchiato accanto a me nel lettone. Oggi mi contesti, mi gridi addosso se ti vieto qualcosa, piangi di rabbia e sbatti gli oggetti, poi mi chiedi se ti guardo mentre giochi con la pallina di carta e magari ti faccio

Memoria

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Capita di ritornare nei luoghi dell'infanzia, capita circa trent'anni dopo, inaspettatamente, una domenica mattina di primavera, con i tuoi figli sudati e tua madre emozionata. Capita che scendi e ritrovi l'odore delle siepi, che ti investa la scia del cloro delle piscine dove hai imparato a nuotare. Capita che ti avvicini al bordo vasca e ti sembra di risentire le cose sceme che dicevate tu e tua sorella sott'acqua e che dovevate indovinare a turno. Capita che risenta sulla lingua il sapore delle lasagne della mensa e della loro millefoglie con granella di nocciole, capita di risentire il gusto dei tramezzini e della lemon soda, trangugiati dopo i bagni eterni. Capita che ti senta ancora una volta strappare i capelli dalle cuffie di plastica rossa,50 lire in una busta trasparente, da infilarsi in testa cariche d'acqua come gavettoni per poi sistemarle con le dita, 1500 lire per quelle di stoffa ma era raro potersi permettere un lusso così. Capita che cammin

Chat

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Ci sono le chat della scuola elementare, quella della materna, quella per il regalo alle maestre delle elementari e quelle per il regalo alle maestre della materna, la chat dei cugini, quella del regalo di compleanno per il collega di turno (cambia di volta in volta il titolo e l'immagine del profilo). C'è la chat delle amiche della palestra nella quale si allegano foto di squat e crunch da fare comodamente mentre si gira il sugo, quella dei condomìni dove ci si azzuffa per i cornicioni pericolanti, quella dei colleghi di lavoro per scambi professionali, quella del campo scuola per aggiornamenti in tempo reale:" si stanno lavando i denti, ora dormono, stanno digerendo, il pullman viaggia ad una velocità media di 100 km orari", c'è la chat della comunione dove ci si scrivono consigli e fotografie allegate di bomboniere orripilanti e confetti al gusto ricotta e noci, nomi di servizi catering che vantano i tramezzini più farciti della zona, c'è la chat sorelle

La giostra

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Le cose accadono. Siccome si vive, le cose accadono. Inutile sperare che non possano accadere, vorrebbe dire sperare di non vivere. Impossibile tentare di non sudare, se si sta correndo. E' come una giostra questa vita. Ci sono giri leggeri pieni di vento e respiri a bocca spalancata, ci sono giri nauseanti, alcuni lunghissimi e noiosi, altri in cui sembra di girare nel senso opposto, alcuni in cui non facciamo altro che urlare: "basta voglio scendere", altri ancora da far saltare il cuore in gola. E' come una giostra questa vita, con giri nel sole ed altri al buio più completo, giri violenti che strappano la pelle e risucchiano gli occhi, altri più lenti e deliziosi, alcuni in cui ci si trova a pregare che non finiscano mai. Accanto alla nostra giostra girano vorticosamente le altre, alcune sconosciute, altre che ci sono più care della nostra stessa giostra, ed allora le si guarda girare, si prova a scendere per migliorarne la traiettoria, per modificarne il

Vi auguro

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Vi auguro di avere un divano sformato e logoro per tutta la gente che ci si siedera' sopra. Vi auguro natali pieni di chiasso e persone amate. Vi auguro montagne di piatti sporchi per l'ennesima spaghettata con gli amici. Vi auguro bicchieri di vino bevuti con gioia e coscienza. Vi auguro viaggi e treni e blocchi per appuntarvi tutto ciò che vorrete. Vi auguro concerti bellissimi da ascoltare direttamente dentro alla pancia. Vi auguro porte sbattute dalla rabbia per una storia alla quale tenevate molto. Vi auguro scelte difficili e piene di passione. Vi auguro temporali da annusare nell'aria poco prima del loro arrivo. Vi auguro di essere generosi e di non far mai troppo caso ai soldi. Vi auguro cantate e balli sfrenati. Vi auguro albe frizzanti e tramonti estenuanti per la loro lentezza. Vi auguro di farci caso sempre. Vi auguro non vi imbratti la corruzione e non vi sporchi la falsità. Vi auguro compromessi non troppo dolorosi. Vi auguro di prendervi cura,

Con i baci

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Lui l'aveva conosciuta camminando in montagna, l'aveva vista e l'aveva capita. Sei meno di zero le aveva detto, ma poi la desiderava, la voleva per sè, vicino. Sei meno di zero, si ripeteva lei, e come frase d'amore le era sembrata parecchio strana. Lei era una selvaggia, giovane, spettinata, sola e senza vestiti nell'armadio della casa nella quale viveva con un cane femmina dall'orecchio moscio. Lei ed il suo cane femmina, un giardinetto striminzito che amava, giardino che adornava per accoglierlo, con candele e tovaglie colorate, la musica diffusa intorno,un ombrellone bianco. Cucinava per lui piatti senza radici, cercando di stupirlo, di coccolare il suo palato, di sedurlo, di renderlo dipendente da lei, dalla sua casetta irregolare, dal suo cane femmina, dal suo modo di fare l'amore, dal suo dormirgli accanto ed ascoltarlo con la bocca aperta mentre parlava. Lei era giovane e tutte le sere gli saltava al collo con un tuffo allegro del corpo intero

Quando lei arrivava

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Quando lei arrivava lui la sentiva prima che arrivasse. Piombava come può fare una sciagura, fra capo e collo. Faceva il chiasso di un gruppo di ragazzini, il suo arrivo era forte come finestre spalancate d'improvviso. Cambiava l'aria in un colpo, diventava più fresca, più pulita, più frizzante. Lui alzava il naso ed annusava in giro, lei era lì, al suo stesso piano di lavoro, dall'alto poteva talvolta guardare il suo ingresso nel grande ufficio. Scendeva dal suo abituale taxy sempre trafelata, la spalla del cappotto scivolata in basso, la borsa a tracolla come le studentesse, i capelli perennemente spettinati, lunghissimi, spesso fermati da una matita mentre si metteva a fare le telefonate per la segreteria. Indirizzi, cartelle, numeri di telefono, aveva tutto sotto controllo sempre, almeno a lui sembrava così. Un ordinato disordine, solo lei sapeva raccapezzarcisi. Quando era malata non era praticamente sostituibile in tutto quel marasma che aveva lasciato il gi

Che razza di amore è?

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Fratello maggiore rivolto a fratello minore:" però tu non vuoi bene al tuo peluche Yuma come io voglio bene al mio peluche Mimmo". Il fratello più piccolo risponde con faccetta triste e confusa, la madre riversa bocconi sul letto, al termine di una giornata normotipo indi devastante, decide di intervenire: " sai figlio mio più grande, non è giusto fare sempre paragoni fra te e tuo fratello piccolo, giudicando in maniera negativa ogni cosa che vi rende diversi, te lo dico con il cuore in mano perché tu mi somigli molto ed anche io spesso tendo a pensare che se qualcuno non ama alla mia stessa maniera non ama bene e punto, tendo a credere che esista un solo modo di amare e tutto il resto è una scusa, ma vedi figliolo, fare questo è sbagliato perché ognuno possiede il proprio modo di amare e questo non andrebbe mai misurato, prendete me e papà, siamo molto diversi in coppia, io bacio, abbraccio, faccio coccole, complimenti e lui no, questo non vuol dire che mi ami di meno

Quando lui arrivava

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Lui arrivava sempre senza preavviso, lei iniziava a sentire il soffio della sua voce, una specie di soffio coperto di miele, aveva sempre un tono basso, placido, eppure parlava fitto fitto. A quel punto, qualunque cosa lei stesse facendo, qualsiasi cosa si fosse ripromessa di non fare l'ultima volta,si sentiva rimescolare. Il viso avvampava, le orecchie si facevano calde, diventava irrequieta, iniziava a muoversi. La cosa che le faceva più rabbia era che si confondeva, d'un tratto si confondeva tutta, faceva fatica a rimanere concentrata su un qualsiasi stupido compito, invertiva l'ordine alfabetico delle cartelle, mischiava le fotocopie, smarriva indirizzi e numeri. Questa confusione la riempiva di rabbia, il fatto di non essere affatto in grado di controllarla, di non poter continuare a nuotare dritta dentro al mare che le si increspava all'improvviso, la faceva vacillare ancora di più. Rabbia e confusione la venivano a scuotere dentro al silenzio del suo lavor

Le sue cicatrici

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Lei non voleva più cose romantiche, fiori, atmosfere, abiti eleganti, cene, lei cercava l'incontro. Cercava in ogni incontro un incontro. Non sentiva il fremito della speranza che questa fosse la volta buona, la premura dei progetti, la spinta del desiderio di essere finalmente accanto all'anima gemella, cercava proprio lo scambio, la vicinanza, la complicità, due esseri umani a confronto, vicini, disponibili ad esserci in quel momento, uno per l'altro. Lei era cresciuta, un pò invecchiata ovunque, credeva nella possibilità di incontrarsi,di avere un senso per qualcun'altro, di poter entrare in macchina, sentire una fitta di nostalgia, un movimento interno grazie al quale lo avrebbe cercato, chiamato, rivisto. Quello significava ora stare insieme per lei, sentire la sua mancanza, la mancanza di loro due, della forza sublime del loro incontro segreto, del sussurrarsi piano sulle bocche mentre il mondo fuori continuava a sbranare, ad urlare, a rincorrere. Improvvisa

Ti ho sentita

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E' successo oggi, come sempre d'improvviso, quando non me l'aspettavo. Ho visto quella tua luce che sottolineava ogni profilo, che segnava ogni piccola curva, illuminava venature e svelava trasparenze. Ho annusato strisce di aria che sapevano di te in maniera inconfondibile. Eri dentro ai suoni appena percettibili, un andare e venire frullante di ali e cinguetii, un rimestio sommesso, un sottile brulicare. Eri sopra ai miei passi veloci, eri onde nere vorticose sincrone e perfette, disegni sempre diversi fatti di puntini scuri e palpitanti, coreografie da incantarsi e rimanere con la testa rovesciata indietro per osservarle. Eri dentro ad una striscia rossa di sole che ha indugiato più a lungo sopra ai palazzi, sulle teste dei bambini all'uscita di scuola, accendendo nuvole dense. Eri nascosta nel giaccone che ho lasciato sul sedile della macchina perché il giorno era tiepido come una carezza e me la voleva prendere tutta questa carezza che tornava da me dopo mes

Opposti

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Quando faccio tre giri di quartiere per cercare il parcheggio sotto casa poichè ho la macchina carica di figli e zaini con peso specifico che sfiora la tonnellata, buste della spesa in fibra di mais scoppiato a vapore,computer pesante-sega capsula omerale,10 kg.di patate di Avezzano in offerta,libri in multistrato di faggio e per giunta piove a dirotto, quando alla fine mi arrendo, parcheggio lontanissimo, mi carico come un mulo, brancolo senza equilibrio tentando di tenere per mano i miei bambini, arrivo sotto casa, ma proprio sotto casa, con il fiatone, le fitte dolorose che si rincorrono su tutta la colonna vertebrale, le buste già slabbrate, il contenuto ad un passo dall'asfalto... e lui o lei, con la faccia beata e non curante, esce placidamente dal parcheggio più vicino al cancello d'entrata di casa nostra, lasciando un vuoto immenso. Quando è venerdì mattina, ho già portato i miei bambini a scuola, la casa è silenziosa e tiepida, quando preparo il caffè, monto la schi