Bambina




Pioggia e tuoni di un'estate mai arrivata, i vetri tremano, ho freddo, mi piace coprirmi.
Mi piacciono i calzini nuovi, l'odore delle mercerie, quando mi passi le mani fra i capelli lasciando tracce e solchi come un aratro nella terra da seminare.
Mi piace l'autunno delle estati pazze, un'idea di torta con lo zucchero a velo e le mele affettate sottili, ho preso lo shampoo che usavo quando eravate tanto piccoli, potete usarlo ancora in fondo.
Lei piange e trema, vuole starmi sempre addosso, guaisce se mi allontano, dorme accanto a me, viene a svegliarmi di notte per leccarmi un nuovo bisogno sul dorso della mano.
Forse vuole dei cuccioli.
Forse vuole che quel latte possa nutrire figli.
Il fuoco acceso tutte le sere che starò lì con voi, comprare un sacco di legna e delle ciambelline al vino rosso.
Respirare quel lago fermo, salire fino in cima alla montagna e guardare, semplicemente guardare.
Cadere con una caviglia piegata dentro ad un'orma di fango e zoppicare fino a casa, fino al ghiaccio.
Papà è tornato.
Non ho bisogno di una vacanza, ho bisogno di cambiare, voglio un'altra cosa per me, per voi.
Settembre aspetta i miei cambiamenti da tanto tempo e quando ogni anno non arrivano, mi schiaccia la testa con vertigini e sudore di freddo.
Voglio il lenzuolo anche se fa caldo certe notti in città.
I libri li leggo e li accartoccio dentro la mia memoria, alcuni li sovrappongo, li dimentico, altri li sposto, li strappo.
Non è questa forma la forma che vorrei per me, non è mia questa ombra che mi segue, tonda e curva, affaticata e molle.
Lei canta come quella notte in cui abbiamo dormito uno addosso all'altro, canta e la pioggia segue la sua voce implacabile, le note di una canzone che scivola come acqua caduta, precipitata da luoghi lontani.
Hai storie e posti da portarmi ogni volta che torni e dolci e prosciutto ed io per te candele senza fiammiferi ed un olio che non usiamo mai.
Stasera inizierei a mangiare come una bambina stanca ed affamata, ma senza foga, solo ad occhi spalancati, per fare i bocconi più grandi delle mie voragini, attenta a non smarrire neanche una briciola di te, per vedere il gesto che fai mentre mi imbocchi.
Il pigiama d'autunno addosso alle mie forme troppo piene, ho ancora fame, non smettere.
Sciuperò il grasso in un altro tempo, non ora, non posso.
Pioggia e tuoni in questi giorni di solitudine ed aliti di vento pieni di ricordi nuovi.
Scie di sogni a tenermi il sonno, dietro la nuca la tua mano che talvolta mi pare di sentirla davvero e mi sveglia come mi svegliano i baci.
E' una ninna nanna questa canzone dolcissima ed il latte che mi scivola addosso è questo cielo fradicio d'acqua, e le curve ed i chilometri di questa estate senza vacanza.

Perchè sono grande,sono donna, sono madre, ma sono anche la tua bambina.




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