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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

Danza d'autunno e fame

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Ascoltando una canzone, una milonga de amor dei Gotan Project, accennando un tango in salone da sola, avremo sempre Parigi, due anni fa Venezia ed i seni e la testa in esplosione, i tuoi regali accatastati fra i cassetti e le attese, un vaso che ho appena comprato si è spaccato in mille pezzi, io non compro vasi, questo mi piaceva era color malva, non ho più voglia di annaffiare tutti quei quadrifogli spumeggianti, pieni di vigore, ho creduto al tuo amore invece tu lo chiami "non funziona" parlando di noi. Besame mucho e danzo in salone da sola, sta scendendo il buio, è presto ma fra poco sarà inverno, ho qualche linea di febbre, l'anestesia che mi faccio e mi dico "come sto bene, ma guarda come sto bene, incredibile, vedi sto benone", cosa ti lascio di me e di te io cosa prendo? Prendo quella sera, in agriturismo, tornare da te dal bagno, superare tutti ed arrivare da te. Ti ho creduto, non era vero, chiamami come vuoi ma non chiamarmi amore. Ho comprato

Qualcosa o niente

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Ad un uomo incapace di respirare da solo, i medici avevano chiesto:"preferisci ricevere un poco di ossigeno costante tramite una maschera oppure nulla?". Ad un bambino al parco era stato chiesto se preferisse giocare con il suo migliore amico almeno una volta a settimana oppure non rivederlo mai più. Ad un genitore era stato domandato se avesse preferito stare con il proprio figlio almeno ogni tanto piuttosto che niente. Ad un affamato era stato fatto scegliere fra mangiare poco o nulla. Ad un assetato avevano offerto un bicchiere di acqua fresca od in alternativa restare con la gola arsa e vuota per sempre. Ad uno scalatore di montagne ghiacciato dal vento freddo, era stato domandato se preferisse un maglione oppure restare all'addiaccio. Ad un corpo deprivato dal sonno era stata prospettata la possibilità di decidere se dormire qualche ora oppure non più. Ad un innamorato che chiamava la sua ragazza "amore mio", era stato chiesto di decidere se vederl

Amore mio punto

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La prima sera di freddo, la prima notte d'autunno. Sarei corsa da te con più fretta del solito, la smania di vederti allargare le braccia, infilarmi dentro di loro e stare a respirarti a lungo. Sfilarmi le scarpe accanto alla cucina, non le rimetto mai a posto, preparare una zuppa, la prima della stagione, raggomitolarmi sulla tua pancia, la testa sul tuo collo, raccontarti tutto quello che non sono riuscita finora, ascoltarti, in silenzio, prendendomi tutta la meravigliosa consolazione di avere accanto il tuo petto, il tuo odore, la tua voce. Lo stupore di ritrovarci finalmente, una sensazione che fa persino male per quanto è violenta e risana ogni assenza, chiederti di mettere il piumone sul letto, per addormentarci con il suo calore, infilandoci dentro il nostro. Leggere insieme, piazzarci davanti ad uno dei nostri film, farti ascoltare quella canzone che quest'estate mi ha parlato solo di noi. Non abbiamo mai avuto un appuntamento con il dovere, e fare l'amore pe