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Visualizzazione dei post da 2013

Recite di Natale, fermo immagine

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C'è un momento bellissimo durante le recite di Natale dei nostri bambini. C'è un istante veloce, piccolo, microscopico, durante gli appalusi, i canti, in mezzo ai cappellini rossi di cartapesta ed alle dita nel naso, c'è un attimo nascosto fra i cappotti dei nonni, la tosse nella platea, le lacrime dei bambini, le musiche fortissime,i saluti di quelli che urlano "ciao mamma!" dal palcoscenico. Esiste un preciso momento durante il quale ti volti, incontri il viso del padre dei tuoi figli ed immediatamente vi sorridete dello stesso sorriso, vi commuovete dello stesso pianto, vi emozionate della stessa stretta al cuore, dello stesso singulto, della medesima gioia. In quel momento speciale vi riconoscete, siete esattamente voi: il vostro amore, la vostra Famiglia.

Diagnosi familiari

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In ogni casa la malattia ha una risonanza peculiare, ogni famiglia ha una caratteristica risposta al dolore, una personalissima ed irripetibile reazione all'accidente. I genitori crescono i figli accompagnandoli con una serie di credenze e terapie specifiche, spesso avulse e lontane dalle fondamentali conoscenze mediche. Le diagnosi familiari ed i conseguenti protocolli di cura, sono piuttosto rocamboleschi. Ci sono madri che per anni ripetono ad i proprio figlioli ammalati:"hai mal di pancia? lavati i denti vedrai che starai meglio". Altre ancora: "hai mal di testa e sei pallido? ma hai fatto la cacca oggi?", il figliolo in questione ha però frequentemente una età media compresa fra i 40 ed i 50 anni, figli e moglie a carico, un posto di lavoro prestigioso ed una reputazione da difendere. Mani sulla fronte durante il vomito, bagnoli con aceto od alcool per abbassare la febbre(i capelli ne conservano tracce odorose per settimane), caffè amari con il limone

Capitalismo spicciolo

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Ho aperto la pagina della mia posta elettronica e c'erano ben venti mail ricevute, ancora tutte da leggere. Mi scrivevano: Auchan saldo-carta punti Nectar, Promod-ti invitiamo a spendere 60 euro nel reparto pantaloni di fustagno- ti faremo un buono sconto di 5 se dirai la parola "Sdraio" una volta giunta in cassa, profumerie Limoni-compra Lancome con il venti per cento di sconto a fronte di 3500 punti scaricati, segreteria-pensare con il corpo-saper leggere le rughe e trarne una morale, Monte dei paschi di siena-questo mese è sotto di 68 euro mo' so cazzi amari, quiz per le donne che vanno al cinema-rispondi alle domande(la prima dovrebbe essere: "ci sei più andata al cinema imbecille?"),news dalla tua libreria preferita-effettua il corso di giardinaggio pensile ed allenamento dell'olfatto con il grande scienziato austroungarico Gustav La Patat, wodafone-telefonia mobile-ti offriamo un piano tariffario vantaggiosissimo tutto illimitato anche il prezzo

Pausa

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Svegliarsi ed accorgersi di essere svegli, un'altra volta, un altro giorno. Lenti aspettare. Disdire appuntamenti ed impegni. Staccare i telefoni. Rinunciare ad uscire, chiudere porte e finestre. Respirare, indugiare con il pigiama ed i piedi fermi. Quasi non parlare. Un po' di musica, la musica sempre. Un po' di acqua, l'acqua sempre. I bambini dove vogliono, liberi come vogliono, sempre con me però, a terra, sul letto, arrotolati sul divano. Io e loro. Termosifoni e forno accesi. Noi, muoverci piano per casa. Il legno dei mobili e del pavimento, senza parcheggiare. I soldi senza spenderli, il lavoro senza lavorarlo. Neanche un semaforo, un ritardo, una corsa. Tagliare, eliminare, ridurre. Smettere, fermarsi, nessuna meta se non esserci e basta. Nessun luogo da raggiungere se non il cuore. Ascoltarsi senza fretta, senza sbrigarsi, senza accumulare fare. Lasciare che piova e che faccia freddo, ora non ci importa, siamo qui insieme. Annusarci e tocca

Certe volte mi chiedo

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Certe volte, come ora mentre tutti dormono, mi chiedo dove sei. Mi chiedo cosa ti ha portato via in questo modo ingiusto e violento. Mi chiedo cosa ti abbia convinto ad andartene senza voltarti indietro, senza guardarmi negli occhi, senza avere il bisogno di dirmi "vado via". Certe volte mi chiedo cosa stai facendo, quale cibo stai ingoiando, se mastichi come quella volta in piedi con il nostro dolce per due, a piedi nudi in gennaio, o se lo fai in modo diverso senza me. Certe volte mi chiedo chi sei veramente, ma tanto non lo so ancora di me, perché dovrei saperlo di te? Certe volte mi chiedo se guidi la macchina nuova che aspettavi, se vai a piedi, se hai già messo i maglioni di lana che annusavo come un cane segugio, se hai freddo, se mi pensi e se davvero mi pensi, che forma ho nei tuoi pensieri. Certe volte sfioro le calze nere, il copricollo annodato, i tuoi bigliettini dai quali si può ancora indovinare la tua scelta attenta, quasi lussosa di un tempo lungo ch

In una vita

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Non mi appartiene neanche il mio corpo. Però essere tenuta nella mente, rimanere dentro, lasciare una traccia, in qualche modo appartenere a qualcuno, mi fa sentire viva. In una vita ho sempre cercato un posto, anche piccolo ma speciale, accanto alle persone che ho amato. Far parte, aggregarmi, sentirmi compresa, presa, considerata, pensata, sorretta, mi è indispensabile. In una vita ho paura di essere dimenticata, o peggio, vivo nel timore e quindi nella convinzione profonda, di poter essere scordata. In una vita ho riempito molte pagine di diari e quaderni, ho consegnato lettere e poesie, biglietti e pensieri appuntati sui tovaglioli del bar, ho scritto ovunque, solo quando davvero ne avevo voglia. Ho usato le parole scritte per dire, le ho domate, incanalate, spinte, indirizzate e poi cancellate. In una vita ho accatastato righe quando finivo il cambio di stagione e negli scatoloni infilavo fogli, quando facevo la lista della spesa e ci associavo i pensieri, ho aperto il p

Donne, seconda parte, la più bella.

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Amo le donne. Quando nel nevischio sporco dello schermo ecografico si fanno riconoscere dolcemente in utero da un chicco di caffè che solo l’ottusità tenta di definire negativamente come mancanza del pisellino Quando si prendono cura di bambolotti e peluches anziché smontarli e farli uccidere l’un l’altro. Quando apparecchiano per il tè prima di tirare fuori dai cassettoni gli invitati. Quando portano a casa una foglia di acero come fosse un tesoro. Quando disegnano le mamme con gli occhioni, le manone e le tettone. Quando provano a mettere in ordine il mondo a partire dai loro quaderni. Quando pensano che il loro papà non le deluderà mai. Quando parlano con le amiche di un amore che è neve appena caduta. Quando nidificano. Quando danno a un uomo qualcosa di più nobile rispetto ad un gioco che negli anni cambia solo nome. Quando il loro corpo si schiude alla nuova vita. Quando si richiude ma solo in un abbraccio ai figli che sa durare nel tempo senza rendere

Donne

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Mi sorprendo sempre più spesso a guardare le donne. Prima pensavo che un bell'uomo fosse come una bella donna, da osservare ed ammirare, punto. Ora mi capita di pensare che una donna bella sia più bella di un uomo bello. L'armonia di una femmina, le sue curve, i suoi dislivelli, i profili dolci, le punte dei capelli, le pance appena accennate sotto al cotone delle magliette, le borse messe a tracolla, il passo veloce ed incerto, i fermagli scesi fra i ricci indomiti, il gesto lento di allacciarsi una camicetta, il soffio che fanno sulle loro unghie per asciugare lo smalto, l' espressione che assumono mentre aspettano l'autobus, quando fanno la spesa o tengono per mano i loro bambini, tutto di loro mi incanta. La bellezza di una femmina mi appare più piena, complessa, ricca ed articolata rispetto a quella di un uomo. Avvicinarmi ad una donna e sbirciarla, osservarne i movimenti, guardare il modo che ha imparato per spostare la sua bellezza nel mondo, per fare un p

Apologia della banana

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Amo mangiare le banane. Sono però molto esigente in fatto di banane. La banana perfetta per me, deve essere necessariamente: poco matura ma non eccessivamente acerba, grande e soda, di due marche specifiche, tutte le altre, prive di tali caratteristiche, purtroppo non riesco proprio a mangiarle. La banana però è infida: esiste un momento preciso per mangiare la banana giusta e spesso questo momento rischia di sfuggirmi. Compro la banana quando è ancora verde, la sistemo nella fruttiera, ogni tanto le passo vicino e le lancio un'occhiata vogliosa, "troppo presto" mi dico, "troppo immatura ancora", "devo attendere". Non capisco mai come succeda, ma improvvisamente, passandole nuovamente vicino, mi accorgo che è drammaticamente troppo tardi e non posso più mangiarla. La banana oscilla, in un leggero squilibrio temporale, dall'essere troppo verde, ad essere eccessivamente matura. La banana immatura è acerba, allappante, ingrippa i denti, entr

La dieta dimagrante

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La dieta dimagrante è quella cosa che inizi a fare quando hai toccato il fondo della tua autostima, quando ti schifi guardandoti nelle fotografie e ti saltano i bottoni dei jeans, intraprendi la dieta nel momento in cui ti si slabbrano le cerniere, scuciono le gonne, o quando alzi un braccio per salutare qualcuno e subito sguscia fuori la pancia che tenevi segretamente acciambellata sul tuo torace. La dieta è privazione, rinuncia, riduzione, eliminazione, già questo sarebbe sufficiente a renderla odiosa, tutti vorremmo poter aggiungere, abbondare, esagerare nella nostra vita con le cose goduriose, con il buon sapore, con il conforto di qualcosa di piacevole, toglierle e limitarle ci getta in una situazione di punizione, di mancanza. La dieta è quella cosa che nessuno ti aiuta a portare avanti, tutti intorno ti dicono:" ma stai benissimo ANCHE così" oppure: "ma mangia che ti frega!" e tu ti senti in imbarazzo a rifiutare piatti appena preparati, torte di compleann

Puzze e fastidi

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C'è una situazione specifica che mi fa sentire a disagio, mi mette in ansia, mi avvilisce in senso evoluzionistico. Esiste un fatto, un accadimento, una vicenda, che è sempre assolutamente spiacevole quando mi capita: entrare in un bagno, specie quello del posto in cui lavoro, che maleodora. Non sopporto aprire la porta della toilette ed essere investita dall'olezzo fastidioso per le mie nari, non tanto per me e le mie nari appunto, quanto perché immagino che quelli che verranno dopo, i posteri, individueranno me come l'origine di tale maleodore e questo non mi piace. Non sopporto uscire dal bagno, sorridere alla collega e lasciarla entrare in un luogo puzzolente, sapendo con certezza che sei secondi dopo penserà: " oh mamma mia benedetta senti che puzza ha creato questa Silvia, chi se lo sarebbe mai aspettato". Non sopporto essere incolpata di qualcosa che non mi riguarda, non mi tiro indietro quando mi mettono sul banco degli imputati per qualcosa che ho

Il momento esatto

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Amo il momento esatto in cui: Mi sveglio e mi guardo mentre metto i piedi a terra. Trovo una cosa che cercavo da mesi esattamente dove l'avevo cercata per mesi. Rimando dicendo:" ci penserò dopo". Trovo parcheggio. Arriva lo stipendio. Ho un intero giorno di ferie davanti a me. Sforno la torta. Mi siedo per guardare un film in solitaria. Timbro l'uscita dal lavoro. Mi sento così bene che correrei. Riesco a rinunciare ai carboidrati. Mi rigiro nel letto assaporando il cuscino. Fuori piove e noi siamo dentro. Faccio un bellissimo sogno. Scrivo sul mio moleskine con la penna. Compro un libro che mi piace. Passeggio senza meta. Mi sveglio di soprassalto pensando che sia troppo tardi e poi mi ricordo che è sabato. Il sole asciuga i miei panni stesi. Accendo il diffusore di essenze. Mi fanno davvero il cappuccino con la schiuma. Mi scaldo le mani davanti al camino di mamma e papà. La psicologa accetta di prendermi in terapia per un anno. Il parru

Quel tempo

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Quel tempo della mattina presto quando l'aria è frizzante e piena degli odori della stagione, del profumo dei forni, del vento carico di promesse, io non ce l'ho. Quel tempo che è ancora presto e puoi fare cose bellissime come sederti e bere un cappuccino, fare la cacca senza contemporaneamente, allacciare le scarpe ai tuoi figli o scolare la verdura per la sera, io non ce l'ho. Quel tempo vuoto e lento, senza appuntamenti, pieno di possibilità da vagliare, quel tempo da riempire con una passeggiata in centro, un libro su una panchina, una corsa al parco, la visita ad un museo, una mostra di pittura, dello shopping consolatorio, una fuga al mare, del sesso con l'amante, un massaggio in un hammam con un'amica, io non ce l'ho. Quel tempo dopo aver portato i figli a scuola, quando hai ancora i capelli spettinati dalla notte, quando non c'è trucco sul tuo viso, quando i muscoli sono molli di sonno e gli occhi pieni di sogni, quel tempo per decidere cosa ess

L'immortalità di domani

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Credo che dovremmo insegnare ai nostri figli a morire. Penso che insegnare loro a vivere tralasciando la morte, sia un lavoro di dubbio valore, incompleto, insufficiente. Comprendo che sia più facile insegnare ad amare la vita che far prendere dimestichezza con l'ineluttabile fine, anche se talvolta è un'impresa titanica anche passare questo amore. La morte non dovrebbe piombare sulle teste dei bambini come un evento imprevedibile, come una disgrazia nella quale inciampare vivendo, un buco oscuro di cui non parlare ma del quale avere terrore, continuamente, silenziosamente. La morte non è l'opposto della vita ma un'appendice di essa, vivendo si muore. Potremmo crescere i nostri bambini ponendo la loro attenzione sull'immortalità dei piccoli gesti, sul passaggio di ricordi, sensazioni, esperienze, sugli scambi profondi, sul petto uguale al loro padre e le unghie spiccicate a quelle del nonno. Mi piacerebbe far riflettere i miei figli sul fatto che siamo

La Strategia manchevole

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Manco di strategia, non ne possiedo, evidentemente non l'ho ricevuta in dotazione. Non conosco strategie di sorta, manco di tattica, improvviso, vado a braccio da 38 anni, e questo braccio non è che mi abbia portato sempre in luoghi meravigliosi, c'è da riconoscerlo. Non rifletto, non pianifico, non prevedo, non capisco ancora bene il meccanismo di causa-effetto, ignoro la relazione, neanche troppo sottile, che esiste fra le azioni e le conseguenze, sono ferma ad uno stato primordiale, piò o meno collocabile fra i primi due-tre anni di vita. Le cose mi accadono ed io accado alle cose come un accidenti, inciampo negli eventi, mi espongo, rischio, mi mordo le mani, rotolo, mi lancio come un cataclisma, parto, "pio e parto" si dice a Roma. Non ho strategie in amore, amo. Non ho strategie musicali, ascolto. Non ho strategie seduttive, seduco. Non ho strategie comunicative, dico. Non ho strategie sessuali, faccio l'amore. Non ho strategie tecnico-professio

Soddisfazioni e momenti difficili

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Con i figli e grazie ai figli si raggiungono momenti di estasi e felicità estrema, sono momenti intensi e bellissimi ma davvero fugaci, il resto del tempo è fatto di fatica, paura, dolore, preoccupazione, stanchezza, noia, sonno arretrato, nervi scossi, attacchi di panico, sensazione di nausea, secchezza delle fauci, alito pesante. Sono momenti pregni di patos quando: -Siete tutti stipati in macchina, destinazione mare, gonfiabili già gonfi che ingombrano lo specchietto retrovisore e di conseguenza ridotta visibilità alla guida, la temperatura interna dell'abitacolo si aggira pericolosamente intorno ai 50 gradi, non cè un parcheggio neanche a pagarlo oro incenso o mirra, e loro si prendono a zoccolate, morsi e sputi bagnati, urlano: "quanto mancaaaa perché non scendiamo, perché non parcheggi? vogliamo farci il bagnooo" e contenuti affini. -Giungete tutti ad un concerto, dopo mesi di attesa, prendete posto, vi sedete cercando di non fare rumore, la musica inizia, v

Dal meccanico

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Io, oggi pomeriggio dovrò andare dal meccanico. La macchina non và, gratta, emette rumori sinistri, anche destri ma in maniera minore. Ho preso appuntamento con il meccanico per le ore 17 in punto. Io, andare dal meccanico, proprio non mi piace. Io, dare i soldi al meccanico mi sembra di buttarli, un peccato vero, un colpo al cuore, un dispiacere ingiusto. Io non ci capisco niente di meccanica e meccanici, fatico ad immaginare come sia fatto un motore, cosa sia un radiatore, dove siano le fasce, di che colore siano le pasticche ed ogni quanto bisognerebbe somministrargliele. Io non ho voglia di andare dal meccanico, mi sale l'ansia, non so dove parcheggiare nell'officina, temo che improvvisamente si alzi il ponte levatoio, che possa rigare la macchina sui muri meccanici, che schiacci un piede al professionista meccanico. Io, quando devo andare dal meccanico non ci voglio andare, mi potrebbe dire qualsiasi cosa che io non sono in grado di controllare, potrebbe effettuar

Considerazioni scontate

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Ho trascorso una vita ad analizzare stupita, le delusioni che gli altri mi davano, le ho quasi collezionate. Le delusioni si sono sovrapposte diventando spesse e dolorose come una crosta sopra alla ferita, ho collezionato amiche che non si rivelavano affatto tali, uomini meschini, colleghi opportunisti e traditori, amanti senza palle, comitive di colpo assenti. Ho pianto, analizzato e sofferto a causa di queste delusioni, mi sono chiesta il motivo, ho cercato il punto esatto dove avessi potuto sbagliare, ho maledetto la mia stolta fiducia, la mia testardaggine, ho urlato contro le fragili caratteristiche di ognuno di noi. Poi ho capito una cosa, magari scontata, magari inutile come lo scoprire che i pesci muoiono senza acqua, un'illuminazione spietata ed accecante mi ha colta una mattina di fine estate, la consapevolezza improvvisa di una considerazione pulita mi ha scrollata dal torpore emotivo: le più grandi delusioni della mia vita, quelle più roventi, profonde e vio

Il metaforico giuoco dei racchettoni

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Questa estate io e te abbiamo giocato molto a racchettoni sulla spiaggia. Abbiamo giocato sotto al sole, sulla sabbia bagnata, su quella rovente e sottile, con i piedi nell'acqua, lontani dagli ombrelloni. Io e te, questa estate abbiamo iniziato a contare gli scambi che riuscivamo a fare, giocavamo a conoscere ed a battere il nostro record. Iniziavamo lanciando la palla e dicendo: "uno" e si continuava a contare ad alta voce fino a che la palla non carambolava a terra, persa, ed allora si azzerava il conto e si ripartiva. A volte abbiamo fatto tre soli scambi, altre volte neanche uno, altre ancora abbiamo tenuto duro fino a trenta saltando e correndo, recuperando e respirando forte. E' capitato che tu tirassi troppo in alto, io troppo lontano, tu senza forza sufficiente, io con esagerata energia. E' avvenuto che tu mi facessi correre ai lati, che io ti costringessi a piegare le ginocchia, che ci dovessimo tuffare completamente in acqua o nella sabbia. E&

“Piccolo vadecum estivo per lei intitolato:riconosci se è quello giusto, tanto molto probabilmente non lo è”

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Esistono segnali più o meno chiari che l’altro ci invia e che noi dovremmo seguire per superare il “momento del rincoglionimento selvaggio”, tipico dell’innamoramento, e decidere più lucidamente, se lui, può essere davvero Lui. Per ora, vista la canicola estiva, sono in grado di redigere il piccolo vademecum, solo in versione femminile, ad uso e consumo delle donne, anche se, eccezion fatta per il capitolo "te mastico i capezzoli", persino un uomo può trarne beneficio. Ascoltate pulzelle, molto probabilmente non è un maschio per voi: -Se usa lo stuzzicadente a tavola, mentre cenate insieme a lume di candela -Se succhia il brodo emettendo rumori e rantoli -Se dice: ”ti cercherò io ” in stile:” le faremo sapere” -Se vi chiede di dividere il costo della benzina per andare un giorno al mare, insieme -Se custodisce gelosamente un plaid sul pianale della macchina -Se ha un arber magic alla vaniglia appeso allo specchietto retrovisore -Se afferma di non essere tirchio

Non si fa così

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Lui mi si avvicina con il petto di peli e qualche rivolo di sudore d’agosto, mi abbraccia piano, non sa abbracciare, inciampa nei suoi abbracci, mi abbraccia lo stesso, mi sussurra nell’orecchio: ”non mi và di morire”. Lui non riesce a pensare che smetterà di respirare, di parlare e sognare ciò che è abituato a sognare. “Ti capisco, scoccia anche a me, deve essere parecchio antipatico morire” “E’ morto persino mio padre figurati se non morirò anche io” “Già, moriremo, ci tocca, è inevitabile, lo dicono tutti, non si può più fare finta di niente”. Desidero delle scarpe chiare, morbide, attaccate al piede come un guanto di pelle, con un po’ di tacco, una punta dolce, la possibilità di correrci lieve lieve, con i piedi vicini ed i malleoli paralleli, un paio di scarpine da donna, dal quale si vedano distintamente il collo del piede, le vene azzurre, le dita che principiano discrete. Vorrei delle scarpe femmina, quasi colore della pelle nuda, da mettere sotto ad una gonnellina, all

Immagini di Luglio

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Era l'alba, un uomo giovane pedalava sulla sua bicicletta leggera, dalle ruote grandi, la scocca sottile ed elegante, era mattina presto e noi già correvamo nelle nostre macchine sporche. Lui pedalava, aveva un completo elegante, giacca e pantaloni grigi scuri, opachi, la camicia bianca e la cravatta bordeaux, calzava scarpe nere, dure e belle, pedalava concentrato ma non affaticato, aveva gli occhiali scuri per difendersi dal sole fresco di un Luglio instabile, pieno di pioggia e nuvole e vento. Pedalava rapido e preciso, mantenendo una rotta sicura, non vacillava, il suo incedere era chirurgico netto, la giacca si apriva nel vento del suo sforzo naturale, i lembi svolazzavano scoprendogli la pancia ed il torace tutto, era un uomo e correva nel senso contrario al mio. Chissà dove andava con quella bicicletta e quel vestito. Chissà chi lo aspettava, come era vestito anch'esso, se lì dentro faceva un caldo micidiale, se gli aveva preparato una buona colazione oppure l

Auguri amica mia.

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E' alta, secca allampanata, bionda e con i ricci biondi, ha lo sguardo azzurro, è sincera come l'acqua di montagna, le puoi affidare qualsiasi segreto, lei lo custodirà, le piacerebbe leggere di più ma non ce la fà, le piacerebbe uscire di più ma non ha tempo, le piacerebbe parlare al telefono ma non telefona quasi mai, non sopporta le smancerie, odia i tradimenti, la tecnologia l'atterrisce, non riesce a scegliere se non con tempi lunghissimi e strazianti, ha due figli:una femmina scura dagli occhi scuri, i capelli scuri e la tenerezza visibile e tanto concreta da sembrare un oggetto, l'altro è maschio, biondo, chiaro, con gli occhi chiari ed una promessa di bontà che siamo tutti sicuri, manterrà per tutta la sua vita. E' divertente e quando mi fa ridere mi fa ridere un casino, ha le mani più vecchie di lei perchè non si fà lo scrub, non si stende la crema, non si massaggia. Lei non si mette mai le gonne anche perchè sua nonna le diceva che stava meglio con i p

La mattina

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La mattina il sole mi sveglia, piccoli cerchi caldi sulle caviglie, sulle unghie scure di smalto lucido e femmina, sull'ombelico che batte di sangue, sulle braccia lunghe, sul collo pallido, sul seno liscio come olio. Apro l'aria che viene dall'orto, è ancora fresca e limpida, umida di notte e brina, di pomodori ed uccelli, e strappi di nuvole nuove, che ricambiano quelle di ieri ormai vecchie. La mattina spalanco la luce del giorno e mi ci riempio la faccia, annuso fuori e mi sembra di trovarci un pezzo di mare. Respiro l'aria sedendomi sul letto, impulsi e spinte mi lanciano in piedi, mi pizzica la voglia, mi fa vibrare il desiderio. Sono confusa la mattina, perchè sento la consistenza dell'acqua, la promessa di un nuovo giorno che poi non viene mantenuta ma è pur sempre una promessa, e le promesse si sa, non si mantengono quasi mai. La trama dei miei vestiti, il battito del mio cuore, il caffè sul fuoco, la croccantezza dei biscotti, il balcone pieno di ar

Vorrei regalarti un cane

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Vorrei regalarti un cane perché ti segua ovunque, ti insegni la pazienza ed il rispetto, il dare senza l'aspettarsi nulla in cambio se non un grattino fra le orecchie. Vorrei regalarti un cane perché ti sia fedele sempre, ti annusi, ti mostri cosa significa amare senza paura di perdersi, concedersi ed offrire la propria pancia ed il proprio collo, indifesi e fiduciosi. Vorrei regalarti un cane cucciolo che cresca con te, che tu possa accudire ogni giorno, in un insieme di gesti che lo renderanno grande e forte, un cane che tu possa difendere dai cani cattivi, dalla gente orrenda, dal pericolo. Vorrei regalarti un cane con il naso bagnato ed i peli da spazzolare, un cane che ti annusi mentre dormi e che riconosca il tuo odore sulle cose e fra i cuscini. Vorrei regalarti un cane che ti riempia di feste appena rientri a casa dopo il lavoro, che ti lecchi le mani e ti scondinzoli intorno allegro e molesto come la gioia bambina. Vorrei regalarti un cane grande che con le zam

Dove

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Ad un semaforo lungo della via Palmiro Togliatti, pensavo: "chissà dove..." Chissà dove morirò. E' importante sapere come e perché si muoia, ma il dove non lo considera mai nessuno, ai più sembra un argomento secondario. Col cavolo che è secondario. Pensa se ti si ferma il cuore mentre guidi un pulmino portando in gita 60 bambini dell'asilo, oppure mentre sei assisa su una lavatrice in centrifuga facendo sesso selvaggio con i muratori del vicino di casa che sta ristrutturando l'appartamento. Metti che incontri il tunnel bianco mentre fai sesso selvaggio con il vicino di casa che sta ristrutturando e ti trovano i suoi muratori, insomma, il dove fa la differenza, credetemi. Potrei morire al supermercato in fila esibendo la tessera soci, schiacciata da un elefante fuggito ad un circo mentre mi chino per raccogliere cicorietta selvatica, in pizzeria finendo con la faccia dentro ad una margherita bollente, nuotando in piscina così tutti crederebbero che sto fac

Il triste caso di papà Pig

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Il padre di Peppa Pig è un poveraccio. Il padre di Peppa, chiamato papà Pig, è grasso, goffo, con la barba rada ed incolta, pigro ed un pò sfigato. Peppa, sua madre, il secondogenito quasi muto detto George, gli amici, i suoceri, i genitori, tutti lo deridono. Papà Pig viene costantemente umiliato, lo trattano tutti come un imbecille, si incastra nelle case sugli alberi, tutti lo tacciano di pinguedine (che per un maiale non è una bella cosa)sfascia la barca del suocero, sbaglia sempre strada, si vanta di saper montare la tenda al campeggio mentre poi si impicca e lo salva la moglie ingioiellata che riesce a costruirla in dieci minuti. Papà Pig attacca le frittelle sui soffitti, cammina pesantemente, non sà giocare a calcio e se ci va, ce lo mandano con una ridicola maglietta rosa stinta. Peppa Pig lo deride, gli dice costantemente:"sciocchino papà, stupidino papà, tu sei grasso papà, tu non ci riesci papà.." Tutta la famiglia Pig ride bellamente di questo pover

Il brutto

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Il brutto l'ho visto subito. Il brutto colpisce come un calcio sui denti, uno schiaffo inaspettato, una crepa nel muro, uno scherzo di cattivo gusto. Il brutto è brutto, non si discute. Il bello può essere discutibile, sul concetto di bello ci si può confrontare, scambiarsi opinioni, il brutto è brutto punto e basta. -Le unghie con lo smalto scheggiato -le vene varicose -gli infissi in ossidal -i leggins su cosce da rugbista -le calze smagliate -le pancere -i reggiseni da allattamento -la diarrea -i denti gialli -i pannolini sporchi sulla riva del lago -le cravatte fiorate -le scarpe lucide da uomo -le scarpe lucide da donna -Renato Brunetta e Domenico Scilipoti, per i quali l'ultima motivazione è quella estetica -gli spazzolini da denti con le setole spalancate e secche -il novanta per cento delle pantofole -i profumi di Renato Balestra presi dal tabaccaio - il packaging dei prodotti di Renato Balestra -certi tappetini comprati al mercato, quelli con