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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Il mio controverso rapporto con la tecnologia

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Quando, dopo anni che ho lo stesso indirizzo mail e password, tentando di entrare come sempre nel mio server abituale per leggere le mia posta elettronica, mi dice improvvisamente, con una scritta minacciosa e rossa: "ID o PASSWORD non corretti" ed io la digito nuovamente, applicando mille variabili, in stampato, in stampato minuscolo, tutto grande, tutto piccolo,solo le iniziali grandi, solo le iniziali piccole, il trattino in alto piuttosto che in basso, e poi, esattamente scrivendola come sempre, decide di concedermi l'accesso, come ai vecchi tempi. Ogni volta che entro sulla mia pagina di home banking e clicco il generatore di numeri, ne leggo il codice lunghissimo e trascrivendolo penso: "ma se ne scrivessi uno inventato cosa succederebbe? come fanno a comunicare fra di loro un sito bancario ed una specie di accendino di plastica?" e poi mi manca sempre il coraggio. Ogni volta che riduco ad icona e sono convinta che perderò l'intero file, nell'i

Desideri o bisogni

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Mi hanno chiesto se vi ho desiderati o se ho avuto bisogno di avervi. E' stato difficile rispondermi. So solo che mi manca così tanto quando eravate piccini. Mi mancano i gesti di cura, quelli piccoli, continui, minuziosi, le copertine, i cappellini, il latte al seno da offrirvi quando piangevate, avevate sonno fame o paura. Mi manca potervi cullare, proteggere, salvaguardare. Mi manca stare dentro la vostra testa, dentro ai vostri respiri, dentro ai desideri che indovinavo appena si affacciavano. Mi manca coprirvi, decidere per voi, sapere cosa fosse meglio in quel preciso istante. Mi manca prendermi cura di voi perché con voi mi prendevo cura di me. Mi manca l'avervi addosso, lo stringervi, il mischiarvi con la mia stessa pelle. Mi manca quando dormivamo attaccati mentre fuori pioveva o c'era il sole ed il mondo andava mentre noi restavamo, un tutt'uno di amore e pausa. Vi guardo crescere, correre lontano, decidere se coprirvi o meno, se mangiare o saltare

Pesce d'Aprile

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Per i primi quattro mesi di gravidanza eri minacciato da un buco nella placenta, ma sei rimasto aggrappato come una scimmietta al suo albero. Sei stato per il resto del tempo in cui ti ho atteso, puntato di testa a darmi capocciate per aprirti il varco verso la luce. Sei nato con pochissimi capelli biondi, gli occhi già azzurri fiordaliso che non sono mai cambiati, un accenno di collo ed una distribuzione di grasso corporeo, imbarazzante. Appena ti spostavano da me per misurarti, pesarti, lavarti, urlavi come un'aquila, ti attaccavi al seno con fretta, risolutezza e voracia. Volevi solo latte ed hai continuato a volerlo per lunghissimi mesi. Sapevi esattamente come ti piaceva essere tenuto in braccio e facevi di tutto per farcelo capire, hai preso a calci e lanciato il mondo intero, quando non ottenevi ciò che volevi. Hai manine dolcissime e coccole tenere per pochi intimi. Mi annusi e mi riconosci anche nei maglioni lasciati in giro, sei intelligente e testone, generoso