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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

Invece si

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Una mia cara amica, mi sussurrava stanca di tutte le delusioni ricevute dall'amore, dagli uomini, dalle relazioni naufragate:"io ho chiuso, basta, non ne ho più voglia,davvero, neanche morta ci riproverei, con l'amore basta davvero". Io le rispondevo storta sulla panchina sbeccata "già". Poi sono andata via, entrata in macchina ed ho pensato. Giudando ho continuato a pensare, tanto guidare è un'attività sottocorticale me lo ha spiegato il mio amato neuropsichiatra professore eccelso Pierro Marcello Mario, perciò pensavo. Prima di tutto pensavo che Marcello Mario non sarebbe dovuto morire, che ci sono tanti professori da dimenticare, gente mediocre, triste, spenta, viscida, insulsa, mentre Marcello Mario era il professore, lo seguivo in tutte le aule dove andasse a parlare, lui era lo scoppio di sinapsi che mi si accendeva non appena apriva bocca e muoveva le grandi manone generose. No, lui avrebbe dovuto continuare ad insegnare ed io lo avrei seguit

Io già da piccola...

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Io già da piccola avevo dei sospetti. Io già da piccola avevo intuito che sotto c'era una magagna, ma grossa eh. Io già da piccola non è che mi fidassi di questa gran figata che è la vita. A meno di due anni mia madre racconta che dissi al mio risveglio da un pisolino pomeridiano:"la vita, sempre uguale, buongiorno buonasera, buongiorno buonasera che noia". Io già a sei anni avevo elaborato la teoria del dolore:"non c'è un giorno senza che ci faccia male qualcosa, un'unghia, la pancia, l'occhio, un dispiacere". Si, una strana teoria per una bambina piccola ma questa ero io. Io già da piccola un pò di dubbio me lo lasciavo strisciare addosso, notte e giorno. Non sarà che è troppo dura? Non sarà che magari questo è un gioco più grande di noi? Non è che và a finire male e la magia si spezza? Non sarà che tutto questo che ci sfila intorno:nonno che prima era in poltrona a farmi sedia sediola e poi non c'è più e non potrò mai più vederlo ed è vol