La Mora in:"Pesce d'Aprile..."




Scriverò in maniera retroattiva raccontando la nascita del mio nuovo cucciolo,come se quell'odioso terremoto di domenica notte non ci sia stato,e questo non per piageria ma perchè non ho niente da dire e lo sgomento non ha nome nè parole nè aggettivi.


Lunedi sera,30 Marzo,dopo la consueta cena caotica settimanale svoltasi a casa tua,forse per colpa del tuo pesto con trofie o del polpettone Aia!(nome abbastanza onomatopeico...)ho iniziato ad avere dolori fortissimi intorno all'ombelico che si diramavano su tutta la panciona.


Ho sofferto in salone da sola tutta la notte avvertendo sotterranee, anche delle simpaticissime contrazioni che quadruplicavano il dolore a barra che mi spezzava il fiato.


Alle sei circa ho pensato che il sonno di mia madre e di Marco,avrebbe potuto essere interrotto dignitosamente.


Al telefono mamma ha risposto semplicemente con un:"Sei arrivata?"


Dopo di che mi trovo ricoverata in Fabia Mater con Marco che mi fornisce latte macchiato e cornetto come da consiglio ostetrico,con una diagnosi di leggero travaglio con aggiunta di dolori provocati da ernia ombelicale(nuova,ennesima diagnosi di questa assurda gravidanza,fino all'ultimo giorno ci siamo inventati accidenti vari).


Salgo in camera,mi spoglio,indosso camicia da notte da sofferenza estrema,rimiro la vista su villa Gordiani ed una primavera molto uggiosa.


Scopro subito con sgomento che Marco verrà allontanato come tutti i mariti-papà,al contrario di ciò che fu al Fatebenefratelli dove il mio compagno non mi mollò un istante.


Inizio,come mia abitudine radicata,a fare amicizia con colleghe di letto,portatrici di pancione o di culletta di plastica ripiena di fagotto appena sfornato,e con il personale del reparto tutto.


Il dolore è odioso,non posso camminare nè stare sdraiata,impossibile sfiorare la zona intorno all'ombelico che sembra sul punto di scoppiare,viola e caldo come un cotechino la notte di Capodanno.


Dal momento che non fanno entrare Marco in stanza,decido di uscire io sulle scale per stare vicino a lui e a tutti voi,cammino su e giù per le scale chiacchierando e ridendo in vostra compagnia,ogni tanto mi fermo per respirare una contrazione tutto sommato sopportabile.


Ci tengo molto ad avere il mio parto attivo per il quale mi sono allenata sette mesi sul tappeto di camera da letto,sempre più lenta,gonfia ed impedita.


Nel pomeriggio non ne posso più,sono a soli quattro centimetri di ditalatazione(ogni tanto viene un dottore con il pizzetto,mi infila il braccio nella galleria senza chiedere permesso,smucina e spinge,io raggiungo il muro con la testa dal dolore che mi provoca,poi ne fuoriesce dicendo:"è stato bellissimo poi ti mando i fiori bella." )


Io,rimasta sanguinante e nuda sul letto, gli rispondo che non può lasciarmi così,sedotta ed abbandonata e che se torna un'altra volta mi nasconderò sotto al letto,lui,non contento mi dice sornione:"sotto al letto mi piace di più".


Un pò mi intristisco perchè il dolore,da troppe ore mi sta fiaccando,allora mi faccio un pianto sulla spalla di Marco,dando il viso alla porta antincendio così nessuno mi vede,si ventila un cesareo,mi dicono che basterà che io lo chieda per mettere fine alle sofferenze,ci penso,mi dispiace troppo rinunciare al "mio" parto,ho paura che non riuscirò mai a spingere con quel dolore che mi attanaglia la pancia.


Alle nove Marco torna a casa,ormai fuori dalla Fabia Mater da un giorno,io e la mia compagna di stanza iniziamo a vedere X Factor,visione disturbata da un piacevolissimo mega clistere che mi viene generosamente somministarto da infermiera di colore dalle gambe d'alabastro alle quali mi aggrappo in cerca di contatto umano,durante le doglie più dolorose,meno male che si chima Esperanza,buon segno.


Dopo il clistere succede qualunque cosa,perdo sangue copiosamente,le doglie si fanno ravvicinate ed assolutamente insopportabili,raggiungo i sei centimetri di dilatazione,si rompono le acque ed io mi stringo le mani da sola,sono sudate e rigide,faccio la respirazione yogica,cerco di non contrappormi alla contrazione ma di lasciarmi attraversare da essa,taccio ma dentro di me ripeto il nuovo mantra da me coniato testè"accogli la doglia,porca troia,accogli la doglia porca troia":


Mi auto massaggio i lombi che sembrano spaccarsi da un momento all'altro,invoco Marco e le sue mani che stanno ferme ed inutili a Tor tre teste a cinque chilometri da me.


Eliminano Noemi da X Factor e mi dispiace perchè volevo che uscisse Daniele,con un flebile suono chiedo alla mia vicina di letto di chiamare qualcuno perchè sono inchiodata dal dolore(non lo ricordavo tanto violento ed insopportabile,è una cosa inconcepibile per chi nonl'ha mai provato),e con mia grande sorpresa,mi trovo a scongiurare l'epidurale(cosa che non volevo assolutamente).


Mi visitano ancora,dicono che il piccolo ha impegnato la testa in maniera definitiva,il monitoraggio pulsa e batte il cuore del mio Filippo,dicendo che lui sta bene e che le mie contrazioni arrivano a 180,si,io decisamente ho vissuto momenti migliori.


Altra mezz'ora di doglie mozzafiato e torno a scongiurare una pasticca,un'anestesia totale,una roncolata fra capo e collo,sento che il bimbo sta per nascere,chiedo a Marco di raggiungermi in sala parto chiamndolo al telefono,l'ostetrica dice che è presto ma io le dico di portarmi giù,che sono sicura di stare per partorire,allora mi infilano in ascensore con tutto il mio letto di dolore ed approdo nella sala parto all'una e due minuti soffiando come un mantice.


Sento Marco bussare,lo vedo entrare con il camice verde e lo zainetto sulle spalle,(non lo toglie mai)e lo accolgo come fosse la madonna di Lourdes,mi dicono :"Silvia spingi che il tuo bambino sta per nascere"penso l'avevo detto io meno male che ho insistito altrimenti lo avrei scodellato davanti a Mara Maionchi,chiedo di accovacciarmi,lo faccio ma la doglia mi sopraffà,l'ostetrica mi intima di salire sul lettino del parto perchè sto facendo nascere il piccolo per terra,arrivano altre quattro spinte,sento che morirò che non posso farcela,chiedo ancora l'anestesia e tutti ridono perchè dicono che Filippo ha gia le orecchie fuori da me.


Allora respiro,spingo ancora con tutte le forze che mi sono rimaste,non pensavo affatto di averne, e lo sento uscire da me,liquido,grande e veloce,immediatamente me lo mettono sul seno,pieno di sangue e bianco bianco,mi dicono di massaggiargli la schiena,io un pò lo massaggio,lui inizia a piangere,un pò piango,un pò gli dico "ciao amore mio,è stata dura ma eccoti qui",un pò bacio Marco e gli dico che mi sento benissimo,è vero,mi sento divinamente all'improvviso.
E' l'una e trentacinque del primo Aprile,uno scherzo far nascere questo pesciolino di tre chili e settecento grammi.


Filippo ora è qui,è dolcissimo,biondo con gli occhi blu,e non dire che non assomiglia a nessuno perchè anche stavolta è roba nostra con il mento del padre(un contentino tanto per fargli capire che è anche suo),piange pochissimo,succhia tutto il mio latte,sembro una porno star vecchia maniera,ho una sesta di seno duro, tronfio,alto,irresistibile direi,Fil è qui e dorme con noi.


La notte, quando torno dal bagno e li vedo tutti e tre dormire vicini, penso che c'è un sovraffollamento di maschi nel mio letto e mi riaddormento serena come una Pasqua,a proposito Buona Pasqua a tutti nonostante il dolore di questi giorni.


P.S.



Ovviamente,un' ora prima di uscire dalla Fabia Mater,il chirurgo mi dice che oltre all'ernia ombelicale,ho una serissima diastasi dei retti addominali(tu hai capito rottura del retto,che non è una bella voce da mandare in giro)e che dovrò essere operata d'urgenza,con un taglio enorme che mi avrebbe devastato la pancia in lungo e largo,che i miei addominali non hanno retto la pressione del pancione,ma come?la mia famosa tartaruga arenata?proprio dopo gli unici cinque mesi di addominali in palestra?uno schiaffo morale a me che ho retto fino alla fine per non fare il cesareo....


Io allora,sorrido,mi giro dall'altra parte,prendo il mio fagottino rosso aragosta e me lo porto a casa,chi vivrà vedrà.


Anche stavolta non mi è venuta una sola smagliatura,ho perso 11 chili(ora ne mancano altri sette- otto che sono i peggiori però,quelli che ti si affezionano più dei parenti stretti)ed ho un mal di schiena da pluritraumatizzato.


Vi bacio tutti,grazie del sostegno,vi ho sentito vicini vicini.


Il biglietto di Winnie Pooh di Nutella,sta sul fasciatoio di Fil,vicino alle fotografie di famiglia.


Giac è geloso,in pieno conflitto,stritola il fratellino con gioia e poi chiede di abbandonarlo per strada,lo bacia e gli promette calci in bocca.


Dura la vita...

Commenti

Tiziana ha detto…
Che bello che è, Silvia!
Un abbraccio forte a te, Marco e Giacomo e uno più leggero al nuovo arrivato!!
Ah, come sempre ho riso.. del tuo dolore! Certo che la Maionchi s'è risparmiata una bella scenetta..
Baci e abbracci
Anonimo ha detto…
.....sarà che ho una grande voglia di diventare mamma (ma x ora...) ma devo dirti che il tuo racconto è stato bellissimo, con lacrimuccia finale!! :-)
Ti faccio i migliori auguri, anche alla tua famiglia.
Un abbraccio.
Lara.
Anonimo ha detto…
Bella la lacrimuccia Lara,è un grande onore per me.
Il tuo nome è bellissimo e ti auguro di diventare mamma presto se davvero lo vuoi,è un'avventura incredibile,faticosa,dolorosa,gioiosa,intensa come niente altro.
Silvia
Anonimo ha detto…
Grazie Tiz,abbiamo fatto del nostro meglio.
Fil è un pesciolino dolcissimo e mangione.
Buon proseguimento di lettura.
Silvia

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