I quadrifogli





Le avevano regalato tre bulbi di quadrifoglio, erano secchi ed accompagnati da un disco di torba per esservi piantati, nelle sue mani erano solo tre bombine fruscianti, piccole, asciutte.
Aveva piantato i tre bulbi, li aveva annaffiati piano e messi sul davamzale in faccia al sole di fine estate.
I bulbi si erano trasformati nel giro di pochissime ore, da subito le erano parsi portentosi.
Lei aveva la netta impressione di vederli crescere mettendosi semplicemente a fissarli.
Le apparivano testardi, selvaggi, pieni di vita e desiderio, i quadrifogli spuntavano, scavavano, crescevano affamati di acqua e di sole.
In pochissimo tempo erano diventati sei quadrifogli con screziature violacee, uno stelo lunghissimo, tenero ma tenace, il verde brillante delle loro foglioline, stupiva gli occhi.
Quei quadrifogli erano disarmanti, sembrava che crescessero a dispetto dei primi temporali e del vento che soffiava forte contro di loro, ad un certo punto lei li aveva guardati con più attenzione, erano tanto cresciuti da piegarsi verso il basso, sembravano cercare qualcosa, più aria, più spazio, più sole.

Una mattina li aveva guardati come ad ogni alba, li teneva accanto alla finestra del suo letto, ed aveva capito solo in quel momento che i quadrifogli avevano bisogno di essere travasati, avevano bisogno di più spazio.
Le era sembrato chiarissimo ed inconfutabile, i quadrifogli iniziavano a soffrire in quel piccolo vasetto di coccio.

Allora lei uscì e comprò un nuovo vaso tutto per loro, tornando a casa, e stringendo il grande vaso a sè, si scoprì a sorridere.



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