Tapis roulant con finestra



Fase di risveglio muscolare, così l'aveva chiamato la coach di turno in sala pesi.
Almeno due settimane di cardio lì in quell'ala della palestra, associato ad attività dolci per ripristinare il fiato e sciogliere le articolazioni.
Bene, aveva detto lei con quella convinzione violenta che accompagna tutti i suoi nuovi progetti, almeno finchè restano nuovi.
Spavalda aveva camminato verso i tapis roulant allineati a batteria, lungo tutta la parete dell'enorme palestra alla quale si era iscritta.
Aveva percorso circa 3 km, 30 minuti al massimo, quasi tutti i giorni, sceglieva solo i tappeti davanti alla finestra, non capiva come facessero gli altri a posizionarsi davanti al muro grigio, già l'attività solipsistica le pareva piuttosto alienante di per sè, figuriamoci a ritrovarsi del marmo grigio proprio davanti al naso in fase inspiratoria.
Correre verso nulla e nessuno le risultava complesso, che ci fosse almeno il conforto degli alberi al vento, della Togliatti brulicante di vita ai margini, con il buio poter vedere le sue luci, di mattina guardare il sole o le nuvole, lei, in fase di risveglio muscolare, cercava almeno il conforto nel vedere il via vai di persone ancora poco vestite, dei bambini con le madri, dei cani randagi ciondolanti sui marciapiedi.
Aveva retto 10 giorni di questo allenamento, mettendosi persino a metà percorso, l'asciugamano sul collo, perchè sudava, sudava tantissimo.
Poi, forse l'undicesimo giorno, era salita esattamente come sempre sul tappeto di fronte alla finestra trasparente, aveva attivato lo scorrimento del nastro gommato, infilato le cuffie con dentro la sua selezione musicale, preso a camminare sempre più velocemente.
Forse l'undicesimo giorno, aveva scorto nuvole di fumo di sigaretta sputate fuori da una bocca che non vedeva, la musica le chiudeva ogni contatto con il resto delle persone in sala, con il mondo intero, ed aveva cominciato a piangere, ma a piangere seriamente, righe di lacrime sulla faccia che le finivano sul collo, lacrime lunghe, tirate fuori insieme a qualche piccolo singhiozzo che non aveva provato neanche a trattenere, ogni tanto si era asciugata un poco con la mano,si era stretta la radice del naso, senza smettere mai di camminare velocemente e fissare un punto della finestra di fronte.
Molte delle sue lacrime erano scivolate fin sull'asciugamano mischiandosi al suo sudore, si era chiesta se il tessuto ne avrebbe percepito la differenza sostanziale o se le avrebbe confuse, non distinte, si era domandata se per il tessuto dell'asciugamano sarebbero stati entrambi, semplicemente acqua e sale.

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