Ode al mio farmacista

 


Mi hai vista entrare piegata in due dal dolore della cistite da luna di miele con 40 gradi all'ombra ed implorarti per un Monuril bustine senza ricetta più di una volta, mi hai vista arrivare con le camicette bagnate di latte ed i figli piccoli appesi come cuccioli di scimpanzè, per chiederti tachipirine, Nurofen, consigli, ghiaccio secco, Rocefin per le loro broncopolmoniti.

Mi hai guardata vagare smarrita fra i reparti a cercare sollievo da una premenopausa pazza e quando ti sei avvicinato per dirmi:”ma sei giovane per questi prodotti per la menopausa, non prenderli”, io ti ho risposto qualcosa tipo:”fatti i cazzi tuoi sto male, che ne sai tu che sei governato solo dal testosterone, lo sai cosa stanno facendo i miei estrogeni ora eh?!”

E' successa più o meno la stessa cosa quando cercavo cose dal nome assurdo come:”Vagostabil, buonumor, serenil, stotranquil, dormobuono, parasimpatic-off”, sorridevi e mi dicevi:”sicura che te lo debbo ordinare?”

“ho detto di si!smettila di fare domande!non vedi che ho una crisi vagale?”

Mi hai vista spenta, pallida, emaciata, stanca e dolorante, mi hai vista truccata, pettinata, con i tacchi ed il vestito bello correre verso chissà quale posto.

Notavi subito il mio stato d'animo e quando facevo battute amare, ti fermavi a ridere di brutto ed a scuotere la testa, togliendo la fustella dalla scatolina con quella microlama bellissima che portavi nel taschino del camice.

Mi hai vista entrare con passo deciso e dirti:"dottore ho un problema", "mi dica" hai risposto,"sto uscendo dal mercato sessuale, ho 46 anni, lo capisci questo?".

Mi hai osservata restare con quel cappello calcato fino all'occhio quando ero sventrata dalla nevralgia e mi davi scatole e scatole di Lyrica e poi quel maledetto Tegretol che mi ha stesa definitivamente.

Mi hai venduto cerotti su cerotti di Voltadol, unguenti intrisi di artiglio del diavolo, tintura madre di propoli pura, pomate di calendula, barattolini per massaggi emollienti, antidepressivo in gocce, benzodiazepine che va bene anche il generico, Debridat capsule molli, scusami ma ho di nuovo la pancia strizzata in una morsa.

Mi hai consigliata quando ho alzato la maglietta in fila al bancone per mostrarti le bolle che mi invadevano il corpo e mi toglievano il sonno, hai emesso un suono molto empatico tipo:"lllssssfff" con evidente espressione di dolore, ti sei preoccupato per le mie amilasi e lipasi in costante impennata, ti sei allarmato per i miei acidi biliari alle stelle e cercavi di capire perchè mi stesse succedendo e mi sembravi sinceramente preoccupato.

Mi hai venduto il test di gravidanza quando quel pomeriggio te ne chiesi uno che mi dicesse che non era vero che aspettassi il terzo figlio a due mesi dai quarant'anni, mi hai dato quello sbagliato, te l'ho detto giorni dopo, fra la nausea, una vomitata ed un pianto disperato, ti ho detto che non avevo neanche un giorno di ritardo ma che i miei seni parlavano chiarissimo.

Mi hai consegnato senza fare un fiato, il Ciproxin per Marco, quando te l'ho chiesto con tutta quella sicumera:”dammelo subito per favore”

“ma ci vuole la prescrizione del dottore Silvia non sono caramelle!”

“guardalo, affacciati, sta in macchina qui di fronte, trema, ha 40 di febbre, il dottore non capisce un cazzo e dice che è la reazione al vaccino, secondo me è in sepsi per qualche batterio urinario, mi muore, sbrigati”.

Mi hai aiutata per il farmaco del vaticano che dovrebbe rallentare il micidiale attacco di Basedow sulla mia tiroide, mi hai allungato miorilassanti ed antinfiammatori in punture quando ero, per l'ennensima volta, avviluppata dal dolore.

Hai provato a capire le origini delle mie vertigini dandomi svariati rimedi per poi giungere ad un:" ma perchè non ti iscrivi a yoga?".

Un giorno, quando mi avete fatto le analisi gratuite, per valutare colesterolo e trigliceridi, hai guardato i miei risultati dicendomi:"ma hai visto che bei valori hai?beata te, io ho il colesterolo a mille".

Abbiamo riso quando sono entrata con un occhio gonfio e purulento per una congiuntivite batterica che non passava con nulla ed abbiamo scoperto allora di essere nati nello stesso anno e poi la congiuntivite purulenta è passata si, ma all'altro occhio.

Ti guardavo servire i vecchietti con pazienza e tenerezza, tutti gli anziani senza esclusione, loro con quelle mani storte ed i carrelli da mercato con le ruote che si portavano dietro, le bombole di ossigeno ed i pannolini che richiedevano per i compagni di una vita ormai allettati od in fin di vita,  ti ho visto tentare di decifrare prescrizioni e di ricomporre pezzetti di scatole di farmaci che ti lanciavano sul bancone, e che ti chiedevano a gran voce, perchè erano stati tanto bene dopo quelle pasticche dotto'.

Mi hai vista insofferente e recalcitrante dentro le mascherine negli ultimi due anni, quando, in pieno lockdown, uscivo esclusivamente per venire da te in farmacia, anche il giorno del mio compleanno per scegliermi uno scrub ai sali del mar Morto, scrub con un nome certamente poco incoraggiante durante una pandemia, ma molto profumato.

Mi hai consegnato le molecole che hanno alleviato le mie emicranie, i farmaci per contrastare il ciclo emorraggico e la matita per gli occhi waterproof , quella nera che avete davanti alle casse.

Mi hai vista a Natale scegliere dei regali confortevoli come olii o creme, impacchi per i capelli od acque profumate per le persone alle quali volevo bene, mi hai venduto le Zigulì alla ciliegia che sono ancora in vendita al solo scopo di ricordarmi che gusto aveva essere una bambina, mi hai dato i farmaci per papà e regalato ai miei figli le lecca lecca all'arancio che avevi in uno scatolone sotto le casse.

Da qualche giorno sei andato via, me lo hai detto a bassa voce qualche tempo prima:"sai, sto per andarmene", e ci sono rimasta così male che mi è caduto il codice fiscale per lo scarico dele spese sanitarie sul 730.

Mi hai confessato che eri stanco, che non stavi più bene lì, che forse i salti nel buio non dovrebbero spaventarci tanto, che in fondo un'altra vita, più lenta e libera, dovremmo cercare di trovarla.

Hai fatto quello che molti di noi sognano e che non hanno il coraggio di fare, ora non ho idea di dove tu sia e di come te la passi, ma sappi che ogni volta che oltrepasso quella porta automatica e la maledetta bilancia chiede a tutto volume:"vuoi sapere il tuo peso idelae?", io non rispondo più:" no che non lo voglio sapere il mio peso idelae, lo so benissimo qual'è il mio peso ideale è che non riesco più a raggiungerlo" perchè non ci sei tu a ridere rumorosamente per questa battuta scema.

Volevo solo chiederti se ti è sceso il colesterolo cattivo e salito quello buono, se sei più felice ora e se sai che persino il paracetamolo, per me, non ha più lo stesso sapore da quando non me lo incarti tu con quella carta velina bianca con le croci verdi sopra.

Stammi bene dottore, manchi anche alla mia cervicobrachialgia.



 

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