Chiamarti con il tuo nome

 


Mi manca attraversare con te, mangiucchiare per strada, infilarmi ancora nel tuo cappotto, vederci riflessi un una vetrina, fare tardi alla proiezione del film che abbiamo scelto senza neanche discutere, ed entrare lo stesso.

Mi manca comprarti un maglione e fartelo trovare sul letto impacchettato, lasciarti un biglietto sul frigo per portare avanti la minestra, mentre aspetti che torni a casa, mi manca quando mi allacci il casco ed io guardo per aria, mi manca un treno che ci aspetta, un alberghetto in campagna prenotato per due, una tavola apparecchiata per noi che poi non mangiamo quasi nulla.

Mi manca la notte che crollo io per prima, ma poi mentre sogni ti guardo, mi manca andare in bagno sapendo che aprirò la porta e ti ritroverò lì, camminare in punta di piedi perchè il pavimento è freddo, raggiungerti correndo e scaldarmi standoti addosso.

Mi mancano tutte le occasioni in cui siamo stati a Chamonix, ogni singola volta, in autunno, in estate, avvinti senza fare mai nulla, facendo tutto, con il Vortis acceso ed insopportabile addosso.

Mi mancano i libri, le mail, i film, i racconti, la commozione e le risate abbracciati, ogni volta che ti chiamo amore e tu mi rispondi, ogni volta che mi chiami amore ed io ti rispondo.

Mi manca quando mi chiedi sbalordito:"ed ora dove vai?", ogni riga che hai riempito con le parole:"chissà come arriverai" e "non vedo l'ora", mi manca ogni volta che riprendiamo il filo della matassa che siamo noi e che poi non sbrogliamo mai, i quadrifogli, i viaggi immaginati, le sere normali sempre fantasticate.

Mi manchi perchè ogni volta è come se ci cancellassero le orme sulla sabbia e dovessimo ricostruirci il tragitto per ritrovarci, mi manchi per la stanchezza e lo sconforto, per l'assenza ed il silenzio, mi manchi per il vuoto ed il pieno che si susseguono impietosi, senza assomigliare al nostro reale volere.

Mi manca la mostra di quadri di cui potremmo discutere a lungo ed una spremuta d'arancio in quel quartiere che amiamo, mi manca quando mi hai scritto:"vuoi un cappuccino, un cornetto, un'insalata, un giro al rione o dieci giorni a Parigi?", mi manca quando mi hai strattonata per un braccio chiedendomi a denti stretti:"ma dove vai?" ed io ti avrei risposto:"ma dove vuoi che vada senza di te cretino?", mi manca indovinarti fra la gente, riconoscere la tua voce, mettere a fuoco le onde del tuo torace che si susseguono fino al tuo ventre, mi manca quell'odore solo tuo, solo mio e poi ad un certo punto nostro, che ci annusiamo fino a portarcelo dentro.

Mi manca tutto quello che vivo ogni giorno. Mi manca il tempo che vola ed ogni volta non ce ne capacitiamo, mi manca la signora con le galline, le cose che dimentico lì, la polvere sul porta lampada, il balconcino con le poltrone che non usiamo mai, la familiarità di un posto che riesce a farsi chiamare casa.  

La mancanza mi rende furiosa, la presenza mi vede affamata, mai sazia, sempre felice senza bisogno d'altro.

 

Ma più di tutto, mi manca poterti chiamare con il tuo nome. 


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