Come



Alcuni giorni mi sento come quando si entra nella doccia solarium, premi start, sciogli i capelli, e la ventola, fortissima te li risucchia tutti sopra la testa.
Certe mattine mi sento come qualcuno che sta camminando e da dietro un altro gli infila un ginocchio dentro il cavo popliteo per farlo improvvisamente genuflettere.
Altri giorni mi sento come una che al cinema, si sta soffocando con svariati pop corn incastrati giù per la trachea e tossisce piano per non disturbare la visione del film.
Alcune volte mi sento come quando vai dal parrucchiere con i capelli lunghissimi solo per spuntarli e ne esci con un simpatico taglio alla maschietto.
Altre ancora mi sento come quando ci sono i saldi e tutto quello che vorrei acquistare fa parte della nuova collezione.
Certe pomeriggi mi sento come un piatto di tortellini scotti messi in tavola ad agosto.
Certe volte mi sento come si sente il mignolo quando lo si picchia contro uno spigolo durissimo al buio.
Certe volte mi sento come una che è andata a chiedere un prestito per pagare un altro prestito, per assorbirlo e pagarne uno più grande e per molto più tempo, ma poi il prestito ti viene negato perché hai già il mutuo e due figli che mangiano tantissimo.
In certi momenti mi sento come una manifestante appena randellata dalle guardie.
Talvolta mi sento le spalle caricate di foratini e cemento a presa rapida.
Certe volte mi sento come un cane legato al guardrail il primo agosto.
E' capitato di sentirmi come durante una gita in pullman sui tornanti, seduta dietro, in direzione contraria a quella di marcia, con l'Arber Magique alla vaniglia diffuso nell'aria.
Mi sono sentita esattamente come quando finalmente trovi le scarpe che ti piacciono tanto, entri nel negozio speranzosa, chiedi il tuo numero, ti dicono che è terminato e tu guardi il pavimento dicendo "mi faccia provare il numero che ha".
Mi sono sentita come quando torni a casa di notte,dopo una cena romantica, ti guardi allo specchio e scopri che avevi il prezzemolo presente già dagli antipasti, incastrato fra gli incisivi.
Mi sono sentita come un libro mai finito di leggere, un hamburger di seitan, uno spezzatino di tofu.
Mi sono percepita come quando il paracetamolo ti fa calare la febbre da 39.6 a 36, lasciandoti in un bagno di sudore e battiti rallentati.
Mi sono sentita come le mie ginocchia in montagna, in discesa: agguantata da un dolore rovente come di lama conficcata nei nervi.
Mi sono sentita come un caffè ormai rappreso sul fondo, un'edera di plastica impolverata, arrampicata su un balcone di periferia, mi sono sentita come uno dei tanti ombrelli dimenticati in metro, un palloncino sfuggito al pugno incerto di un bambino, una piadina senza strutto.
Talune altre volte mi sento come una dentiera senza colla, un ragno al quale una pallonata ha distrutto la ragnatela costruita con amore e dovizia, come una bottiglia di vino buono lasciata senza tappo, una spogliarellista senza reggicalze, una pin up con una prima coppa A di reggiseno.

Un giorno mi sono sentita come una che cade rovinosamente a faccia avanti prendendo una storta micidiale e si ritrova a terra con gli occhiali scivolati fino al collo, le chiavi della macchina a 2 metri di distanza e la borsa rovesciata, mentre tutti la guardano e le chiedono a raffica:"sta bene, vuole un bicchiere di acqua, abita lontano, ce l'ha del ghiaccio, faccia una lastra, denunci la Raggi ed il comune di Roma, prima la sua caviglia era già tanto gonfia?", proprio oggi mi sono sentita così, e quando mi sono rialzata sorreggendomi al braccio di un anziano venuto in mio soccorso, ho scoperto il motivo della caduta:un paio di scarpe tacco 12, a spillo, nere, con un unico laccetto sottile che saliva dalla punta al dorso, esposte in vetrina,che mi avevano distratta, mi sono guardata ed indossavo delle banalissime scarpette da passeggio.

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