Estati

 





Che darei perchè questa telecronaca della partita dell'Italia che sento diffondersi dai balconi di fronte e dentro casa nostra, fosse quella di una partita di tanti anni fa.

Che darei perchè questa serata diventasse una di quelle serate in cui papà, con addosso la canottiera bianca e la stanchezza di una infinita e calda giornata di lavoro trascorsa in mezzo alla strada ed alle macchine, metteva il carrello del televisore, sul nostro terrazzo, uno schermo piccolo ma che illuminava il buio della notte incipiente, mamma che, giovane e piena di energia, entrava ed usciva dalla cucina al balcone con la prima frutta estiva in mano, una bottiglia di birra da bere direttamente dal collo, qualche racconto, dei piatti da mettere nel lavandino, che domani si lavora ma possiamo restare svegli fino a tardi, la scuola è finita.

Che darei perchè si tornasse solo per stasera a quella sera qualunque, ad una partita di calcio con la nazionale italiana, la telecronaca di papà che ad un certo punto urlava:" ecco il gol" e si alzava in piedi, a noi sorelle ragazzine che facevamo i balletti delle pubblicità dei gelati estivi, che iniziavamo qualche sensazione d'innamoramento, che aspettavamo il trillo del camioncino dei gelati, per scendere con dieci mila lire in mano a prendere due coni e due granite di caffè con panna, incontrando gli amici del palazzo, un nugolo di ragazzini chiassosi di periferia.

Che darei per mangiare tutti e quattro quel gelato sul balcone, quattro gusti in tutto con le vasche verso il fondo da raschiare con la paletta quando il giro dei palazzoni era finito, un gelato non artigianale, pessimo e squisito, mai più mangiato un gelato così.

Non abbiamo saputo quale fosse l'ultimo gelato, non ne abbiamo il ricordo, lo abbiamo mangiato semisciolto come sempre anche l'ultima volta, assaggiando uno quello dell'altro e non me levà tutta la panna però, lecca pure la nocciola.

Che darei perchè potessimo scherzare e ridere un pò scemi come siamo sempre stati, a togliere le bucce di cocomero accatastate nei piatti, a lamentarci delle zanzare, a sentire il frinire dei grilli provenire dai pratoni incolti, dall'estate che avanzava rovente.

Che darei per sentirmi dire;"A Silviè và a fa' er caffè", per poter ancora aspettare il borbottio della caffettiera, preparare le tazzine, lo zucchero, i cucchiaini.

Che darei per vivere stasera quella sera qualunque in cui tutto era ancora possibile, in cui ci si incontrava di notte in mutande per casa in cerca di un pò di vento che ci desse refrigerio, con il suono dei ventilatori che battevano l'aria calda e protetta di casa nostra.

Che darei per sentire le nostre voci non parlare di malattie, dolore e mostri, ma occuparsi di cose che ci sembravano importantissime ed in fondo lo erano perchè stavamo semplicemente vivendo.

Che darei per sentire mamma e papà che parlano della politica di allora, delle ferie, di Scanno e delle bollette del telefono che qui tocca che risparmiamo altrimenti non si arriva a fine mese.

Che darei per sentire urlare:"Sil, Simò spegnete le luci che entrano le zanzare", annusare l'odore degli zampironi verdi, aprire il frigo e cercare un succo fresco od un avanzo di cena freddo ed indurito.

Che darei per vivere un pezzo di quella vita nostra, di quella città che ancora si svuotava d'agosto, per respirare i diari segreti, le agende gonfie di foto, ricordi e sogni poco chiari, per immaginare ancora un futuro, per partire di notte per le vacanze e non trovare traffico, per riempirmi le tasche di gettoni in fila davanti alle cabine gialle, per comprare le cartoline e scriverle di mattina presto leccando i francobolli,per mettere da parte i soldi per un lucidalabbra, per andare all'assemblea a scuola indossando lo zaino su una spalla sola che ancora non faceva male.

Che darei peril bagno marrone ed il bagno bianco, per il nostro cesto dei panni sporchi, e ritirate lo stendino ragazze che piove,vacci te Simo', no vacci te che sei più grande.

Che darei per ridere ancora quelle risate, ma quante risate ci siamo fatti tutti insieme noi quattro?

Che darei per vivere un'altra serata con noi, solo Noi e quel gelato tremendo.


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