Quanto amore sprecato


 

Fino a poco tempo fa, non ero affatto d'accordo con questa amara esclamazione, ero fermamente convinta che l'amore, quando sincero e spontaneo, non potesse mai andare sprecato, anche se l'oggetto del nostro amore non lo desiderasse, lo respingesse, non lo contraccambiasse.

Ora, oggi, in questo Febbraio che non sto vedendo davvero, penso che lo spreco più infame, più spregevole, più punibile, sia quello di sacrificare il proprio amore.

L'energia, la spinta, il desiderio, la cura, l'attenzione, la forza, la difesa che il mio amare smuove, non può più essere gettato via in questa maniera cieca.

La solitudine, la trascuratezza, la mancata difesa, l'appoggio assente, la carezza negata, le notti senza calore, la violenza senza schiaffi e senza lividi sul corpo ma pulsante dentro, l'umiliazione, il regalo mai pensato, il silenzio, la distanza, non possono essere accettati come risposta al mio amore, neanche per un altro giorno.

La musica, le immagini, i ricordi, la consolazione, la passione, il chiasso, il vento, il contenitore, il pensiero che il mio amore genera, non deve essere più abortito, deve canalizzarsi in parto, vedere la luce, esplodere nell'aria libera.

L'amore mio ha bisogno di essere preservato, arginato, protetto.

Il mio amare non ha più carne da offrire a brandelli, non ha più sangue da versare lasciandomi senza forze, il mio amare non può più essere sacrificato, non deve più essere sfilato e calpestato.

L'amore mio, profumava di pulito e sorrisi, palpitava di racconti ed ascolto totalizzante, non è mai stato sporzionato come cibo, mai distribuito in piccoli pezzi misurati e pesati, l'amore mio è sempre stato dato tutto, senza un freno, senza un puntello, senza un cordolo a tentativo di risparmio.

Il mio amore è uscito indomito e testardo, coraggioso ed incosciente, mai ritaglio, mai riduzione.

Questo amore non deve essere più strattonato nè spinto, non deve più essere riempito di sputo ed astio, non deve più arrivare dopo tutto, dopo altri, sempre dopo o semmai.

Il mio amore è stato puro e giovanissimo, tradito e poi stuprato con il vuoto risucchiante del dopo.

L'amore dalla mia pelle è stato asportato, accartocciato, respinto, prosciugato, infangato, deriso, è stato portato a spasso e trascinato come straccio, come cucciolo soffocato in un sacco, affamato, assetato, abbandonato, non guardato, ammutolito, zittito, reietto.

Oggi lo vedo quel mio amore, invecchiato e più lento, affaticato, senza fiato nelle curve e nel dolore, stanco e sfinito negli angoli delle strade che percorre, ma in fondo uguale a sè stesso, riconoscibile nello specchio di ogni istante nuovo, lo guardo e vorrei non averlo mai sprecato per poterlo ancora vivere senza difese, paure e parapetti, non posso più farlo ormai, la mia spalla è strappata e la testa incendiata dalle scosse, non ho più niente, resta solo un fame alterata, un ingozzo senza gusto.

Il mio amore, anche se sta arrivando la primavera, posso solo smetterlo, troncarlo, impedirlo e vivere quello che mi resta, senza di lui.

 E non c'è che tutto questo, troppo, amore sprecato.



 



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