Il cambio di stagione anche se ho ancora freddo


 

 

Il cambio di stagione è un'arte, come il sesso, le carezze, la cura, il cucinare, l'assistere, l'abbracciare, l'accarezzare.

Il cambio di stagione è un po' come scrivere, danzare, dipingere, recitare: dentro ci incontri parole, righe, suoni, ricordi, suggestioni, fantasie, progetti e ruoli.

Il cambio di stagione devi proprio volerlo fare per godertelo come meriterebbe, è faticoso, ti mangia almeno un paio di giornate, ti spezza la schiena, ti riempie la lavatrice, gli stendini, le stampelle, il collo e le ginocchia.

Non riesco mai a considerare il cambio di stagione, esclusivamente come una attività logistica, pratica, di riordino.

Il cambio di stagione lo devi sentire, nasce dall'esigenza di passare oltre, archiviare, accogliere il nuovo.

Per affrontare il cambio di stagione devi sentirti pronto e desideroso, scalpitante e traboccante di speranze.

Quando ci si dedica a questa attività solitaria, succede puntualmente che si finisca a misurarsi vecchi vestiti, a calzare scarpe che avevi dimenticato di avere e che, sai che ti dico, magari sul vestitino azzurro possono stare bene, me le tengo.

Il cambio di stagione comporta maglie e trame pesanti da piegare, annusare e sostituire con tessuti leggeri, freschi, l'inversione dell'armadio, vede arrivare colori diversi o distribuiti con maggiore libertà, con il cambio di stagione, si prepara un cumulo di panni che va via, al buio, restando per mesi in attesa di essere preso nuovamente, indossato ancora, consumato, chissà quando e chissà trovandoti come.

Nel cambio di stagione c'è il tuo corpo che è cambiato, il bottone saltato quella volta in macchina, mentre correvi a lavoro, le calze che ami, i pigiami caldi per le notti solitarie, le cose che butterai e che non vedrai mai più.

Da sempre, ad ogni cambio di stagione, scrivi un biglietto, con delle parole riferite ai mesi trascorsi, a come ti senti, a cosa avete vissuto, metti la data, specifichi che tempo faccia ora.

Il cambio di stagione, ogni singola volta, ti stanca, ti eccita e ti mette di buon umore, lo hai fatto con i pancini ed i pancioni, quando eri dieci chili sottopeso e quando ne pesavi più di 80.

Hai sempre finito per giocare con camicie e gonne, cinte e lacci, musica e mollettoni in testa, hai dovuto interrompere per allattare o cucinare, o prenderti una pausa mentre la lavatrice andava ed andava, hai sempre finito per ballare o ricordarti quando hai indossato quella maglia, chi te l'abbia regalata ed in quale momento ti abbia sorpreso trovandotela sulle spalle, nuova e profumata d'amore.

Il cambio di stagione ti piace viverlo sia quando ti prepari all'inverno ed afferri i maglioni pesanti e le coperte morbide, sia quando, in piena primavera, appendi vestiti leggeri come le notti d'estate, riponi sandali che scopriranno i tuoi piedi e pieghi i giacchetti leggeri da portare ad un concerto vicino al lago, o tutti i giorni alla fine di un altro turno di lavoro.

Questa volta il cambio di stagione ti ha ingoiata, i panni sembravano moltiplicarsi, non trovare posto, questa volta il cambio di stagione non ti ha eccitata nè divertita, non hai ballato, non hai provato nulla che somigliasse all'entusiasmo, guardavi la montagna informe e le avresti solo voluto dar fuoco, hai desiderato solo liberare, eliminare, svuotare, questo sembrava essere il tuo unico pensiero "basta, via", non hai fatto che trovare buchi e macchie, chiusure lampo troppo strette ed elastici slabbrati, i tuoi abiti ti sono venuti a noia, non hai scritto la consueta pagina che avviava ad un nuovo ciclo di giorni, non hai pensato alle temperature che  a breve sarebbero cambiate, ai cieli azzurri ed alle finestre spalancate sul frinire dei grilli.

Hai terminato il cambio di stagione senza guardare il risultato da lontano come sei solita fare, eri più arrabbiata che stanca, eri lucidamente consapevole che in un attimo ti cancella come se non fossi esistita ed invece di cercarti, ti perde ancora, che non sa tenerti, che non protegge il vostro filo nella lontananza e nella preoccupazione, ma lo taglia di netto, senza sconti nè tentennamenti. Non lo lacera, lo spezza, lo trancia, ed insieme al filo, lasci che recida te, la tua spinta sempre uguale, sempre pura, sempre sincera, sempre priva di protezioni.

Stavolta hai finito il compito senza vibrare d'attesa, invece ti sei piegata nell'impotenza, ti sei stupita solo di sentirti ancora così, ogni volta, come la prima, quando, con un colpo netto, vieni eliminata da una lavagna provvisoria e traballante.

Stavolta è stato tutto diverso, infatti ti sei sdraiata sul tuo letto ed hai continuato a dormirci con il piumone dell'inverno,perchè, anche se sta finendo Maggio, hai veramente troppo freddo, ancora.

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