Secondo me sta per piovere

 


 

Frotte di uccelli neri, piombano a filo sui tetti pieni di antenne e panni solitari, vestiti appesi da molto e dimenticati, c'è anche una mascherina azzurra, con un filo penzoloni, è lì da Marzo.

Queste enormi nuvole di uccelli piccoli, fanno un gran rumore, stasera non mi piace, è un suono sinistro che raggiunge un picco, è pieno di battiti steccati e di voci piene ma gutturali, poi il suono termina di colpo, silenzio assoluto, senza scemare, stop.

Come fanno questi uccelli ad accordarsi sul chiasso sincrono e sul silenzio condiviso?neanche uno che dimentichi, nessuno fuori dalle righe, non una nota che sfugga per un secondo all'onda.

Frotte di uccelli neri battono sfiorando i vetri sottili della mia stanza, sobbalzo guardandoli ipnotizzata.

Un impiastro denso di dolore e catrame mi sale dalle gambe, arpiona le mani che diventano mattoni incontrollabili, un miscuglio di muscoli inchiodati e tremanti, scosse ed incudini elettriche, mi pungono, mi prendono, mi scuotono di brividi, lavarsi i capelli, perderli, profumarli, indossare le calze, inghiottire un altro medicinale, giorni senza senso, azioni senza meta.

Il cuore perde di nuovo i battiti, li aveva appena ritrovati, un affanno che mi arpiona il petto e non mi va più di tentare di evitare i colpi, li prendo in faccia, e le braccia non mi si alzano più, ciondolano lungo i fianchi, riesco a malapena ad accucciarmi, colpisci, finiscimi, io non ho altro da contrapporti, non ho da capire, non so risolvere.

Non ho più energia sai?sono stanca, sfiatata, immobile e molle non lo vedi?

Ogni giorno è fatto solo di minuti piccolissimi, mi fermerò?attimi microscopici, ce la farò a finirli?

Ogni giorno è un rattoppo, un rimedio, un arrivare un pezzettino più su.

La testa e gli occhi ormai guardano verso il basso, pochissimo spazio da inquadrare, dentro neanche un progetto, questo spazio non comprende il futuro, domani non vibra, non promette.

Tutti questi uccelli a fiume sopra la mia testa , fluiscono a colpi sincopati, non capisco se sono già passati e stanno compiendo un giro a ritorno o se sono nuovi e mai visti. La mia fronte è insensibile, neanche un ago esterno può bucarla, ma dentro scorrono spilli implacabili.

Ai tempi dei figli piccoli li guardavamo incantati questi uccelli a frotte, sarebbe stata l'ora dell'uscita da scuola, dei giacchetti tirati sulla gola, dello stupore insieme, gli altri andavano via per paura di essere sporcati, noi no, noi teste indietro e meraviglia.

Oggi mi meraviglia tutto questo immenso, sommerso, affamato dolore.

Intorno vedo i disarmanti tentativi di sommergere e camuffare e truccare questo male, io faccio lo stesso.

Lo mettiamo un bel cappottino bianco su questo dolore che non molla e che forse sarà mio a vita?

Vogliamo provare a cancellare queste rughe infami con una nuova cremosa tinta pallida?Come puoi essere tanto diversa da non riconoscerti nelle foto di oggi se guardi quelle di ieri?Non sei più bella da nessuna parte.Non puoi ingannare te stessa.

Non guardo più film, non scrivo quasi mai, anzi poggio la penna tutti i giorni sul quaderno per fare la lista dei medicinali, l'appello dei sintomi.

La musica, quella mi resta e non sapevo che sarebbe restata.La metto, c'è, non basta, non sostiene, non spalma balsamo.

Le notti sono chiusure ermetiche e trattengo il respiro ed i sogni sono poveri e scarni, come brutti film scadenti, mi sveglia la nausea di ritrovarmi, la fitta elettrica di avere una testa ed un viso, la vertigine di un non approdo.

Il collo è ormai a guisa dello spavento, la schiena disegna il prolasso, e gli occhi si fanno tondi di sgomento, come di bovino pieno di spavento.

 

Secondo me tra poco pioverà, me lo dice questo strano canto di uccelli agitati e l'odore di questo cielo a materasso zozzo sui bordi della strada che non riconosco più, anche se è casa mia.

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