Guarda che bello



 

 Giorni e nuvole, tramonti e pranzi, dolore e dolore da massaggiare, curare, infilzare.

Pasticche e zaini, laghi e vento, caldo e sogni allucinanti.

Passeggiate lente, fiatoni e cuore nella gola, lavoro e figli, inventarsi un nuovo modo di stare insieme a loro, disperarsi di nascosto per quello che avevamo prima e che mi piaceva tanto.

Prelievi e covid, controlli, mascherine, disinfettanti, respiro che manca, la vista che si appanna, il ricordo di un anno fa, quando questo dolore non c'era e stava per colpire, accarezzo le date scritte od impresse nelle foto e prego di tornare a quel tempo, senza lo strappo pulsante nella testa.

Ti guardo all'improvviso fermando il mio oscillare su di te, hai gli occhi chiusi, le labbra rilassate, le mani sui miei fianchi, non premi, forse sogni, magari immagini, sicuramente senti, assapori dentro.

Non vedo l'ora di rivederti anche mentre sono in bagno, e mi sbrigo a ritrovarti.

Il dolore è talmente denso che mi avviluppa i sensi, è una febbre continua che morde la nuca ed offusca lo sguardo, sono coperta, sepolta sotto le scosse, mossa dall'elettricità impazzita, ed accuso e mi prendo questo male con la speranza che sia l'ultimo, che senza spiegazione passi, attendo che la sua improvvisa assenza mi restituisca la lucidità e la gioia semplice, che mi ridia il tempo, l'estate sopravvissuta, le partenze notturne con il viso che si crepava come un pezzo di pane secco e cantare lo stesso e guidare.

La medicina non mi solleva, i trattamenti non mi danno neanche un poco di pace, dentro resta un continuo livido di botte prese ogni giorno, intontita come un pugile cerco di lavorare e preparare.

Lavo i pavimenti e spolvero, acquisto i libri per le loro scuole, ed il veleno del dolore mi pompa le vene, mi scorre sotto la pelle, mi inonda i capelli, e mi intossica ogni visione, qualsiasi sensazione.

Mi sei venuto incontro ed era l'unica cosa da fare hai detto.

Spogliarsi e sentire il tuo odore più forte del mio, lo riconosco, lo chiamo, il tuo odore mi spetta, dice quella nostra nuova canzone.

Se sarà un nuovo viaggio, vorrei che fosse libero da questo veleno, mi brucia persino nel naso, ma io voglio respirarti pulita e magari stiamo zitti ogni tanto, visto che abbiamo capito alcune cose di questa esistenza ed in fondo non ci importa di nulla, al di là della bellezza.

La bellezza ci unisce, ci incolla, ci eccita, ci distende le labbra, ci colpisce e ci viene voglia di restituircela.

Guarda che bello amore mio, è uno sperone, è una ragazza che canta, è un nuovo libro, è la superficie del lago azzurro, è la prima calza d'autunno, un cappottino, un discorso pubblico, un frammento di film, una piega del vestito, un' esitazione nel parlare, una poesia turca, la storia di un bambino, il racconto di un morso di viaggio su ponti freddi o mari bollenti.

Guarda che bello che sei amore mio mentre chiudi gli occhi per prendere tutta me.


Commenti

DoctorWho ha detto…
Amore e dolore.
Che il primo ti ritrovi (e leggo che l'ha fatto) e il secondo ti abbandoni
Silvia ha detto…
Si doctor Who, momento pieno di dolore e di amore.Non ce la faccio più a vivere questo dolore, mi fanno male persino le budella a forza di cercare di contrappormici.Vivo una febbre interna dovuta a tutto questo male.
Un abbraccio nevralgico da qui.
hamdjacie ha detto…
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