Dipende tutto da me



Ho sentito nuovamente le tue mani su di me, mi sono seduta dritta per guardarti negli occhi, ho cercato di capire da che direzione arrivasse quella delusione, quel senso di abbandono, quel nodo che mi fa sentire dimenticata, sola comunque, sola in ogni caso, non compresa, non curata.
Avevo sentito un dolore vero quando mi avevi detto semplicemente "ciao amore" mentre ero sdraiata fra le tue braccia, difesa da quel tepore, da quella tua forza, da quello che tu ed io chiamiamo amore.
Avevi detto semplicemente ciao ed è stato sufficiente a farmi singhiozzare, a farmi sentire strappata via da te, come sempre, come ogni volta.
E non era colpa del tuo consueto saluto e non era colpa di nessuno se bisognava salutarsi sempre.
Mi sono tirata su, nuda in quel letto precario, ho spinto sui palmi delle mani e ti ho visto, ho guardato dentro i tuoi occhi, eri solo un uomo.
Eri solo un uomo come io sono soltanto una donna, come potevo pensare che quella delusione, che quell'oggetto che non mi hai regalato, che quella telefonata non fatta, che quel messaggio non inviato, che quella dimenticanza, quell'incontro annullato con tanta crudezza, potessero essere tue reali colpe, azioni che mi potessero far sentire in un modo od in un altro?
Vedevo le tue mani lisce ed i tuoi oggetti sparsi intorno, provavo una tenerezza terribile per ogni cosa che ti riguardasse, che avesse la tua impronta, che rivelasse la tua scelta.
Avrei voluto che avessi potuto scegliere me sempre.
Come avevo potuto investirti di tanta responsabilità?come avevo potuto credere che il mio vuoto, il mio bisogno d'amore, la mia fame di carezze e pensieri, potesse essere colmata da te?
Tu non c'entri amore.
Non c'entra che tu mi reputi solo una cosa preziosa.
C'entro solo io.
C'entra che io mi reputi solo una cosa preziosa per te e niente di più.
C'entra la mia solitudine, la mia storia di figlia e di madre, c'entra la mia amica, la mia attesa, la mia vacanza, le morti di chi amavo, le malattie di chi amo.
Perché pretendevo che mi passassi il balsamo del tuo amore sulle ferite che la vita mi aveva inferto, ferite che neanche conoscevi?
Perché desideravo che mi prendessi con te, che mi sentissi tua, che mi reclamassi?
Perché ti lanciavo addosso tanto dolore e tanta incompletezza?
Perché reputavo il tuo bisogno di incontrarmi, più basso del mio?più superficiale, più leggero?
Perché mi sembrava che il mio fosse amore più vero, più onesto, più importante del tuo?
Perché negli ultimi incontri sentivo la nostra storia morire, i nostri cuori allontanarsi, perché percepivo quel baratro al quale davo il nostro nome ma che con i nostri nomi non c'entrava nulla?
Dipendeva tutto da me, come per te dipendeva tutto da te.
La possibilità reale della gioia e della condivisione ce la portavamo da casa e la mettevamo sul piatto insieme, contemporaneamente, come in una roulette, noi due vicini ad aspettare il numero estratto dalla sorte, che ne sarà di noi oggi?
Ti chiedevo di portarmi, di farmi vedere, di mostrarmi, di stupirmi, di accogliermi senza difese, totalmente, ma era una richiesta assurda senza senso e senza dignità per nessuno di noi.
Ti chiedevo di trascinarmi via, di rendermi tutta, ti chiedevo soprattutto se ci credevi ancora all'amore, perché io amore, non ci credo più come ci credi tu.
Perché continuavo a tempestarti di domande, lamentando l'assenza delle tue risposte, quando le domande non erano rivolte a te ma a me stessa, alla mia storia?
Perché ti riempivo di regali e volevo che mangiassi le mie cose, che portassi addosso pezzi di me, il mio profumo, la mia camicia, perché ti chiedevo così di caricarti tutto il mio peso sulle spalle, quando le tue spalle avevano i propri pesi addosso?
Perché cercavo il tuo conforto e ti offrivo il mio, con tanta disperazione?
Perché avevi il potere di farmi stare malissimo e lo stesso identico potere di farmi stare benissimo?perché non dipendeva da te, ma dai miei fantasmi, dagli svuotamenti del mio cuore, e dai travasi delle mie emozioni cappottate, perché te lo avevo dato io questo potere e dipendeva da un giorno di sole e poi da un giorno che invece sembrava ancora inverno e le possibilità di stare meglio, apparivano tragicamente vane, solo inventate.
Perché scimmiottare una vita a due riusciva a farmi sentire nel posto giusto quando era appunto una farsa?
Perché immaginare come sarebbe stato fra noi possedeva il respiro delle cose buone e piacevoli, conteneva la forza, appunto fittizia, di poter reggere il peso della realtà di ogni giorno?
Perché vedevo te e vedevo noi in ogni film, in ogni storia d'amore che leggevo in un romanzo?vedevo noi ovunque perché volevo che fosse così, perché lo desideravo, perché scalciavo affinché fosse possibile, perché sarebbe stato bellissimo così,poter assomigliare a quei grandi deliranti amori, anch'essi falsi come sono falsi i film ed i libri e perché niente è mai vero come è vera questa vita.
Scusami amore, perché tu non c'entri niente, scusami amore perché dipende tutto da me.

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