La Mora in:"Delle cicale,delle stelle cadenti e dei temporali estivi..."



Non pensavo sarebbe potuto succedere,ma mi trovo ad una scrivania antica,di legno scuro,con un portatile illuminato davanti alla mia faccia,sotto ad un abat-jour da pianoforte,un temporale estivo con tutti i crismi, fuori dalle finestre che mi circondano,in piena terra Sabina e... scrivo.
Non credo potrei desiderare di più.
Mi sento molto Erri De Luca,baffi a parte,lui,una penna vibrante che respira.
Ebbene,come ricapitolare questi giorni di vacanza ormai agli sgoccioli se non raccontando delle notti silenziose di gente ma zeppe di cicale,passate a fiutare stelle cadenti con Giacomo e Marco,sdraiati sull'erba fresca,dei tramonti grassi gustati con il costume ancora bagnato di piscina azzurra e deserta,i capelli gocciolanti ed un profondo senso di pace,sparso fra la pancia e la pelle,delle cene preparate nel piccolo cucinino dell'agriturismo e condivise con tutti gli altri abitanti degli appartamenti,lingue diverse che si arrotolavano sull'amatriciana ed un dolce tipico romeno.
Come dimenticare quando si apparecchiava tutti insieme,i bambini liberi e selvaggi che ci correvano intorno,sul tavolo di legno sotto al vigneto,un balcone di erba medica a strapiombo sulle colline umbre,Giacomo sempre mezzo nudo e Filippo dolcissimo che sorride e si mangia i piedini grassocci,io e Marco che,una volta addormentati i piccoli,finalmente torniamo a stare insieme da soli sul letto dei delfini,ogni notte,una stanza tutta per noi,le colazioni sul prato tutti in pigiama,i tuffi vestiti e con gli occhiali da sole,gli agguati con i gavettoni e le capriole ed i nascondini,i braccioli da gonfiare ed i piccoli da lasciare svegli ancora per un pò,chiacchierando di notte con gli altri,sotto alla luna,accarezzandoli e dondolandoli pacificati e stanchi.
Vedere Giacomo affannato dalle emozioni e dalle mille nuove scoperte che si addormenta esausto e sorridente,i cavalli che agitavano la chioma scura nel vento caldo del pomeriggio liquefatto ed un piatto di lombrichelli fatti a mano dalle donne più dolci del pianeta,che ci regalavano uova fresche e pizza appena sfornata,di nascosto dal padrone.
Vedere la vecchia e minuta nonna Melina con la camicia da notte azzurra troppo grande per le sue ossa magre,ninnare e cantare per il suo nuovo,inaspettato secondo nipote,e sbirciare Cristina,e sorprenderla mentre finalmente si diverte un pò schizzando tutti con le pistole ad acqua arancioni e cambiando pannolini a Filippo sul lettone bianco.
Ed ora essere qui da mia cugina e la sua enorme famiglia rumorosa,cucinare nella cucina dei miei sogni,per sfamare tutti,quando tornano zuppi di scherzi in acqua e chiedono:"zia cosa hai preparato oggi?",camminare accanto ai ciuffi di lavanda odorosi se solo li sfreghi un pò,ascoltare dall'amaca i giochi fantasiosi di Giacomo e Sofia,capire che sono cresciuti,che sanno già inventare e costruire storie,sanno già dire "tu mi amavi tantissimo"e litigare come due vecchi amici per fare pace subito senza neanche pensarci troppo.
Ora tuona dietro a questa collina rotonda,il prato è zuppo,l'erba respira,il vento maltratta i noci e gli ulivi ed io con la mente, ripercorro la notte di san Lorenzo,quando Giacomo sdraiato in mezzo a noi due,su una coperta stesa sul prato,dopo avergli spiegato la faccenda dei desideri e delle stelle cadenti,improvvisamente,domanda piano:"mamma,ma il regalo,le stelle,ce lo portano direttamente qui?"
Non credo potrei desiderare di più.
Mi sento molto Erri De Luca,baffi a parte,lui,una penna vibrante che respira.
Ebbene,come ricapitolare questi giorni di vacanza ormai agli sgoccioli se non raccontando delle notti silenziose di gente ma zeppe di cicale,passate a fiutare stelle cadenti con Giacomo e Marco,sdraiati sull'erba fresca,dei tramonti grassi gustati con il costume ancora bagnato di piscina azzurra e deserta,i capelli gocciolanti ed un profondo senso di pace,sparso fra la pancia e la pelle,delle cene preparate nel piccolo cucinino dell'agriturismo e condivise con tutti gli altri abitanti degli appartamenti,lingue diverse che si arrotolavano sull'amatriciana ed un dolce tipico romeno.
Come dimenticare quando si apparecchiava tutti insieme,i bambini liberi e selvaggi che ci correvano intorno,sul tavolo di legno sotto al vigneto,un balcone di erba medica a strapiombo sulle colline umbre,Giacomo sempre mezzo nudo e Filippo dolcissimo che sorride e si mangia i piedini grassocci,io e Marco che,una volta addormentati i piccoli,finalmente torniamo a stare insieme da soli sul letto dei delfini,ogni notte,una stanza tutta per noi,le colazioni sul prato tutti in pigiama,i tuffi vestiti e con gli occhiali da sole,gli agguati con i gavettoni e le capriole ed i nascondini,i braccioli da gonfiare ed i piccoli da lasciare svegli ancora per un pò,chiacchierando di notte con gli altri,sotto alla luna,accarezzandoli e dondolandoli pacificati e stanchi.
Vedere Giacomo affannato dalle emozioni e dalle mille nuove scoperte che si addormenta esausto e sorridente,i cavalli che agitavano la chioma scura nel vento caldo del pomeriggio liquefatto ed un piatto di lombrichelli fatti a mano dalle donne più dolci del pianeta,che ci regalavano uova fresche e pizza appena sfornata,di nascosto dal padrone.
Vedere la vecchia e minuta nonna Melina con la camicia da notte azzurra troppo grande per le sue ossa magre,ninnare e cantare per il suo nuovo,inaspettato secondo nipote,e sbirciare Cristina,e sorprenderla mentre finalmente si diverte un pò schizzando tutti con le pistole ad acqua arancioni e cambiando pannolini a Filippo sul lettone bianco.
Ed ora essere qui da mia cugina e la sua enorme famiglia rumorosa,cucinare nella cucina dei miei sogni,per sfamare tutti,quando tornano zuppi di scherzi in acqua e chiedono:"zia cosa hai preparato oggi?",camminare accanto ai ciuffi di lavanda odorosi se solo li sfreghi un pò,ascoltare dall'amaca i giochi fantasiosi di Giacomo e Sofia,capire che sono cresciuti,che sanno già inventare e costruire storie,sanno già dire "tu mi amavi tantissimo"e litigare come due vecchi amici per fare pace subito senza neanche pensarci troppo.
Ora tuona dietro a questa collina rotonda,il prato è zuppo,l'erba respira,il vento maltratta i noci e gli ulivi ed io con la mente, ripercorro la notte di san Lorenzo,quando Giacomo sdraiato in mezzo a noi due,su una coperta stesa sul prato,dopo avergli spiegato la faccenda dei desideri e delle stelle cadenti,improvvisamente,domanda piano:"mamma,ma il regalo,le stelle,ce lo portano direttamente qui?"
Commenti
Un bacione
fra
Il complimento più bello fattomi da mia sorella.
Buon settembre,mese di rientri,riprese,buoni propositi,uva e fichi violetti!
a presto. Che schifo il rientro....!
Voglio il prossimi giugno,o l'inverno fresco ma in vacanza!
Grazie ancora baciiii