Finisce

Finisce un'altra estate. Prestissimo, ogni mattina, mi svegliava l'eccitazione di ritrovare la terra rossa con tutti quegli alberi e quel vento che arrivava dal mare. Quel vento fresco attraversava i pinnacoli bianchi, sbatteva sui muretti a secco, camminavo senza vestiti e senza scarpe, la libertà della vacanza era sdraiarsi in quella campagna senza nulla addosso. La pausa, l'interruzione dei ritmi allucinanti, stava nei caffè bevuti con le gambe alzate sulle chianche piene di calore fino a tarda sera, nei fuochi accesi profumati di legno d'ulivo, in una fame non imbrigliata, ma assecondata e masticata e goduta dentro ai fichi, ai taralli, all'olio buono, ai pomodori sfregati sul pane caldo, alle olive, alle mozzarelle bianche piene di latte, ai meloni gialli, alle pesche dolci come miele. Finisce con tagli di scoglio sotto ai piedi, con la pelle più scura, con tre libri letti da sdraiata, da seduta, da quasi addormentata. Finisce riversa su un fianco del...