Resilienza, qui ed ora, zen e quarantena


Una bellissima storiella zen, piena di senso metaforico incentrato su come bisognerebbe affrontare l'esistenza, racconta di un uomo che corre disperato per sfuggire agli artigli di una tigre affamata, durante la forsennata corsa, l'uomo scivola in un burrone ma riesce a restare appeso ad uno spuntone di roccia.
Egli penzola, sotto di lui solo centinaia di metri, la morte sicura, appena sopra di lui, la fiera furibonda, la morte certa, di fronte a lui, in mezzo alla roccia, però improvvisamente, ecco che gli appare una fragola.
Una bellissima, rossa, matura e profumata fragola.
Proprio qui arriva il senso zen della vita, la resilienza pura, la quintaessenza del qui ed ora: lui afferra la fragola e la assapora pensando che non esista nulla di tanto buono al mondo, come quella fragolina, l'uomo si gode il suo sapore così, semplicemente.
Fine

Mi piace molto questa storia, ma io vorrei analizzare la mia posizione esistenziale, traslandomi in questa vicenda pocanzi narrata.
Io scivolo, mi scortico tutta, sento gocciolare il sangue sulla pelle, ho il cuore a mille ma non un mille ordinato, un mille pieno di extrasistole, le mie croniche, odiose, incurabili extrasistole, non ho mai potuto curarle perchè non reggo i betabloccanti, la spalla sinistra invece, in attesa di intervento chirurgico ormai da anni, è diventata rovente ed urla per il dolore, per il momento mi sono salvata per il rotto della cuffia, dei rotatori.
Guardo giù, vertigini violente mi aggrediscono il nervo vago, un pò mi sento svenire, un pò mi viene da vomitare, un classico fra i miei storici sintomi.
Guardo in alto e vedo il viso della tigre che soffia e spalanca la bocca nella mia direzione, mi fisso a guardarle i denti uno ad uno, poi conto le sue strisce, subito dopo sento il panico attanagliarmi le caviglie, le sento formicolare, mi si accendono le orecchie, le sento ronzare dentro e le vertigini (di natura cervicale stavolta) mi stordiscono il sistema nervoso, sudo, l'adrenalina spruzza ed investe ogni parte di me.
Poi vedo la fragolina, bellina penso, che ce faccio ora?
Tento di prenderla lo stesso, il braccio destro non riesce a compiere quel movimento allungato da troppo tempo, provavo ad allenarmi per questo, anche al corso di posturale, senza risultati, ma poi dovevo affannarmi per stare al passo con i vecchietti che facevano ginastica nel mio stesso corso, tutti più fluidi e più coordinati di me.
Tento di prendere la fragola con il braccio sinistro, mentre penso a come l'avrei utilizzata a casa mia, quella splendida fragola, fatta a dadolini con aggiunta di limone spremuto? servita insieme a della panna fresca appena montata?Lasciata sciogliere a fuoco lento per ottenerne una riduzione per guarnirci una crema pasticcera?
Finalmente prendo la fragola, la mastico, ho mal di testa perchè stamattina non ho preso il caffè qui nella giungla non ne ho trovato, se non prendo il caffè la cefalea è assicurata, se sono in ovulazione o nel pre ciclo e verso la fine del ciclo, la cefalea arriva e monta nonostante il caffè, dopo il terzo caffè, non mi resta che ingurgitare un bel fans od almeno un paracetamolo 1000 mg per OS non effervescente.
Ultimamente c'è da dire che, poichè il ciclo non ha più le sue fasi consuete e pare impazzito, può capitare che mestrui al posto di ovulare e quindi la cefalea diventi imprevista ed intrattabile.
Il caffè accentua la mia fragililità gastrointestinale, per cui, talvolta, mi trovo costretta a ragionare seguendo il principio dell'ubi maior, minor cessat, laddove quel cessat può essermi da monito, per ricordarmi di non esagerare con la caffeina.
Certamente un grosso ruolo all'origine dei miei problemi gastrointestinali, lo rivestono i latticini ed i carboidrati, i lieviti poi, sono una combinazione molto azzardata.
Una margherita può regalarmi nottate molto impegnative. 
Mentre mangio la fragolina, che mi pare buonisisma, sento alzarsi il vento, continuo a masticare, cerco di ignorarlo, tutti stanno al vento al mondo perchè dovrebbe farmi male? ma poco dopo sento che le zone trigger dei miei nervi occipito-trigeminali, si stanno accendendo, e la nevralgia, che ormai ho fissa come un portacenere pesante ed acceso sulla mia parte cranica sinistra, diventa di nuovo, trafittiva, elettrica, bruciante.
Vorrei ripararmi la testa con le mani, ma perderei l'equilibrio.
La fragola era squisita però, cerco di concentrarmi sul sapore che ancora trattengo sulla lingua, sulla luce del giorno che sta terminando ed un tramonto attrae sempre la mia grata e più sincera attenzione, però vengo nuovamente distratta da una sensazione che conosco perfettamente:il prurito sul busto,guardo verso la mia pancia e mi accorgo che si è nuovamente riempita di bolle e ponfi, la fragola avrà fatto impennare i miei già altissimi, inspiegabili, livelli di acidi biliari?
Come sempre non ho risposta, cerco di grattarmi dondolando contro gli speroni di roccia ma mi pervade un freddo pazzesco, ho i brividi, poco fa ero sudata, accaldata, ora sogno una copertina, questa deve essere la tiroide, da quando l'ha scoperta Hashimoto non ci ha capito più niente, si è auto attaccata, si è offesa da sola, tiroide autoimmune che spesso mi lascia più esposta alle infezioni batteriche e virali, oltre ad una serie multiforme ed inguaribile di sintomi odiosi.
A proposito, ma cosa è questa sensazione dolorosa che provo durante la deglutizione della mia semplice saliva, io la conosco, questo è il mio mal di gola, non sono le mie solite afte, di quelle ne avevo già tre prima di precipitare, quando la mia gola fa così, nel giro di 10 ore avrò le tonsille invase dalle placche, che poi le placche ho provato a toglierle con il cotton fioc, a fare i gargarismi con la coca cola, a bere l'acqua ossigenata, ma sono finita sempre a sbattere al macrolide per 7 giorni, e pure qui, a dirla tutta, son già tre volte che il macrolide mi crea rash cutanei ma 15 giorni dopo, quindi nessuno può affermare che sia proprio il macrolide il vero responsabile di questo rash, che poi è un rash  o dell'orticaria legata al fatto che non ho più la colecisti visto che me la sono mangiata a morsi, a forza di ingoiare soprusi ed incazzature?
Fatto sta che ora sono appesa a duecento metri di altezza, ho le vertigini, ho freddo ma sudo, il cuore fuori sincrono, le braccia atrofizzate dal dolore, la nevralgia, le bolle, la cefalea, il ronzio alle orecchie, le vertigini di due tipi, il panico a badilate, le afte ed il mal di gola e non so più cosa fare, provo con la respirazione diaframmatica, è alla base di tutto la respirazione diaframmatica, ma quando respiro profondamente mi capita di sollecitare la tubarite di cui soffro ad entrambe le orecchie con maggior cmpromissione di quella di sinistra.
Probabilmente la tubarite è dovuta ai condili temporomandibolari sublussati che oltrepassano il tubercolo temporale, è spesso una condizone favorente.
Vorrei dell'olio di arnica per lenire i miei dolori ma anche una forte dose di ibuprofene altamente  gastrolesivo.
Perchè io provo con gli incensi, con l'omeopatia, con gli osteopati, con l'allopatia spinta e conservatrice, con la meditazione, con lo yoga, con la bicicletta, peccato che me l'abbiano rubata, era pure color prugna con il cestino, provo con gli antiepilettici, i ricaptatori della serotonina, ma la verità è che non mi fa mai bene un cazzo.
Persino il materasso in memory foam alto 26 centimetri, pagato in scomode rate quinquennali, mi ha fortemente delusa, mi sveglio la mattina, ogni maledetta mattina, con la sensazione di essere stata investita da un pullmino pieno di gente oltre all'autista.
I medici non sanno mai cosa dirmi, non sanno mai come aiutarmi, mi fanno domande per le quali io li pago per ottenere le risposte, mi somministrano cure e farmaci e non ho mai una diagnosi chiara nè una terapia.
Torniamo al qui ed ora, sono ancora appesa, mi si annebbia la vista, vedo delle lucine negli occhi, tante piccole lanternine, me lo fa spesso, sarà per l'ipotensione, quando mi alzo anche solo da una sedia vedo tutto nero e talvolta queste lucine, tipo luccioline di campagna.
Penso alla resilienza, al senso della vita, alla gratitudine, alla fusione con l'universo intero, all'amore, cerco di abbracciare me da bambina senza SLAP del cercine, ma non sono riuscita a trovare uno che mi abbracci da adulta, figuriamoci se ora io possa riuscire ad abbracciare la me bambina.
Il mostro che ho da anni fra le scapole, quel dolore che mi spezza e mi ingobbisce, mi piega in avanti, visto in tac, moc, rmn, rx e mai compreso del tutto, sta dandomi così tanto male che mi sono partite le parestesie, la schiena sembra di cartone e mi si altera il respiro.
Respira tranquilla Silvia, qui ed ora, rilassati, guarda quanta bellezza intorno a te.
Mi partono i crampi ai polpacci, quelli che mi svegliano una notte si ed una no, alternandosi con il torcicollo, i crampi non passano se non piego le dita dei piedi con le mani, ma ora non posso raggiungerli i miei piedi.
Esausta decido di lasciarmi cadere, basta con questa sofferenza, lascio le mani che erano appese allo sperone, chiudo gli occhi, ma non cado, li riapro, sono appesa per un lembo della maglia e così non posso nè cadere nè risalire.
Con un occhio solo (l'altro mi si è chiuso come quasi ogni primavera) per una delle mie congiuntivite purulente, sarà stato per via della terra del burrone ci scommetto, intravedo tante fragoline e penso:"meno male che non ho la mia cistite ricorrente perchè altrimenti sai ora dove lo avrei trovato un Monuril?"






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