Un lento ma inesorabile declino




Il primo giorno ci siamo svegliati all'alba, con baci e musica diffusa per casa.
Il primo giorno siamo usciti alle otto in punto, capelli ben pettinati, docce appena fatte, vestiti puliti e non spiegazzati, profumino dietro le orecchie, unghie tagliate di fresco, zaini preparati la sera prima, vitamine somministrate a digiuno.
Il primo giorno abbiamo fatto una colazione equilibrata ed abbondante, consumata dentro ad un raggio di sole, merende confezionate a mano, grembiuli stirati e rigidi.
Dietro di noi ho lasciato una casa moderatamente ordinata e pulita, letti rifatti, locali aerati, piatti lavati e cibi riposti accuratamente.
Siamo entrati in macchina con calma, abbiamo percorso la strada fino alla scuola chiacchierando lentamente, rispettando i turni di conversazione, ridendo amabilmente.
Abbiamo camminato paralleli diretti verso la grande entrata gremita di bambini e genitori e nonni e canetti molesti.
Il secondo giorno abbiamo dimenticato di prendere le vitamine e metterci il profumino.
Il terzo giorno abbiamo saltato la colazione perché si era fatto troppo tardi.
Il quarto giorno non è suonata la sveglia e siamo arrivati a scuola con gli occhi cisposi ed i capelli indomabili.
Il quinto giorno meno male era sabato.
La seconda settimana abbiamo incartato i panini imbottiti con i fogli a quadretti, soffiato il naso con le mani mentre eravamo in macchina perché non trovavamo i fazzoletti, dimenticato i grembiuli dietro alla porta, lasciato i letti disfatti ed i piatti sporchi nell'acquaio.
A metà della seconda settimana ho iniziato ad urlare alle sette meno un quarto di mattina, loro si sono azzuffati per i cereali soffiati, per il posto a tavola, per i cucchiaini di cacao, per la gelatina dei capelli.
A metà della seconda settimana il piccolo si è quasi soffocato con una fetta biscottata, è uscito il latte dal pentolino, inondando la macchina del gas senza pietà, la doccia è stata sostituita da un bidet veloce, il venerdì mattina addirittura da una passata di fazzolettino imbevuto sui culetti innocenti.
A metà della seconda settimana, in macchina c'era musica a tutto volume, i discorsi e le minacce si accavallavano frenetici, le facce si schiacciavano sui finestrini causa pressione di mani minacciose ed altrui.
La terza settimana ci siamo scapicollati in maniera disordinata, lungo il vialetto della scuola, pestandoci i piedi ed arrotando bambini e canucci con le ruotine dei trolley.

Oggi sono rientrata in macchina dopo averli accompagnati in maniera caotica e sbilenca, mi sono guardata nello specchietto retrovisore, avevo ancora il fiatone, ho provato a dare un senso ai miei capelli, ho visto la data impressa sul telefono, era solamente Settembre.

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