Una madre normale
Ci sono stati momenti in cui vi ho divertiti fino alle lacrime.
Giorni in cui vi ho stupiti, allattati, protetti, coperti.
Ci sono state intere notti in cui ho vegliato sulla vostra febbre, controllato le vostre flebo respingendo il sonno e la fame e l'arresa.
Ci sono stati giorni in cui mi sono sentita la peggiore delle madri, pomeriggi nei quali vi ho offerto cartoni animati in sostituzione di me.
Ci sono state occasioni nelle quali ho avuto la certezza di riuscire a proteggervi, altre in cui vi ho letteralmente salvato la vita.
Ci sono stati pranzi con la migliore delle carni, il pesce più fresco, le verdure biologiche, e pranzi nei quali un toast mi è sembrato troppo da prepararvi, uno scoglio insormontabile.
Ci sono state punizioni esagerate, schiaffi brucianti che hanno fatto male prima di tutto alla mia coscienza, nottate in cui ero così stanca che ho finto di non sentirvi.
Ci sono stati dei No detti al momento giusto, con convinzione e fermezza, ci sono stati dei Si detti per sfinimento e perché era l'unica cosa che avrei potuto sopportare in quel momento, un risolutore Si.
Ci sono state ginocchia piegate dal peso e paure che mi hanno risucchiato ogni voglia.
Ci sono state feste di compleanno nelle quali ho giocato con voi e con i vostri compagni con energia e gioia e feste nelle quali ho pensato per tutto il tempo che sarei voluta stare ovunque piuttosto che lì.
Ci sono state storie buffe raccontate bene e ninne nanne cantate a denti stretti perché l'unica cosa che desideravo era andarmene ad incontrare un sonno balsamico e profondo.
Ci sono state domeniche di gite ed arrampicate e domeniche di noia e sconforto.
Ci sono state volte in cui ero dentro di voi anche guardandovi da lontano e giorni in cui ero lontano pur avendovi vicino.
Ogni giorno, lentamente ho capito che quella ero sempre io, non una madre speciale, non una madre peggiore, non una madre migliore, ma sempre io, un essere umano con dei figli, una donna con tutte le sue contraddizioni, semplicemente una madre normale.
Giorni in cui vi ho stupiti, allattati, protetti, coperti.
Ci sono state intere notti in cui ho vegliato sulla vostra febbre, controllato le vostre flebo respingendo il sonno e la fame e l'arresa.
Ci sono stati giorni in cui mi sono sentita la peggiore delle madri, pomeriggi nei quali vi ho offerto cartoni animati in sostituzione di me.
Ci sono state occasioni nelle quali ho avuto la certezza di riuscire a proteggervi, altre in cui vi ho letteralmente salvato la vita.
Ci sono stati pranzi con la migliore delle carni, il pesce più fresco, le verdure biologiche, e pranzi nei quali un toast mi è sembrato troppo da prepararvi, uno scoglio insormontabile.
Ci sono state punizioni esagerate, schiaffi brucianti che hanno fatto male prima di tutto alla mia coscienza, nottate in cui ero così stanca che ho finto di non sentirvi.
Ci sono stati dei No detti al momento giusto, con convinzione e fermezza, ci sono stati dei Si detti per sfinimento e perché era l'unica cosa che avrei potuto sopportare in quel momento, un risolutore Si.
Ci sono state ginocchia piegate dal peso e paure che mi hanno risucchiato ogni voglia.
Ci sono state feste di compleanno nelle quali ho giocato con voi e con i vostri compagni con energia e gioia e feste nelle quali ho pensato per tutto il tempo che sarei voluta stare ovunque piuttosto che lì.
Ci sono state storie buffe raccontate bene e ninne nanne cantate a denti stretti perché l'unica cosa che desideravo era andarmene ad incontrare un sonno balsamico e profondo.
Ci sono state domeniche di gite ed arrampicate e domeniche di noia e sconforto.
Ci sono state volte in cui ero dentro di voi anche guardandovi da lontano e giorni in cui ero lontano pur avendovi vicino.
Ogni giorno, lentamente ho capito che quella ero sempre io, non una madre speciale, non una madre peggiore, non una madre migliore, ma sempre io, un essere umano con dei figli, una donna con tutte le sue contraddizioni, semplicemente una madre normale.
Commenti
Ho scritto "Essere mamma o papà" anziché il termine "genitorialità" che riempie bene la bocca di esperti nel settore e riempie altrettanto bene il programma di convegni o titoli di articoli su riviste di ogni orientamento.
Perché genitorialità è un termine freddo. E non si può essere mamma e papà freddi.
In realtà genitori non lo si è. Lo si diventa.
Fai cose che ritenevi per te impossibili.
Svegliarsi alle tre di un feriale e preparare un biberon che viene consumato con lentezza esasperante, risucchio dopo risucchio (lo so ci sono le tettarelle anti risucchio ma alcune cose ci si deve rifiutare di comprarle, come il girello, l'altalena per lattanti, il microfono che amplifica i respiri a rantoli di Darth Vader, il ciuccio porta medicine, il braccialetto di ambra per la stregoneria anti coliche, il bavaglino della Juve).
Pulire un sedere con le mani. Le stesse mani che avevano schifo a raccogliere un bignè caduto a terra.
Socializzare con genitori completamente incompatibili con la tua persona solo per la disgrazia di avere figli nello stesso asilo.
Mangiare gli avanzi.
Vedere il tuo stipendio diventare ogni giorno più corto, manco fosse il vestito della mamma di Lucio Dalla.
Vendere la tua piccola macchina rossa dove ci stava tutto per prendere una scatola grigia con le ruote dove chiudi sempre il portello sui manici del passeggino.
Fare le vacanze dove c'è l'acqua bassa e niente onde.
Imparare ad amare in modo assolutamente incondizionato. Lo so, dovrebbe essere così sempre quando si ama, ma scagli il primo anniversario dimenticato chi è senza peccati.
Certo si potrebbe obiettare che per fare figli basta attendere il prodotto del concepimento dopo un atto sessuale completo, che anche gli animali fanno figli anzi le cavalle partoriscono in piedi cosa ci vuole. Che basta dare regole e farle seguire. Che basta dare il buon esempio. Che basta comportarsi come si faceva prima, basta rimanere se stessi e i figli ti seguono. Che per fare imparare ai bambini a stare al mondo dobbiamo fargli sbattere il muso così vale meglio di qualsiasi consiglio.
Di solito a dispensare simili perle di saggezza sono persone senza figli. Persone "ancora" senza figli, che poi tu aspetti al varco sadicamente e vedi comprare tutti gli oggetti di cui al capoverso iniziale. E persone senza figli tout court, che non si sono accorti che madre natura (gran puttana ma saggia a tratti) ha deciso per loro.
Insomma, la vera vita spericolata non è al Roxy bar, ma al Pronto soccorso pediatrico, o al ritiro delle pagelle.
Essere madre normale, cara Silvia equivale ad essere un'eroina (Giovanna D'Arco no le pere)
A mio figlio hanno regalato un bavaglino con su scritto "il mio primo Natale" ma non so se è colpa mia.
La mia cara amica neo mamma ha appena acquistato un secchio mangia cacca, ignoro cosa sia ma credo abbia vinto lei, l'ha proprio scelto e voluto.