Il mito sperduto
Nel lettone, chiacchierando durante le vacanze natalizie, mi sfugge un esplosivo:"Bravo Filippo sei un mito!
Lui: "Mamma, cosa significa un mito?"
Io, madre spettinata, ciancicata, stanca, ore ventitré, lucine intermittenti ovunque:" Vuol dire qualcuno talmente bravo da entrare nella storia ed essere ricordato, uno forte e gagliardo"
"Mamma io non posso essere un mito"
"perché piccolino?"
"perché non sono un bimbo sperduto"
"spiegami Fili, che vuol dire un bimbo sperduto?"
"che io non sono un bimbo solo e sfortunato, io ho te che sei la mia madre, finchè ho te non può succedermi qualcosa nella storia"
"continua a spiegarmi ti ascolto"
"io ho te, se ci sei tu nella storia, non possono succedermi avventure, spari, cose brutte, tu mi proteggi, no, non posso essere un mito."
Inizia un nuovo anno, le lucine si sono spente, e stare dentro la sua Storia è bellissimo, anzi, mitico.
Commenti
Ha capito che non c'è mito senza azione.
E, parlando delle avventure di un piccolo, già Disney aveva intuito che è una perdita a dare loro il via: Bambi, poi Piedino di Alla ricerca della valle incantata, fino alle recenti Elsa ed Anna di Frozen.
Dalla inopinata e drammatica libertà conquistata parte il racconto, (mythos), la parola narrata, tramandata.
Il mito richiede un luogo magico (il lettone come nel vostro caso, come in Pomi d'ottone...)ed un tempo magico, il vostro Natale. Ma tu sei e sarai con lui, quindi forse Phil non entrerà nel mito, ma, continuando ad essere così perspicace, più facilmente entrerà all'Università.
Se infatti il mito veniva usato nel popolo semplice, come la favola nel bambino, per rispondere a domande che superino la capacità di comprensione di chi chiede, lui è andato oltre ed ha rovesciato la prospettiva. E' lui che ti spiega le origini del mito. Chapeau.