Ascoltando il Natale
La notte di Natale è successa una cosa che non accade mai.
La notte di Natale sono andata a letto prima di tutti gli altri componenti della mia famiglia.
Solitamente mi infilo a letto dopo aver pulito, rassettato, preparato, lavato, raccontato, cantato, sgridato, accarezzato i miei bambini, mi addormento sempre per ultima e mi sveglio per prima.
Il 25 sera no.
Il 25 sera alle 23e10 mi sono infilata nel lettone soffice, pieno di coperte calde, struccata e profumata di crema per la notte, e mi sono sdraiata nel buio ad ascoltare il mio sonno misto alle voci della mia famiglia che arrivavano dal salone pieno di lucine natalizie e di regali da montare e godere fino a tardi.
Si sentivano le parole del piccolo che ormai chiacchiera e canta, del grande che faceva la telecronoca della gara che si stava tenendo sulla pista nuova di zecca, gli effetti sonori del padre dei piccoli che forse si stava divertendo più di loro con elicotteri e portaerei.
Io non c'ero e li spiavo da una tana nascosta, il sonno mi chiudeva gli occhi ma le orecchie ascoltavano, il cuore batteva piano e le labbra sorridevano ad ogni battuta buffa che arrivava come un piccolo soffio di vento su una candela accesa.
Io non ero con loro e loro c'erano lo stesso, parlavano, gioivano, ridevano e litigavano.
Mi addormentavo lentamente ascoltando loro che sono la mia Famiglia e pensavo a pochi natali fà, quando ero ancora una figlia e non una madre, quando ero io a giocare fino a tardi in mezzo alle carte ed ai nastrini divelti, quando qualcuno da di là, magari mi ascoltava silenzioso e pensava a cos'è una famiglia e che suono ha.
Intanto la notte avanzava sulla nostra casa, buia e liscia come le notti di Natale, ed il tempo correva via rapido come la felicità di un istante frettoloso.
Mi sono svegliata la mattina dopo ed un altro Natale era finito.
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