Ambulanze, destini e sirene
Nel traffico estivo, arroventato e confusionario, intravedo un'ambulanza ferma accanto ad un marciapiedi, a pochi metri dalla nostra macchina ripiena di figli.
Penso improvvisamente ai destini che si incrociano uno sopra all'altro, alla morte che ci sfiora la pelle ogni secondo, alla malattia in agguato sotto al letto di ognuno di noi.
Mi immergo in pensieri cupi e reali come l'aria che respiro, mi sorprendo a pensare che viviamo solo in attesa di una malattia, della morte furiosa e cieca, del dolore più atroce,sopravviviamo in silenziosa attesa del peggio, cercando di respirare piano e di non dare troppo nell'occhio.
La macchina riprende a camminare a strappi e ci avviciniamo sempre di più all'ambulanza spalancata, allora penso che viviamo tentando di passare inosservati almeno un'altra estate, speriamo che la morte ed il dolore, ci lascino in pace ancora un pò, noi e tutti quelli che amiamo, almeno fino a che non ci sentiremo pronti, perchè oggi proprio no, non siamo affatto preparati.
Mentre superiamo lenti l'ambulanza aperta ed ancora vuota, sento il figliolo grande che dice:"meno male che dentro non c'è nessuno che sta male o sta per morire, meno male che a nessuno gli esce il sangue, se no suonasse".
Talvolta, perfino una frase con l'infinito errato, può rappresentare la summa dei tuoi pensieri più neri.
Commenti
Silvia
Baci lettrici instancabili...
PT
E poi magari, un giorno all'improvviso, spaventati, tentiamo l'inutile fuga, come quella della gazzella rincorsa dalla leonessa affamata.
Come il soldato di Samarcanda, una canzone che mi ha sempre tolto il fiato.
Buon inizio di settembre, un mese che adoro.