Intrecci parentali
Giacomo dondola i piedi magrini stando appollaiato sul water, concentrato nell'atto della defecazione pomeridiana,un atto certo come poche cose sono certe nella vita, e parla con suo fratello piccolo.
I discorsi sono buffissimi fra un bambino di quasi sei anni ed uno di quasi due, io mi affanno in giro per pulire e rassettare e sorrido di questa conversazione rubata.
"Filì, lo sai che sei il mio fratellino preferito lo sai?"
"Ah,pefeito"
"si, ti amo da morire fratello mio, ma ti pare che io ti lascio mai da solo al buio?mai ti lascio da solo che ti credi tonto?io sto sempre con te piccolo bufalo(?)"
"buio no, a mucca"
"e certo, e la mucca come fa?"
"muuuu"
"bravo ma tu sei un genio"
"gegnio"
"vedrai quanto sarai bravo all'asilo dei grandi, speriamo che non vai a finire con la maestra Paola, quella strilla sempre"
"maettre asio bimbi ciao ciao mamma a domani"
"eh, bravo le maestre e l'asilo, però non sai quanto ti fanno lavorare, una barba, sempre a colorare colorare e punteggiare, non ce la faccio più"
"i cololi, a cricche("scrivere" n.d.r)a fojo"
"meno male che c'ho te, un bel fratello così grasso, pensa che quando io cresco, tu diventi mio figlio piccolo...vero mamma?"
http://cenadamamma.blogosfere.it/2011/03/le-unghie-dei-bambini-storia-di-un-ambulatorio-speciale.html
Commenti
Non tanto quanto i tuoi occhi, però.
Nel parlare dialetto italiano, nello stato di Rio Grande do Sul (Brasile), la regione di montagna (città di Garibaldi, dove sono nato), si direbbe la frase di cui sopra, così:
"Ma che bello! Mia tan come i tui occhi"
Baci e abbracci, bella donna.
Adoro sentire parlare i bambini, con la loro ingenuità e con l'assenza di corazza emozionale :-)
Grazie ragazzi.
Sabrina
Bentrovata Sab