Post

Troppo

Immagine
  Sono troppo Male e bene, sono comunque troppo Ho troppo freddo, ho troppa fame Ho troppo amore, troppa paura, troppa gioia Provo troppa gratitudine, troppo desiderio, troppo stupore Dedico troppe cure, faccio troppi regali, mi accorgo di troppe cose Vivo troppo dolore, troppa delusione, troppa angoscia Sento troppa nostalgia, troppa assenza, troppa solitudine Amo troppo ciò che amo, dico troppo ciò che penso, si vede troppo ciò che provo Canto troppo forte, mi annoio troppo presto, mi arrendo troppo di frequente per poi riprovarci troppe volte Tremo troppo, mi ammalo troppo, sanguino troppo Sudo troppo, mi stanco troppo, mi cedono troppo facilmente i muscoli ed il fiato Il vento mi fa troppo male così come il silenzio  L'entusiasmo che vivo è troppo, il crollo che segue è troppo rovinoso Il rumore mi ferisce troppo Mi consumo troppo e mi commuovo troppo Sono troppo e l'assenza di noi è la presenza più forte che abbai vissuto E' troppo con me, vicino a me, accanto a me, è

Solo un'ombra

Immagine
  Non avere paura, è solo un'ombra fatta di niente. Il dolore ha così tante forme che non si riesce a catalogarle tutte, può essere pulsante, sordo, lancinante, trafittivo, elettrico, caldo, affilato, gelido, gonfio, a spilli, tagliente, profondo, viscerale, nauseabondo, liquido e molle,frammentato, ad ondate, fisso e pervasivo, singolo ed insopportabile, lento ed agonico, fulmineo, a contrazioni,paralizzante, tremante, corposo, piccolissimo e circoscritto, duro, spezza fiato, a spasmi. Il corpo cerca sollievo con posture e spostamenti, lo affronta con il sonno, le medicine, i massaggi, la fuga, la negazione, la depressione, la chiusura, l'impacco, il respiro mutato. Non avere paura, è solo un'ombra fatta di niente. Ogni male mi spinge verso il calore di una stretta, l'atto balsamico di un abbraccio che non trovo. La notte mi sorprende di suoni solitari e rumore di lenzuola sotto la pelle, il sogno mi attraversa lucido e luminoso, senza difese come di giorno, senza cens

Estati

Immagine
  Che darei perchè questa telecronaca della partita dell'Italia che sento diffondersi dai balconi di fronte e dentro casa nostra, fosse quella di una partita di tanti anni fa. Che darei perchè questa serata diventasse una di quelle serate in cui papà, con addosso la canottiera bianca e la stanchezza di una infinita e calda giornata di lavoro trascorsa in mezzo alla strada ed alle macchine, metteva il carrello del televisore, sul nostro terrazzo, uno schermo piccolo ma che illuminava il buio della notte incipiente, mamma che, giovane e piena di energia, entrava ed usciva dalla cucina al balcone con la prima frutta estiva in mano, una bottiglia di birra da bere direttamente dal collo, qualche racconto, dei piatti da mettere nel lavandino, che domani si lavora ma possiamo restare svegli fino a tardi, la scuola è finita. Che darei perchè si tornasse solo per stasera a quella sera qualunque, ad una partita di calcio con la nazionale italiana, la telecronaca di papà che ad un certo punto

Postura

Immagine
Di vertebre e respiri addolorati, incastrati, legati, strozzati.     Di schiena curva e spalle chiuse, di pancia molle ed impaurita Di indagini dolorose e bisturi con acqua Di contrazioni e lacerazioni dentro Legamenti e cartilagini di fuoco e contratture  Braccia e lombi morsi e sbranati senza pace In giro nella mia vita senza struttura, traboccante di solitudine e tristezza. Camminando piano e sbilenca fra i miei inciampi ed i miei rimorsi Il dolore costante che brucia fin dentro alle pupille, ginocchia deboli ed in fiamme, il primo caldo che schiaffeggia il cuore aritmico Perdo battiti, chissà dove finiscono Postura di male, postura di arresa, postura svuotata Schiena senza spina Colonna vertebrale crollata che pinza nervi e piedi  Non c'è stata la primavera, non desidero questa estate

I gabbiani

Immagine
   I gabbiani passano vicino alle mie finestre la mattina presto, portano nel cielo un suono liquido ad onde che mi ricorda il mare Non merito questo suono di marea perchè dormo in città, me lo prendo però, con gli occhi ancora non del tutto aperti. Il suono dei gabbiani mi pare un invito a seguirli lontano, lasciando macchine, traffico e rumori. Ascoltarli quando il velo del sonno non si è ancora sciolto del tutto, me li imprime nel profondo, li sento dentro rimbombare forte, sembra un'allucinazione, somiglia ad un nuovo sogno, poi inizio a dimenticarli ad ogni ora che passa, sempre di più, in serata li ho persi del tutto e sono colma di frastuono. I gabbiani sono il suono delle mie albe, la sabbia tiepida sotto ai miei piedi, il ricordo dei mari che ho respirato. I gabbiani sono il mio risveglio d'inverno.

Per tutte

Immagine
  Per tutte le volte in cui abbiamo detto ad una figlia o ad un'amica:"è stato aggressivo?vabbè ma tu cosa gli hai fatto, lo hai provocato?" Per tutte le volte in cui ci viene chiesto:"ma così scollata, ma con questa minigonna, ma tuo marito cosa dice?" Per tutti gli amici che dicono al tuo compagno:"ma lei mette foto sensuali su Ig, non senti che ti manca di rispetto?ma dille qualcosa no?" Per tutte le volte in cui siamo state lunsingate dall'essere scelta da un uomo e già ci era  sembrato sufficiente per volergli bene Per le volte in cui siamo state felici  e speciali nel sentirci dire "sei mia mi appartieni" Per tutte le rinunce fatte "altrimenti lui si ingelosisce", per i viaggi non  vissuti, per le serate con le amiche annullate, per il corso di danza interrotto per non farlo innervosire che per tenerlo sereno in fondo cosa ti costa non andare a ballare? Per quell'uomo che ha dato della troia ad una giovane attrice napo

Cara

Immagine
  Cara Silvia, cosa c'è di più patetico che scriversi una lettera da soli? Eppure oggi va così ho scritto a tanti, ho scritto sempre, mai a te. Sei seduta sul tuo lettone solitario e sfatto, accanto ad un mucchio di panni che non riesci a piegare e sistemare per il dolore che ti attanaglia un lato del corpo, senti i denti di un lupo perennememente affondati nel tuo bacino a sinistra dove il tuo cuore batte asincrono, nel tuo lombo giù nel profondo, senti la coltellata nel fianco, alla radice della schiena non appena ti pieghi, ti volti, ti accucci, senti il male fisso e corposo, sei così disorientata. I tunnel ed i raggi non capiscono dove sia il blocco, da cosa dipenda, tu entri ed esci da mani di esperti, dottori, osteopati, siringhe, pasticche, bustine, intergratori, pomate, cerotti, cuscini, cliniche ed ambulatori, ti pieghi in ogni posizione a cercare sollievo, per tentare di riprenderti un vero respiro pulito, per ritrovare un movimento senza morsa, per sentire uno sblocco ed