tag:blogger.com,1999:blog-72544432887895193712024-03-10T03:47:06.783+01:00A CENA DA MAMMA STASERA?Questo è un blog da leggere senza moderazione possibilmente prima dei pasti.silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.comBlogger649125tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-84871237618770204292024-02-04T17:56:00.004+01:002024-02-19T13:17:24.967+01:00I gabbiani<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggRgpVodVkvmmG7Et48wHQnutZpFZISe3NJUQ8UFoTPtiju5nWjbHXO4h-Be57fjOAVdjpMgTeuY65Ec8UqoZzRUEpzo6WLwHf_Be8K7hcBw1U1tMtRl1b4bqguG_4oYvVEwUBixdBCKqa0Oo0IxhwWHSzIw4CrBmA4vDkGmlLxSrD77FkrQmBUq4Cv5c/s306/gabbiani.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="164" data-original-width="306" height="164" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggRgpVodVkvmmG7Et48wHQnutZpFZISe3NJUQ8UFoTPtiju5nWjbHXO4h-Be57fjOAVdjpMgTeuY65Ec8UqoZzRUEpzo6WLwHf_Be8K7hcBw1U1tMtRl1b4bqguG_4oYvVEwUBixdBCKqa0Oo0IxhwWHSzIw4CrBmA4vDkGmlLxSrD77FkrQmBUq4Cv5c/s1600/gabbiani.jpg" width="306" /></a></div><br /><p></p><p> I gabbiani passano vicino alle mie finestre la mattina presto, portano nel cielo un suono liquido ad onde che mi ricorda il mare</p><p>Non merito questo suono di marea perchè dormo in città, me lo prendo però, con gli occhi ancora non del tutto aperti.</p><p>Il suono dei gabbiani mi pare un invito a seguirli lontano, lasciando macchine, traffico e rumori.</p><p>Ascoltarli quando il velo del sonno non si è ancora sciolto del tutto, me li imprime nel profondo, li sento dentro rimbombare forte, sembra un'allucinazione, somiglia ad un nuovo sogno, poi inizio a dimenticarli ad ogni ora che passa, sempre di più, in serata li ho persi del tutto e sono colma di frastuono.</p><p>I gabbiani sono il suono delle mie albe, la sabbia tiepida sotto ai miei piedi, il ricordo dei mari che ho respirato.</p><p>I gabbiani sono il mio risveglio d'inverno.<br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-14355600454140578192023-11-20T17:44:00.002+01:002023-11-20T17:44:49.890+01:00Per tutte<p><br /> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieCAB90iUFulVgeGiBSVycPoD24ww1UQ2vKepyAc4IrnGx9cr_kWyXcpBnvbCU2B_Y487-GLX8Rs5oaqID0mjtBgJd3fuoxfRwucjrcmxDtjWSztAA3LP5EfvbXfqawcW-zHmj7-6_ew9_hu41ITeCmv5zyL-eQYNCSbrwwE6D3V34-UolsuBgW_dn6B4/s299/giulia%20picc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="299" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieCAB90iUFulVgeGiBSVycPoD24ww1UQ2vKepyAc4IrnGx9cr_kWyXcpBnvbCU2B_Y487-GLX8Rs5oaqID0mjtBgJd3fuoxfRwucjrcmxDtjWSztAA3LP5EfvbXfqawcW-zHmj7-6_ew9_hu41ITeCmv5zyL-eQYNCSbrwwE6D3V34-UolsuBgW_dn6B4/w299-h154/giulia%20picc.jpg" width="299" /></a></div><p></p><p>Per tutte le volte in cui abbiamo detto ad una figlia o ad un'amica:"è stato aggressivo?vabbè ma tu cosa gli hai fatto, lo hai provocato?"</p><p>Per tutte le volte in cui ci viene chiesto:"ma così scollata, ma con questa minigonna, ma tuo marito cosa dice?"</p><p>Per tutti gli amici che dicono al tuo compagno:"ma lei mette foto sensuali su Ig, non senti che ti manca di rispetto?ma dille qualcosa no?"</p><p>Per tutte le volte in cui siamo state lunsingate dall'essere scelta da un uomo e già ci era sembrato sufficiente per volergli bene</p><p>Per le volte in cui siamo state felici e speciali nel sentirci dire "sei mia mi appartieni"</p><p>Per tutte le rinunce fatte "altrimenti lui si ingelosisce", per i viaggi non vissuti, per le serate con le amiche annullate, per il corso di danza interrotto per non farlo innervosire che per tenerlo sereno in fondo cosa ti costa non andare a ballare?</p><p>Per quell'uomo che ha dato della troia ad una giovane attrice napoletana ed una sua fan, per difenderla ha scritto:"troia sarà tua sorella"</p><p>Per tutte le volte in cui ad un'attrice, una modella, una donna che pubblica foto sensuali si domanda:"ma sei una madre, ma non ti vergogni?"<br /></p><p>Ogni volta che l'abbiamo chiamata "la moglie di Fratoianni" invece che Piccolotti.</p><p>Per ogni film sull'argomento della discriminazione di genere ma che alla fine termina con la rinuncia di lei alla carriera perchè alla fine una brava mamma fa così e vissero tutti felici e contenti, mamma resta a casa tranquilli.<br /></p><p>Per tutte le volte che abbiamo rincorso i fidanzati che ci avevano messo il muso o che ci avevano tolto la parola, per chiedere cosa avessimo sbagliato, come avremmo potuto riparare quando invece il danno era il loro</p><p>Per tutte le volte che un insegnante ha preferito spiegare la lezione da programma ministeriale, invece di fermarsi a chiedere come si sentissero, cosa ne pensassero, come decodificassero le lore emozioni</p><p>Per tutte le volte in cui abbiamo tolto il trucco perchè a lui non piaceva, per le volte in cui abbiamo smesso di essere simpatiche o di fare battute perchè lui non gradiva e ce lo faceva capire con sguardi infuocati davanti a tutti<br /></p><p>Per le volte in cui abbiamo riprovato a fare una torta ancora una volta per lui perchè c'era sempre qualcosa che non andava bene senza capire che tanto quella torta non andrà mai bene perchè non sei tu che non sai prepararla ma è lui che non sa riceverla </p><p>Per tutte le volte in cui lo abbiamo chiamato delitto passionale o definito come eccesso di amore</p><p>Per le volte in cui abbiamo definito schiaffi o calci subiti da una ragazza:"sono cose che accadono fra fidanzati"</p><p>Per tutte le volte in cui un padre non abbia detto ai propri figli:"guardate oggi mamma che meraviglia che è con questo vestito e queste scarpe"</p><p>Per tutte le volte in cui venga ancora divulgato un vademecum od un tutorial per camminare come vere femmine che piacciono agli uomini, come fare la spesa sculettando per far colpo su un maschio</p><p>Per ogni volta che una donna ci abbia accusato di ballare per piacere ai maschietti quando ballavamo per il gusto di danzare e divertirci</p><p>Per ogni volta in cui non viene chiesto ad un padre a chi abbia lasciato e con quale coraggio, i propri figli per fare un viaggio di lavoro.<br /></p><p>Ogni volta che abbiamo pensato lo cambierò lo guarirò ora gli passa</p><p>Ogni volta che ho subito violenza psicologica e confidandolo mi hanno detto:" si vabbè ma lui in fondo ti ama tanto"</p><p>Ogni volta che siamo state giudicate come madri senza conoscere la nostar storia</p><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che abbiamo fatto un passo indietro perchè ci ricattava con un "se mi lasci mi ammazzo, senta di te non vivo" ed hai letteralmente buttato tanti anni della tua vita<br /></span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"> Ogni volta che ci chiamano puttane per un parcheggio e mentre guidiamo</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che ci dicono che abbiamo bisogno di essere più scopate o di avere una mancanza di sesso da parte di un maschio solo perchè parliamo con sicurezza e preparazione, non abbiamo bisogno di cazzo ma semplicemente abbiamo studiato ciò di cui stiamo parlando</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che non facciamo caso ad un segnale dei nostri figli ogni volta che sminuiamo un sintomo una frase una confessione</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta in cui anche noi madri e donne passiamo il tacito messaggio del maschilismo</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che mi dicono "insegna ai tuoi figli ad essere stronzi con le donne così le donne non li tratteranno male come fanno tutte le donne con i bravi ragazzi"</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che ci siamo sentite in colpa per un qualsiasi comportamento anomalo del compagno<br /></span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che ho pensato che non ero stata sufficientemente sensuale, che non ero stata più dolce, che non ero stata più leggera, che mi ero lamentata troppo per quel mal di testa.</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Per tutte le volte in cui mi sono giustificata per essere andata al corso di teatro od in palestra invece che pulire casa prima di andare a lavoro</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che ai nostri figli viene risparmiata una frustrazione od un divieto</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Ogni volta che ancora una volta, qualcuno fa del male a qualcun altro perchè lo riteneva di sua proprietà, ogni volta che viene scalfita la libertà di ognuna di noi.</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Per ogni deputato Sasso che reputa una "nefandezza" iniziare l'educazione sessuale alle elementari e poi porta la bambola gonfiabile sul palco del suo comizio per attaccare la Boldrini, UNA BAMBOLA GONFIABILE.<br /></span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Per tutte le volte in cui ho mendicato amore solo anche in chi visibilmente non faceva che dimenticarmi, trascurarmi, umiliarmi. <br /></span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">A scuola, a casa, al parco, nei centri sportivi, a tavola,in un pic nic, insegniamo che l'Amore non ha mai la forma di una prevaricazione, di un gesto violento, di un ricatto, di una minaccia, di uno strattone, insegniamo che l'amore è una cosa sana e semplice che non prevede la chiusura, il possesso, l'ostacolo, insegniamo che l'amore nutre e non distrugge, mai.</span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"> </span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"> </span></span></h2><h2 style="text-align: left;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: small;"> </span></span><br /></h2>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-80161476118000679262023-11-19T14:58:00.009+01:002023-11-19T15:16:59.712+01:00Cara<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDonrD3Q93RbEEJQ59NcXWyqwyHcXyEKLRPn_0rv-I688BcEWO7mDaFO29t7u8c_rWa7h5E_UUWtmLZsc-0btyBhpZTlAn4-_pFpRzOeXlhciVIOzj-JqS9H_x8siLlqiMG4PThpsSA5nKjCZ-ffPu1NZmnYFlQWrrl4YboRvyLtBs15G7cW1l9ow8u-8/s296/cara.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="170" data-original-width="296" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDonrD3Q93RbEEJQ59NcXWyqwyHcXyEKLRPn_0rv-I688BcEWO7mDaFO29t7u8c_rWa7h5E_UUWtmLZsc-0btyBhpZTlAn4-_pFpRzOeXlhciVIOzj-JqS9H_x8siLlqiMG4PThpsSA5nKjCZ-ffPu1NZmnYFlQWrrl4YboRvyLtBs15G7cW1l9ow8u-8/s1600/cara.jpg" width="296" /></a><br /></div><br /><p></p><p>Cara Silvia,</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p>cosa c'è di più patetico che scriversi una lettera da soli?</p><p>Eppure oggi va così</p><p>ho scritto a tanti, ho scritto sempre, mai a te.</p><p>Sei seduta sul tuo lettone solitario e sfatto, accanto ad un mucchio di panni che non riesci a piegare e sistemare per il dolore che ti attanaglia un lato del corpo, senti i denti di un lupo perennememente affondati nel tuo bacino a sinistra dove il tuo cuore batte asincrono, nel tuo lombo giù nel profondo, senti la coltellata nel fianco, alla radice della schiena non appena ti pieghi, ti volti, ti accucci, senti il male fisso e corposo, sei così disorientata.</p><p>I tunnel ed i raggi non capiscono dove sia il blocco, da cosa dipenda, tu entri ed esci da mani di esperti, dottori, osteopati, siringhe, pasticche, bustine, intergratori, pomate, cerotti, cuscini, cliniche ed ambulatori, ti pieghi in ogni posizione a cercare sollievo, per tentare di riprenderti un vero respiro pulito, per ritrovare un movimento senza morsa, per sentire uno sblocco ed urlare finalmente:"è passato, è passato, non ho più male, non sento più niente".</p><p>Questo male ti macina anche nei giorni nei quali reagisci e lavori e scherzi e mangi e guidi, ma sta lì a tarlarti i pensieri ed i passi, a scalfirti muscoli e piede, sena pietà nè pause, come a dirti "guardami, aho guardami, sono sempre qui, non fingere che non ci sia tanto ti sto sbriciolando la mente".</p><p>Quella notizia lì, inaspettata e violenta ti ha trovata sulla sedia grigia di ferro e formica, sola ed incredula, un giorno di Marzo qualunque come qualsiasi altro giorno di Marzo.</p><p>Nel parcheggio hai cercato la tua macchina e ti ci sei seduta dentro, c'era il sole, ma come maligno?Come multifocale?Hai immaginato tanti piccoli falò sparsi nella tua pancia, tanti agglomerati di male e ti sfioravi come per vedere se fosse solo una bugia, un errore del patologo, che brutto nome "patologo", discorso sul male, chi può desiderare di fare un lavoro con un titolo così orrendo?<br /></p><p>Eri sicura che non fosse nulla, ti controlli ogni anno, eri entrata così leggera e sorridente. <br /></p><p>Hai fatto ridere infermiere e ginecologa, anche da sdraiata, con lo speculum a spalancare lesioni.</p><p>Li hai fatto ridere tutti, pensavi che essendo simpatica avresti ammorbidito il responso?Cosa credi che vada a punteggi la storia della malattia?Che tu sia troppo buffa e disarmata perchè qualcuno possa avere il coraggio di consegnarti quel referto?</p><p>Quando lo specializzando, per farti spostare l'attenzione, ti ha detto:"signora ha degli occhi così belli che non si riesce a continuare a guardarli", hai pensato che ti avrebbe fatto lo sconto sul referto?<br /></p><p>Sai come sei tu?una tipa distratta.</p><p>Sei sempre così presa dalle tue emozioni che ti lasci sbattere e portare da loro senza sporcarne nessuna, sono state sempre e solo Amore queste emozioni, belle, brutte, rabbiose o tenere, ma solo Amore.</p><p>Hai amato così totalmente, così chiassosamente da non accorgerti di chi non ti stava amando affatto nel preciso momento in cui lo stavi facendo per entrambi. <br /></p><p>Per l'amore ti sei distratta dai sogni, non hai fatto caso a cosa avresti voluto o saresti potuta diventare. <br /></p><p>Hai amato così tanto, così puramente così impunemente, senza freni, senza strategie, senza conti, senza altri fini, senza un minimo di difesa.</p><p>Quanto amore calpestato, bruciato, sputato, immeritato, quanto amore sprecato, buttato, sfruttato, stancato e deriso, quanto amore trascurato, dimenticato, vilipeso.</p><p>Sei solo emozione grezza senza costruzioni, ti arriva tutto fortissimo, persino il vento che da bambina ti spaventava ed ora ti incendia i nervi con scosse e male.</p><p>Sei così cambiata che gli specchi di casa ed i riflessi e le ombre per strada ti hanno persa, dimenticata, tradita, ti guardi e non ti vedi più.</p><p>Il corpo tuo, un nemico da maledire, quanto gonfiore di carne e spasmo, vorresti ancora ballare, sentire fra i capelli quel profumo di leggero e giovinezza, di seduzione e carezze, di risate e musica, di entusiasmo e sorprese.</p><p>La musica non ti basta più, ne scegli una e la cambi dopo poco, i libri non ti bastano più, ne cominci tre insieme e li confondi, i mobili non ti consolano più, li dipingi, li sposti, li cambi mentre non cambia niente, i film, forse i film per il tempo che durano ti bastano, il cibo ti ossessiona e non ti sazia ma ti riempie di grasso, il grasso non attutisce il male, lo rende più acuto e più squallido, arreso e triste e non ti vesti più ma ti copri.</p><p>Mi manchi per quella che eri, per come infilavi i maglioni, gli stivali, i costumi e le giornate.</p><p>Mi manchi ogni giorno per quella che ho conosciuto, mi manchi oggi perchè non so fermarti afferrandoti per la giacca di lana. <br /></p><p>Vorrei poterti fare una carezza, dirti che ti rialzerai, che la morsa sfilerà i denti dale tue carni, che perderai peso dalla pancia e dal petto, che riprendrai a camminare, a cercare, che ti tornerà la voglia, che un referto negativo potrà darti davvero la pace che ora non riesce a darti, che tornerai ad amare, partendo finalmente da te, con quel neo sul labbro superiore, un neo piombato sul tuo viso così all'improvviso quando avevi dieci anni, un neo senza baci nè dita a carezzarlo.<br /></p><p>Vorrei poterti abbracciare fino ai giorni indietro, nelle sale oparatorie di quest'anno e nella sala parto dove non hai partorito ed adesso avrebbe avuto 7 anni e chissà che buffa sarebbe stata, ti abbraccerei ragazza per poterti perdonare fino a quel giorno lì, stavi per compiere quarant'anni, con i capelli cortissimi perchè finalmente nuotavi, ti terrei io stretta la mano che stringevi all'ostetrica con la cicogna disegnata sulla divisa verde, colorata con un nastro rosa ficcato nel becco, te la terrei io quella mano ossuta invece di una sconosciuta, io che dovrei volerti bene come pensavi te ne volessero persone che stavano altrove, con i loro mostri, con le loro storie, con le loro bugie.</p><p>Ti terrei io la fronte mentre vomitavi da sola per strada, con la macchina accostata, la pioggia ed il giorno in cui ti hanno fatto sentire quel terzo battito di cui non hai mai visto gli occhi.<br /></p><p>Tre giorni fa hai pianto così tanto e così forte che ho pensato saresti guarita dal dolore, invece non facevi che ripetere piano a labbra bagnate:"mi mancate tutti" e non c'era nessuno.</p><p><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/YXJDBvZS4pw" width="320" youtube-src-id="YXJDBvZS4pw"></iframe></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-33676751020035698562023-10-30T13:09:00.005+01:002023-10-30T13:17:53.544+01:00Carne e cielo<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLbVfL1HxwWPbt7DdXr2ijlKgQx6CFgW1rHIIypPq4k5LAUIgvbl2CODwzE3hOTwdAOZwQQ5Npv_AtnidwAECCDE_dY5LJFoFIFIcgAO2LVgx_RkfGcu6Rg8IS95lIACpHtRi7YLrUzp6A9PgmpLU2_aCVFX4oxmEQAqL3pjB-DoimO2JopYevU1bcBKo/s377/male.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="133" data-original-width="377" height="113" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLbVfL1HxwWPbt7DdXr2ijlKgQx6CFgW1rHIIypPq4k5LAUIgvbl2CODwzE3hOTwdAOZwQQ5Npv_AtnidwAECCDE_dY5LJFoFIFIcgAO2LVgx_RkfGcu6Rg8IS95lIACpHtRi7YLrUzp6A9PgmpLU2_aCVFX4oxmEQAqL3pjB-DoimO2JopYevU1bcBKo/s320/male.jpg" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p>Il mio male è cannibale</p><p>Il mio dolore è carnivoro</p><p>Questo corpo macina fibre e nervi masticando forte a sangue senza pace</p><p>Questo male mi somiglia, mi prende i lineamenti e me li sposta, gli occhi sono lontani dal limpido, ogni sensazione pulsante mi urla nel cristallino e mi palpita il cuore</p><p>Fa solo male, fa tutto male e non so sputarlo</p><p>Mi schiaccia al muro i lombi e non sanno più flettersi, non sono caldi, ma bruciano, però mi ghiacciano di orrore</p><p>Il bacino è trapanato dalla violenza di una febbre sotterranea inconsolabile <br /></p><p>Fa solo male e non lascia respirare, non so spingerlo via, mi attanaglia</p><p>Mi prende tutto</p><p>Mi saccheggia</p><p>Mi sottrae</p><p>Mi ha catturato un piede con denti affilati e spilli aguzzi <br /></p><p>Mi umilia</p><p>Il dolore mi mangia</p><p>Nella carne e nel grasso mi scorrono brividi di male puro, urge, spinge, strappa</p><p>Il dolore mi stravolge lo sguardo </p><p>Il male mi offende <br /></p><p>C'è un cielo d'autunno </p><p>E nessuna cura<br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-16774862937535073272023-09-11T11:20:00.003+02:002023-09-14T08:46:08.561+02:00In questo settembre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwTwPnIb7nufvc7EaU3oCzwjRQln2Xy4t8A1lFrrnbH9V7WKDZMPkDz9Y8UWGu6pbft8ELi7BtALjQKGcZP5i614ja4E_wkx5PkDkovJsWKkfcIaAQv3FqpTeu5hfN-wjVX5FQO1ljG2NaMU3aHCo_nc7Qo-cf6e_KrBexrr6xSDcrL0QcVuSAF_PJ5Eg/s589/mattone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="589" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwTwPnIb7nufvc7EaU3oCzwjRQln2Xy4t8A1lFrrnbH9V7WKDZMPkDz9Y8UWGu6pbft8ELi7BtALjQKGcZP5i614ja4E_wkx5PkDkovJsWKkfcIaAQv3FqpTeu5hfN-wjVX5FQO1ljG2NaMU3aHCo_nc7Qo-cf6e_KrBexrr6xSDcrL0QcVuSAF_PJ5Eg/s320/mattone.jpg" width="286" /></a></div><br /><p> </p><br /><p></p><p> </p><p>Quest'anno settembre è diverso:non ho voglia che finisca l'estate.</p><p>Io non amo l'estate ad esclusione di quei pochi gorni di vacanza che riusciamo a vivere, non sopporto il caldo asfissiante, le macchine roventi nelle quali entrare per andare a lavoro, le notti insonni e sudate.</p><p>Invece questo settembre è atipico: prolungherei l'estate per altro mare, altro sole in bocca, altre onde, altri bagni, altre canzoni scemissime alla radio, altri ghiaccioli all'arancio, altro frinire di cicale dopo pranzo e di notte, altro calore sotto la pelle, ancora doratura sulla pelle, piedi scalzi e creme solari, guance rosse e bollenti.</p><p>Questo settembre partirei per altre mete, ancora barche e spiagge, granite e profumo di salsedine, non lascerei le docce all'aperto ed il passo nomade, vorrei restare senza uffici e timbrature di cartellino, senza traffico e ricerca di parcheggi, non vorrei i centri commerciali e le tessere fedeltà.</p><p>Questo settembre lo riempirei di posti mai visti e di alcuni luoghi di sempre, laghi, vette e scogli.</p><p>Ancora nuda o con pochi tessuti leggeri addosso, capelli lunghi e bagnati, niente parrucchieri nè pieghe ordinate, acqua salata,vento e pane.</p><p>Questo settembre lo vorrei ancora di zampironi e grigliate, di amici e profumo di zagara, di partenze matte e di chilometri da cantare sull'autostrada del sole. <br /></p><p>Questo settembre sarà il primo senza accompagnare i miei ragazzi a scuola, non ci saranno merende e zainetti, ma figli che prendono l'autobus da soli e se ne vanno al liceo.</p><p>E' una sensazione che stringe la gola anche fra i reparti dei supermercati, mi ricordo bene l'odore e le sensazioni dei giorni di acquisti per la loro scuola, delle penne e degli astucci, di magliette nuove e diari, di succhi di frutta con la cannuccia e temperamatite a due buchi.<br /></p><p>Questo settembre prolungherei l'estate della mia giovinezza e delle birre al limone, dei posti ponte e delle tende spicchettate dal vento, questo settembre vi preparerei i letti di quando eravate bambini e vivrei daccapo i pomeriggi trascorsi a guardarvi fare sport con ogni tempo nel cielo all'aperto.</p><p>Questo settembre di nostalgia e crescita vorrei che restasse agosto, un passo indietro, per prenderne ancora un respiro. <br /></p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlpn9ix3BzfdsKLnxjLox5aZJcl0d9AT0UsMps3WfMjkputKJyEWXMSmpZrm_tBGLuiV1HTTtpuwgmCaV_6NZXECdObJLVeM5eKGjpoboHxvkHDb2ScWLtTmVUin_73WsMHHqDtuNBYMOJ5MYbIMRCmDrGHe-mtUr3v3ltBRMLEM_8puH0kKFi7jDEEoM/s552/giacofilo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="508" data-original-width="552" height="294" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlpn9ix3BzfdsKLnxjLox5aZJcl0d9AT0UsMps3WfMjkputKJyEWXMSmpZrm_tBGLuiV1HTTtpuwgmCaV_6NZXECdObJLVeM5eKGjpoboHxvkHDb2ScWLtTmVUin_73WsMHHqDtuNBYMOJ5MYbIMRCmDrGHe-mtUr3v3ltBRMLEM_8puH0kKFi7jDEEoM/s320/giacofilo.jpg" width="320" /></a></div><br />silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-8211021562439079932023-08-21T22:31:00.002+02:002023-08-21T22:41:46.526+02:00 Blu<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-Iz8X2NO3npMLzP8hHAew-RQMMdQHkP3gbXv-JFzR0LnEEfwMV452SjlMBz2BUKjj6TtpV2DVsaHTyecEe1_dIGwG0S1zUKk5-F1O2OUSu8St3hEcqMEITdBYduns7Ry8fTS_tZRTaHmR94cJKialhr1PCUZjA-LlY0pyQgkLC8UhsV7gPGZZs-iZNOk/s1920/blu%202.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1920" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-Iz8X2NO3npMLzP8hHAew-RQMMdQHkP3gbXv-JFzR0LnEEfwMV452SjlMBz2BUKjj6TtpV2DVsaHTyecEe1_dIGwG0S1zUKk5-F1O2OUSu8St3hEcqMEITdBYduns7Ry8fTS_tZRTaHmR94cJKialhr1PCUZjA-LlY0pyQgkLC8UhsV7gPGZZs-iZNOk/s320/blu%202.jpg" width="180" /></a></div><br /><p></p><p>Il grande blu che mi riempiva gli occhi si è insozzato, lo cerco ancora ma dentro ai miei ricordi.</p><p>Ho avuto tanta paura ed insieme momenti di gioia comunque.</p><p>Poi l'abbandono all'anestesia, così come mi capita raramente:d'arrendermi, penso "che sia", penso "sta accadendo, non posso più scalciare e cercare un'altra via, respira, lascia, molla la presa, offri il corpo, non puoi più difenderti, ti difenderanno mani ed occhi sconosciuti, persone per le quali non sei nulla, niente affetto, nè tenerezza, ci penseranno loro a te mentre dormi non di sonno".<br /></p><p>L'abbandono in sala operatoria quella mattina tardi, prendete, non mi avete mai vista, ho un grumo di vita ed una macchina parcheggiata qui sotto, un terzo figlio non accolto e sognato ancora, prendete ho un lavoro, una tovaglia a fiori chiari, dei natali bellissimi, intrecciati nei ricordi, ho un cumulo di amore buttato, un altro sprecato, un altro ancora sputato via.</p><p>Prendete, asportate e lavate via, ho due figli che ho visto dentro ai miei occhi fino a che l'anestesia non mi ha presa tutta e subito dopo, quando i suoni tornavano e l'onda di nausea catturava stomaco e gambe. <br /></p><p>Prendete, tagliate, portate via e poi risvegliatemi, ho una schiena curva, gomitoli di dolori sparsi ed annidati ovunque, ci inciampo ogni giorno, li tengo stretti sotto ai denti, infilo le unghie nella pelle per sopportarli ancora.</p><p>Quel blu è stato assorbente, totale, incontenibile, quel blu copriva a manto vellutato le albe ed i tramonti, sottolineava impunito l'orizzonte fra cielo e sole, era sale ed onde di mare, in una terra scandalosa e femmina, oltraggiata e selvaggia, ventosa di scirocco, brucita, sensuale e stanca.</p><p>Di ricotta bianca e granite davanti al mare, di barche e porticcioli, di scogli e vulcani, di pesce fresco nei secchi per strada e cantilene di limone soda e sale, di sorrisi ed accoglienza, di amore vitale e battente come le bandiere quando solcano il mare.</p><p>Ballando un poco ho bruciato i piedi sulla sabbia ed immerso il corpo nell'acqua più tiepida e frizzante di zolfo, ho annusato sale e vento, pianto da dentro docce all'aperto.</p><p>Riprendermi il blu ed invertire la rotta ora che non ho più paura del mare.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxx7Dq8W3LabWyuBlxOxQDqctDTtiveKGm8fnQD8tLZSGIGLj2oIr9yUxYc1QpCfEcE69RwR4QzZsns3AK67-SNsmgDIWRBlNxYjZuGZ_Rhcug0HXwu4K4C_KnzlAAyr0apl3ewjLqEbgbD7UjH9laDyKoeOKrf7VB0qTibDn9Ifniw05gfE428nCuz7A/s530/blu.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxx7Dq8W3LabWyuBlxOxQDqctDTtiveKGm8fnQD8tLZSGIGLj2oIr9yUxYc1QpCfEcE69RwR4QzZsns3AK67-SNsmgDIWRBlNxYjZuGZ_Rhcug0HXwu4K4C_KnzlAAyr0apl3ewjLqEbgbD7UjH9laDyKoeOKrf7VB0qTibDn9Ifniw05gfE428nCuz7A/s320/blu.jpg" width="318" /></a></div><br /> <p></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-29580596949818185802023-08-12T12:25:00.000+02:002023-08-12T12:25:57.863+02:00La sindrome dei pochi<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1wY6tmx-DOHglflCtXLKytqBFmGslocVTIByLgmxV5iXimvupsIqufHEAUQUs4HHOU8uqOxAX98L8slL2f5HS87k2M_nORl-drYUZOti2dSgKjqFETEjnKWVv1kQfSX_Bps_4e2KCcyiYnAqM3tZOAskMsKVZ0U4VlvaiThaJIT-tjwvzDbiKWrEn-lI/s323/scacchi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="156" data-original-width="323" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1wY6tmx-DOHglflCtXLKytqBFmGslocVTIByLgmxV5iXimvupsIqufHEAUQUs4HHOU8uqOxAX98L8slL2f5HS87k2M_nORl-drYUZOti2dSgKjqFETEjnKWVv1kQfSX_Bps_4e2KCcyiYnAqM3tZOAskMsKVZ0U4VlvaiThaJIT-tjwvzDbiKWrEn-lI/s320/scacchi.jpg" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p>Ho ritrovato nelle bozze di questo mio blog, il seguente post scritto e terminato esattamente tre anni fa, mi ha sconvolta la sua totale attualità, tanto da non dover aggiungere o modificare neanche una parola.</p><p><br /></p><p> </p><p>Esiste una sindrome piuttosto diffusa che colpisce donne e uomini, talvolta con forme diverse.<br />
Alcuni
uomini hanno bisogno di essere considerati grandi, di essere rispettati
per quello che rappresentano e non per quello che sono.<br />
Alcuni,
non pochi ma soprattutto pochi d'animo, hanno necessità di ottenere stolida
obbedienza, di respirare la gratitudine di persone che sono loro grate
per motivi economici e non certo umani, di vivere nell'accetazione
comune di chi reputa il loro operato una gentile concessione invece di
uno scambio vicendevole e maturo fra adulti.<br />
Questi omuncoli da
quattro soldi non sanno parlare in maniera leale, sottointendono sempre
un ricatto, un rinfaccio, non ascoltano davvero, usano frasi gettate lì
senza un senso reale od aderente alla situazione contingente e quando chiedi loro il significato, urlano, minacciano, richiamano.<br />
Certi omuncoli non sono lungimiranti e di solito si occupano di ciò che ignorano di più e non fanno nulla per impararlo meglio.</p><p>Queste persone hanno la capacità di distruggere tutto quello che hanno, inesorabilmente, una cosa dopo l'altra, non riescono a conservare nulla di buono anche quando se lo trovano in regalo.<br />
Ci
sono omuncoli così malati da tale sindrome da avere inquinata la propria personalità in maniera irrecuperabile, hanno un profilo psicologico
talmente riconoscibile da diventare molto prevedibili, sono così
ammalati da far indovinare un'infanzia di deprivazione ed assenze, un senso di rivalsa imbarazzante, una gerarchia delle cose importanti di una vita, che è opposta a ciò che dovrebbe avere realmente un senso all'interno di una esistenza, sembrano ripetere con le braccia chiuse la litania:"è mio, è mio, l'ho pagato io", tipico di alcuni bambini dell'asilo, non tutti fortunatamente.<br />
Certi
omuncoli cercano pedine per usarle come spie e le piazzano
chirurgicamente affinchè possano riferire tutto per allargare il loro
senso di comando, poi battono una pacca sulla groppa delle spie e le rende
contente così tanto da motivarle a perpetuare questo ruolo, le lascia colme di gratitudine, cieche e disposte a
mentire quotidianamente.<br />
La cosa più buffa è che non ci sarebbe proprio nulla da riferire nè niente da controllare, è tutto leggibile ed alla luce del sole se fossero in grado di guardare o di chiedere apertamente.<br />
Alcuni
di questi maschi ancora riescono a pagare prostitute ed a sentirsi
uomini nonostante stiano possedendo una donna per soldi e se ne vantino con altri maschi, non si accorgono che le loro "signorine", girano intorno a loro solo per interesse senza averli mai amati nè stimati neanche un minuto, non hanno bisogno di amore infatti, preferiscono
la riconoscenza, scelgono di ricevere dedizione da una femmina in cambio di una riconosciuta posizione da kapò con la S.S. di turno.Certi omuncoli sanno creare solo rapporti prostituiti, sono abituati a pagare ogni prestazone, anche la più affettuosa ed accudente.<br />
Alcuni uomini sono malfidati
a prescindere, credono di essere sempre fregati, derubati, che tutta la
roba loro sia a rischio, sono convinti di essere al centro del mondo e
per un tempo che spero almeno brevissimo, hanno persino creduto di
essere i protagonisti di post d'amore scritti su questo mio blog, quanto
ho riso quando l'ho saputo, addirittura in due non erano stati in grado di vedere ed ascoltare la mia totale disistima ed il mio disappunto.<br />
Alcuni omuncoli talmente
fragili e rozzi, vivono senza crescere mai, niente fa la differenza con
loro, nè chi sei nè come fai, nè chi sei sempre stato, non distinguono
persone e comportamenti e giocano ai capi improvvisando senza alcuna
preparazione nè predisposizione.<br />
Poi dopo aver urlato e trattato
come pecore gli altri, organizzano cose che giuducano un regalo od un'opportunità preziosa,non si accorgono che chi vi partecipa, lo fa per paura e sottomissione, si uniscono a lui perchè temono la sua natura
iraconda, le sue minacce, le sue male parole, il uso continuo rinfacciare.<br />
Molti omuncoli credono che si debba
ottenere rispetto a prescindere da come loro trattano gli altri,
vogliono che tu li sostenga perchè "lei non sa chi sono io" ma poi non
sono nulla ed è per questo che sentono il bisogno di ricordarlo sempre
sputandolo in faccia ad ogni occasione.<br />
Poi ci sono
uomini da poco, uomini che parlano d'amore scimmiottando quelli che sanno amare davvero, ladri di carezze e pensieri, vigliacchi sociali, gente che è un bluff continuo, scippatori di fedeltà e traditori seriali, uomini che tradiscono di sentimenti ed azioni, scelte e rischi, traditori di testa prima che con il corpo; oddio si è pianto pure per loro, per questi uomini da poco, ma
sono lacrime da due soldi. </p><p> <br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-59184586855305752372023-07-13T22:06:00.004+02:002023-07-13T22:10:55.575+02:00<p><br /> </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNFdwhFRUE4raKuMUmB8xFF9YZ3hmP_7QvlAavByz-k24xSYuuP_p1nm_BrHUwe6RYQdXTQ-MlOXrQ4j3qoebFHdbFptFjq9-VAMaHGqZYrYoQPGcGR8ZVuO8QneV4dAAd0I6Ct6FKtyXSZcEz7qQ1rd3-cY3i0y4glN9IpfL6Ciyj3WPzkx6whJueSCA/s1169/luna%20rossa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1169" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNFdwhFRUE4raKuMUmB8xFF9YZ3hmP_7QvlAavByz-k24xSYuuP_p1nm_BrHUwe6RYQdXTQ-MlOXrQ4j3qoebFHdbFptFjq9-VAMaHGqZYrYoQPGcGR8ZVuO8QneV4dAAd0I6Ct6FKtyXSZcEz7qQ1rd3-cY3i0y4glN9IpfL6Ciyj3WPzkx6whJueSCA/s320/luna%20rossa.jpg" width="144" /></a></div><br /> <p></p><p>Certe sere possiedono una curva pesante come le spalle</p><p>Inchiodata resti nel peso e nell'attesa</p><p>Non scendi</p><p>Non ami</p><p>Non sali</p><p>Non vedi la bellezza che vedevi prima, anzi la vedi ma senti che non ti riguarda più</p><p>Piccole raffiche di vento scirocco ansimano fra i tuoi capelli nervosi, elettrici, scosse di nervo e paura</p><p>Attendi in uno spazio lungo e slabbrato come costumi masticati dalle estati sommate al sole</p><p>E' di nuovo notte e nessuna stella </p><p>E' di colpo estate e nessun refrigerio</p><p>Non ti muovi </p><p>Non guardi <br /></p><p>Guidi a strappi e distrazioni</p><p>Il cibo ingoiato in piedi, rabbia e delusione insieme a briciole ed olio </p><p>Non dormi</p><p>Non cresci</p><p>Invecchi si</p><p>I lividi sulle cosce, mal pesati passi e intruppi</p><p>Tracce di sole fra macchie di nei </p><p>Non riposi</p><p>Non ti stanchi il corpo</p><p>Ti consumi la testa </p><p>Ti affolli di immagini e pensieri</p><p>Preoccupazioni e saliva</p><p>Non abbracci</p><p>Neanche un bacio</p><p>Nessun cuscino di calore e morbidezza</p><p>Ti ammali <br /></p><p>Accenni un disordinato andare</p><p>Nessun luogo è tuo<br /></p><p>Nessuna meta la vuoi davvero, ci vai, malamente</p><p>Ti consumi gli organi</p><p>Ti strappi lembi di pelle senza carezze</p><p>Mordi il labbro prosciugato e fermo <br /></p><p>E forse, solamente tremi.</p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-63003245805436512742023-06-12T21:12:00.003+02:002023-06-12T21:22:58.801+02:00Nel tunnel<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe20ooCpVLPEgJh5JSXZfMcG5bm-BsEaNrowOhX4fvImS54oJ_3i_EuNV_G-WDhp_8i7xrouZhbr9KUIgg4igO2PkfVKmGJQt4rAQV3q6Am0PKNvSEkdLDedqPZJLSXe08QDzUFQZouwoqbIn3nWj6Nr3lidXs5wEuZe_m9Qx2xwWX16ryODfsMnOH/s299/tunnel.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="299" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe20ooCpVLPEgJh5JSXZfMcG5bm-BsEaNrowOhX4fvImS54oJ_3i_EuNV_G-WDhp_8i7xrouZhbr9KUIgg4igO2PkfVKmGJQt4rAQV3q6Am0PKNvSEkdLDedqPZJLSXe08QDzUFQZouwoqbIn3nWj6Nr3lidXs5wEuZe_m9Qx2xwWX16ryODfsMnOH/s1600/tunnel.jpg" width="299" /></a></div><br /><p></p><p>Dentro al lunghissimo e grigio tunnel, il fiume di macchine davanti a me, dietro a me, accanto a me, procedeva lento, non eravamo incolonnati, procedevamo dentro una corrente fluida a morbidi distacchi e movimento inesorabile, con lievi onde verso destra, poi verso sinistra, poi dritto, tutti all'unisono, tutti sottovuoto, tutti nella stessa direzione.<br /></p><p>Il rombo amplificato dei motori forti, proveniente dai tunnel collaterali, spingeva un suono sordo e costante nelle orecchie, i finestrini sigillati, nessun segnale, la musica si era interrotta, solo un rivolo di sudore sotto ai seni, un altro dietro la schiena a contatto con il sedile.</p><p>Mi sembrava di essere sott'acqua senza poter prendere aria salendo in superficie, proseguivo a lunghe gambate verso un'idea di uscita che ancora non vedevo ma immaginavo tutta.</p><p>Silenzio anche nella mia testa, solo il suono del movimento lento di macchine e corpi incapsulati dentro, ognuno incontro al proprio destino, in singola corsa verso una personale uscita.</p><p>La rabbia dei giorni, l'insonnia delle notti, l'oscena mancanza di atti d'amore, le parole violente come pugni presi in piena faccia senza neanche poter alzare la guardia, quella sensazione di febbre fin dentro alla base dei capelli, che conservavo ormai da mesi, tutto affogato in quel silenzio di macchine a scorrimento parallelo.</p><p>Nessuno accennava a superarsi, a sbattere fari, a suonare clacson, si procedeva come pesci in banchi compatti in un tempo liquido e flessibile, un andamento solitario dentro ad un istante collettivo.</p><p>Ho allargato gli occhi per metterci tutta l'attesa, per tendere la testa verso l'aria non ancora immaginabile.</p><p>Piccoli flash di momenti passati che dalla mente si infilavano dritti all'altezza della gola come grandi sassi, così duri da far lacrimare di commozione, voi piccoli, le gite, le canzoncine cantate, le recite, Giugno, la scuola finisce, le notti vicino alle finestre ad allattarvi con carne e caldo.</p><p>Quella gioia lì non torna, quei colori vividi, quelle strette vibrate, non saranno più.</p><p>In un tempo indefinito abbiamo iniziato a percepire la fine della cordata, accelerando piano, un'ultima curva ancora nel buio, i segnali stradali anneriti dal fumo tossico, non si vedeva ancora ma io ho visto l'uscita, aveva i bordi dorati di sole e l'odore dell'aria aperta senza catture.</p><p>In un attimo ho dovuto strizzare gli occhi, alzare la mano verso la fronte, risalire verso la superficie, lasciare l'acqua viscosa e torbida, ho spinto disordinatamente le gambe per aumentare la propulsione, scomposta per l'aria di scorta che stava finendo, svelta dovevo prendere la boccata sbucando fuori al più presto.</p><p>Ero fuori, avevo perso il contatto con le altre macchine, avevo abbassato di colpo il finestrino, il rombo assordante dei tunnel paralleli era cessato, il segnale era tornato e le orecchie si erano di nuovo riempite della mia musica, con la testa ero già fuori o forse lo stavo solo inventando.<br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-37456660134874140102023-05-31T15:41:00.003+02:002023-06-01T11:06:26.969+02:00Diciotto<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZKpNo73Hxi6MI9_jQ16FV5uzBzNKaQdLCZ-4_yA-5vXgOEt3IEanvfNtVFW2nsr_o8m0b-96eC2skoO2kxbAo3aQdTfuHUL67TWzWFnTtwSml9T5zA58ziwtM2_LtKVOMdja3Cb3YKtI25PhV4rYFNid5zMJkfYk1Bcib-0m0swUEebDN0vhONQ99/s808/Mammomo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="808" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZKpNo73Hxi6MI9_jQ16FV5uzBzNKaQdLCZ-4_yA-5vXgOEt3IEanvfNtVFW2nsr_o8m0b-96eC2skoO2kxbAo3aQdTfuHUL67TWzWFnTtwSml9T5zA58ziwtM2_LtKVOMdja3Cb3YKtI25PhV4rYFNid5zMJkfYk1Bcib-0m0swUEebDN0vhONQ99/s320/Mammomo.jpg" width="208" /></a></div><br /><p></p><p>Diciotto anni fa stavi per nascere.</p><p>Diciotto anni fa stavo per diventare madre con te.</p><p>E' stato subito entusiasmo puro, niente lo inquinava, era semplice, leggibile, incontaminato.</p><p>Diciotto anni fa, è stato un tempo forse troppo veloce ma pieno.</p><p>Pieno di cose che hai portato tu, pieno di cose che ti abbiamo dato o cercato di dare.</p><p>Abbiamo ballato sul tettuccio della macchina e vomitato insieme sulle scale.</p><p>Vivi come quando salivi e sali in alto o su una giostra:andando a petto aperto incontro alla vertigine. <br /></p><p>Abbiamo aspettato ed accolto tuo fratello, protetto tuo padre, tuo nonno ed i deboli che sai individuare in un attimo.</p><p>Ora fai volare con le tue braccia i piccoli del branco e ti amano tutti perchè sei buono e divertente.<br /></p><p>Diciotto anni di baci, corse, scoperte, libri, ninne nanne, febbri, paure, risate, viaggi strappati e l'incanto di vederti crescere e diventare un uomo.</p><p>Sei preoccupato per me in silenzio, sei arrabbiato per questa preoccupazione che ti sto dando, hai sprazzi piccolissimi di velata tenerezza per me, subito mascherati da distanza e rimprovero, che mi fanno tremare le gambe.<br /></p><p>Vorrei così tanto abbracciarti, anzi vorrei che mi abbracciassi tu e mi tenessi stretta a lungo.</p><p>Vorrei che mi portassi tu in qualche luogo che ami e che non conosco. <br /></p><p>Occhi pieni di cose e ciglia scurissime, te lo prometto, farò di tutto perchè io possa continuare a festeggiarti, ogni giorno come da allora.</p><p> </p><p>Firmato </p><p>Mamma Sua <br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-6916964279321255252023-05-10T08:28:00.002+02:002023-05-10T08:30:46.080+02:00Il desiderio<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5ZbmrTj-gOlL9Fu6TRULWFb4hYXIOvflo9zyJ03xOw2-CxBDKiMPUloSfbXn5mIh_fR9zmGvKvL5J-CS5V29jNOyx_KaDy7Rwne4BRGM9Q7KBUfA4o5w2mZUREEFQlhhosneGmjbgFXnsnygvBcHyKOZCZhLbU17qyIAxISc6HA2j6nofcPz8XSaR/s177/tempor.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="129" data-original-width="177" height="129" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5ZbmrTj-gOlL9Fu6TRULWFb4hYXIOvflo9zyJ03xOw2-CxBDKiMPUloSfbXn5mIh_fR9zmGvKvL5J-CS5V29jNOyx_KaDy7Rwne4BRGM9Q7KBUfA4o5w2mZUREEFQlhhosneGmjbgFXnsnygvBcHyKOZCZhLbU17qyIAxISc6HA2j6nofcPz8XSaR/s1600/tempor.jpg" width="177" /></a></div><br /><p></p><p>Il mio desiderio è cambiato.</p><p>Il cielo si è improvvisamente schiacciato, privo di luce, buio e nero.</p><p>Piove forte.</p><p>La luce dei neon mi aliena lo sguardo, mi lascia gli occhi allucinati.</p><p>Lui ha conservato uno spazio per lei, al riparo dagli schiaffi che si dà sul viso, coperto dai deliri e dalle voci, ha costruito una cupola dove ha nascosto lei, il ricordo di lei, il loro amore, il suo nome chiamato anche di notte. <br /></p><p>Il mio desiderio è diverso, è mutato, non è più giovane e festoso, il mio desiderio è ferito, immobilizzato, è urgente, è incontrollabile ma soffocato per la gola.</p><p>Il mio desiderio è affamato, è pieno di distanza, è graffiato dal silenzio è privato della tenerezza.</p><p>Il mio desiderio è fatto di sangue e delusione e solitudine.</p><p>Il mio desiderio è respinto e calciato lontano.</p><p>Il mio desiderio è indispensabile.<br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-88203354165685600842023-04-23T19:21:00.003+02:002023-04-23T19:48:28.694+02:00Domenica<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzCXOqh9vBQ-z33sQT6_8IUMbBifcZQ2Tr8hl1zZ4FqCnvYu4p5Ha5upUlehqqUJZ1S6ngeFmC_T7WrRlQFXaZOBxT82qf1BK4ShbXOZUzRwfAWbVIkglhRKVBPC8TS5557GkuIT2YUkVFSf64sKYFDjGnWaN6fztUALYoisNPNFECiZc6QQfeDHy9/s303/cellule%20brutte%20andate%20via!.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="303" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzCXOqh9vBQ-z33sQT6_8IUMbBifcZQ2Tr8hl1zZ4FqCnvYu4p5Ha5upUlehqqUJZ1S6ngeFmC_T7WrRlQFXaZOBxT82qf1BK4ShbXOZUzRwfAWbVIkglhRKVBPC8TS5557GkuIT2YUkVFSf64sKYFDjGnWaN6fztUALYoisNPNFECiZc6QQfeDHy9/s1600/cellule%20brutte%20andate%20via!.jpg" width="303" /></a></div><br /><p></p><p>La domenica mattina fa promesse che sa di non poter mantenere ed io, in fondo, ogni volta ci credo.</p><p>Nel pomeriggio capisco che il tempo sta mangiando le possibilità e mi muovo scomposta. <br /></p><p>Verso sera sento il fiato strozzarsi intorno al collo e non trovo pace immobilizzandomi.</p><p>Capita che faccia buio, che si accendano le luci elettriche, che si tirino fuori gli avanzi, che si metta nella borsa del lavoro una cosa che potrebbe servirci, e così è già lunedì, in quel gesto c'è tutta la fine di un giorno di festa, c'è la promessa puttana, che va a trovare tutti e non resta con nessuno.</p><p>In quel gesto dedicato a domani è finito oggi, quel movimento è già ricominciare sospendendo le speranze, appendendo la promessa dietro una porta, è lasciar penzolare l'attesa dentro al vortice di un gorgo ripetuto, del quale conosci odori ed ombre, un gorgo di spazi angusti che ormai è la tua esistenza, la tua familiarità indossata come fai con i collant: con sempre troppo sforzo e troppa scomodità.</p><p>I collant e la quotidianità ti tirano le cosce, ti comprimono e ti fanno sentire storta finchè non torni nuda al buio, da sola.</p><p>Al buio sei bianca e tiepida, dritta, sola e disarmata. <br /></p><p>Nuda ti accarezzi, pinzi la carne tra le mani, troppa carne che non sopporti, ti vuoi bene per la tenerezza del difetto, ti ami per la franchezza della debolezza, ti riconosci in tutti quei segni del tempo soffiati sotto pelle.<br /></p><p>Sei tu neanche troppo in fondo, nella curva appesantita della schiena, nei passi trascinati e nel ritmo delle tue passeggiate nel quartiere.</p><p>Non cerchi più, lo senti dentro te, non cerchi più, non ci credi affatto, è stato tutto un bluff, ogni cosa.<br /></p><p>Non vuoi che pace e respiro, libertà e solitudine, tu che sola non ci sei mai saputa stare.</p><p>La domenica ha il suono angosciato del suo fischio paranoico e possiede il vuoto di qualsiasi cosa io proponga di fare.</p><p>La camminata a Roma, la fuga al mare, il museo, il cinema, l'escursione vengono puntualmente allagati dal suo ragù grasso e silenzioso, da sempre.</p><p>Questo lockdown prima del lockdown non lo ha mai voluto spezzare e te lo vivi senza poterti ribellare, non digerisci più questo pranzo denso di male ed hai la nausea delle ore. <br /></p><p>Il male infiamma certe giunture tanto forte da toglierti il battito per qualche istante, poi riparti sudando a fiotti la notte, hai sempre troppo freddo o troppo caldo, la vita ti scompagina, incontri la fine della tua fertilità, ritrovandoti pesante ed affannata.</p><p>Il vento, anche caldo, è comunque troppo per me, mi accende mezza faccia di scosse e punture di api inesistenti.</p><p>Piccoli insetti sotto pelle mi camminano addosso mentre vado.<br /></p><p>Sentire la parola "maligno" riferita al tuo corpo, al tuo utero, alla tua pancia, ti fa uno strano effetto di gelo a mani e piedi, ti restituisce il ricordo di ventre pieno di voi piccolissimi e poi dei miei bambini, un luogo caldo occupato solo da battito e da benigno, un ventre che portava esclusivamente buono. <br /></p><p>La domenica mattina fa promesse che sa di non poter mantenere mentre mi incanta gli occhi e le finestre, con uccelli e cieli di primavera, ed io continuo a crederle in un punto lontano di me che non so più come chiamare.<br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-85806724078243884282023-03-11T12:32:00.003+01:002023-03-11T12:35:53.288+01:00Conti e somme<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9p2cLQMtm0qjjG8dqt4Jh3EA4pFdQJGx9TOc-qPLAsnGHnj6GYCgs4Vz1U6T0RwmNcJsTl6RT7UeQUzC_Xrh7HrTaJgRzURgB3YuaBUOcneKLv9cf7-2suwd9ZMRi2KlBpIJHeCovafdF7qNolNUQ-bijPcRAT1ShVRM44sTOgXkNZrG9VbsMqQWx/s1045/ciondolo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1045" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9p2cLQMtm0qjjG8dqt4Jh3EA4pFdQJGx9TOc-qPLAsnGHnj6GYCgs4Vz1U6T0RwmNcJsTl6RT7UeQUzC_Xrh7HrTaJgRzURgB3YuaBUOcneKLv9cf7-2suwd9ZMRi2KlBpIJHeCovafdF7qNolNUQ-bijPcRAT1ShVRM44sTOgXkNZrG9VbsMqQWx/s320/ciondolo.jpg" width="161" /></a></div><br /><p></p><p>Io conterò ogni tuo respiro per portarmi via la loro somma esatta<br /></p><p>Conterò tutti i minuti trascorsi a sentirti addosso a me</p><p>Conterò tutte le spinte, tutti i tuoi baci, tutte le carezze, ogni mio singolo capello che stringerai fra le mani</p><p>Conterò i movimenti che farai per aggiustare il mio corpo per permetterti un migliore e morbido passaggio</p><p>Conterò le volte che chiuderai gli occhi e quelle in cui rovescerai la testa all'indietro</p><p>Conterò i battiti e le bocche aperte</p><p>Conterò le attese ed i minuti senza te prima del tuo ritorno</p><p>Conterò i pezzi di pelle ed i lembi dei tessuti che sposterai</p><p>Conterò i giorni che ci vorranno per vederci ancora.<br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-56388448397243306662023-02-10T19:02:00.006+01:002023-02-10T19:24:51.885+01:00Acqua<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtfip2wpL3Gcplp9iyZsOHfOS_JdJUer6HHeFKkfUH_k9LCdt00ymwZTr67l3YKvMt1Stxv3icsfLdiq5GsuYJdKvELlreH5D-CRWj2ZTSOGLOVMqk7c-AFfER6AxFZvRu6omnuXbAPmNH31_bF6rS-1jCytpwmqz5w6TT5VHGOS7FG1lFPVM6YVel/s1800/acqua.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtfip2wpL3Gcplp9iyZsOHfOS_JdJUer6HHeFKkfUH_k9LCdt00ymwZTr67l3YKvMt1Stxv3icsfLdiq5GsuYJdKvELlreH5D-CRWj2ZTSOGLOVMqk7c-AFfER6AxFZvRu6omnuXbAPmNH31_bF6rS-1jCytpwmqz5w6TT5VHGOS7FG1lFPVM6YVel/s320/acqua.jpg" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p>Lavarsi è uno dei gesti che preferisco da sempre.</p><p>Lavarmi mi è indispensabile, un piacere irrinunciabile, non un dovere nè una fissazione, lavarmi è necessario.<br /></p><p>Usare l'acqua per bagnarsi la pelle, allagare gli occhi, strofinare il sapone sulle braccia, grattare la nuca con la schiuma calda, scuotere i capelli sotto lo scroscio liquido, abbandonare i muscoli e le dita alla curva creata dall'onda, inarcare la schiena e seguire l'arco del fluire rapido, è un lusso fra i più grandi.</p><p>Quando il corpo scrocchia di pulito e fresco, quando mi raggiungi con le orecchie bagnate e qualche traccia di sapone, le guance lisce ed umide, per riprendere i baci, quando mi sento pulita, quando mi asciugo forte, quando sgrullo l'acqua dalle vertebre unite in blocchi di male per sentirle liberarsi e respirare da dentro, l'acqua allora mi stupisce di benessere e morbidezza.</p><p>Acqua madre di gocce e spruzzi. <br /></p><p>Lavare qualcuno che amiamo, i miei bambini fra le mani da sollevare sotto le piccole ascelle alate di leggerezza e spingerli, strofinarli, massaggiarli di fresco e profumo, curarci di noi, di loro, amare con gesti lenti oppure movimentati nei giochi estivi di piscine e laghi, lavarsi di notte dopo aver fatto l'amore ed assaporare il freddo che sale addosso sapendo di poter correre a riprendersi il calore, ad addormentarsi in un nuovo codice di abbracci e strette e spinte e trattenute.</p><p>Lavarsi con l'acqua e nuotare in mare, togliersi il sale, liberare la sabbia fra le dita, dare refrigerio alla scottatura del sole, offrire acqua da bere, raccogliere il sudore di una malattia o di una camminata a cuore battente.</p><p>Uno spicchio di sole a gennaio rubato a Roma insieme a due supplì e ad una piazza di vestiti, fiori e spremute e le fontanelle della nostra città svergognata.</p><p>L'acqua addosso che preme e cinge, l'acqua in faccia che sveglia e deterge.</p><p>L'acqua che diluisce il sangue e la morsa al ventre. <br /></p><p>Lavare ancora lavare.<br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-65424411890770527322023-01-30T19:27:00.002+01:002023-01-30T19:31:59.919+01:00I giocolieri<p> </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVxgs-rfI8hjL_jt1YLeOaMLSAB7YynpOlC-X5UVRcoZ6e05352kS32VW-cf3RKkeDbqRSBsxzBys3phau2xjwSYspHNqO97zya3yzlGMoDWPSpfKXiHtxcPFReOqMqxtTW-jFD4_FswBjW0tywIaoNETxYi-ZvDk6F5Ue2WzEqdS_I3y88ciEq1ZV/s225/giocoliere.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVxgs-rfI8hjL_jt1YLeOaMLSAB7YynpOlC-X5UVRcoZ6e05352kS32VW-cf3RKkeDbqRSBsxzBys3phau2xjwSYspHNqO97zya3yzlGMoDWPSpfKXiHtxcPFReOqMqxtTW-jFD4_FswBjW0tywIaoNETxYi-ZvDk6F5Ue2WzEqdS_I3y88ciEq1ZV/s1600/giocoliere.jpg" width="225" /></a></div><br />Amare è un'arte da pazzi, un fenomeno da giocolieri.<p></p><p>Amare è funambolismo sopra ai giorni.</p><p>Continuare ad amare qualcuno è un'allucinazione liquida che scivola dentro sogni e movimenti nascosti.</p><p>Svegliarsi basculando per un ricordo che ci ha agganciato un fianco, arpionandoci ad una nuova mattina.</p><p>Sdraiati appesi e solitari come tronchi di legno trascinati dalla corrente del fiume, aggrovigliati come capelli, appigliati alla pelle, al respiro, zitti dopo tanto parlare.</p><p>Due stanno così, ritrovandosi in un laccio elastico a boomerang, restano.</p><p>Due se ne vanno, si allontanano, tacciono per mantenersi inchiodati al desiderio.</p><p>La febbre del Covid bagna i seni, la pancia, il collo nel buio insonne ed agitato, di notte lavo mattine per detergerle fresche.<br /></p><p>Rinnoverei il mio corpo con il passaggio della tua pezza fresca di baci e carezze sui capelli, quando a ciocche e ciocche li batti sul cuscino e sulla tua clavicola.</p><p>L'odore di te cercherei negli spazi di guarigione anelata, negli affanni della tosse, nella quiete di un tuo racconto di voce che riempie il luogo mio.</p><p>Movimenti scoordinati di scalci e dolore, spinta folle a respingere quel male a morsa sul muscolo, sulla coscia, sul piede bianco, la schiena curva sempre più curva, strati di male come pelli d'animali sovrapposte e soffocanti a sbiciolarmi un passo.</p><p>L'amore è una roba per i pazzi che dimenticano tutto per non dimenticare neanche un'espressione, neanche uno strappo di quel lasciarsi andare via di nuovo, di quella stanza di tempo analgesico, di quel luogo di conforto e spasmo, di liquido caldo e piacere, di mano prendimela ancora, di dita agganciami, che sono un funambolo senza rete, che giù è spaventoso, tienimi che il vuoto risucchia, che la vertigine della terra ci chiama, l'amore è roba senza un senso fra le contorsioni di mani e piedi di noi vecchi giocolieri.</p><p> </p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-35285352688877056612023-01-17T21:27:00.004+01:002023-01-17T21:27:36.172+01:00Dispersa<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilg0BaoXYPxsR0BWbVkWAnWv6KWpmnXmIVkgOAbxKta0IHIl811PJB-g-T_ubxVK1S9pc8erYnfHEKbU39R85aUKTspOW64AUd2T0WFlau0EB2B2rTjvIEP3P7NeMu7Pjnra4EzdQQbF3WuuLSZ82zR3i6r_qPh4UNc-1THA4_1uB_eN_qNJoF9S1Y/s1200/schiele.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="681" data-original-width="1200" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilg0BaoXYPxsR0BWbVkWAnWv6KWpmnXmIVkgOAbxKta0IHIl811PJB-g-T_ubxVK1S9pc8erYnfHEKbU39R85aUKTspOW64AUd2T0WFlau0EB2B2rTjvIEP3P7NeMu7Pjnra4EzdQQbF3WuuLSZ82zR3i6r_qPh4UNc-1THA4_1uB_eN_qNJoF9S1Y/s320/schiele.webp" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p>Nuclei di dolore mangiano passi e sogni.</p><p>Agitati giorni di grasso caldo e nessuna corsa leggera.</p><p>Le mura di questa casa a chiudere tutto, i miei piedi fra le mani, un'altra fotografia lunghissima dentro al tubo freddo con un camice di carta, ne sono uscite immagini di schiena piegata e braccia deboli.</p><p>I seni sono tondi, pesano di assenza e ricordi, le mattine lunghe che brucio come sigarette che non ho mai fumato.</p><p>Mi avvicino a voi figli in mezzo a lampi di immagini di come eravate, dei movimenti che facevate addosso a me, delle vostre voci cosi mutate da non assomigliarvi, allungo le mani per ritrovarvi ma non ci siete, diventate ogni giorno una cosa diversa dai miei figli, dai bambini che sul tappeto parlavano e rotolavano di facile linguaggio, di parole nostre, di abbracci e progetti piccolissimi, stupefacenti.</p><p>Una nostalgia lacerante, un senso di vuoto tremendo, vi vengo a cercare e torno indietro senza.</p><p>Vi sogno avvinghiati al mio latte, appesi ai mei occhi, un tutt'uno con le mie labbra, carichi di baci di madre.</p><p>Eravamo gioisi, come eravamo belli noi. <br /></p><p>Non volete più neanche una mano fra i capelli, e tutte le mie domande, non cè più posto per le domande, nessuna risposta per me al di là di grugniti e rabbia.</p><p>Immagino la terza bambina mai nata, ora qui con me accanto a questa luce, sette anni ed i capelli da pettinare, una consolazione?Bisogno di una femmina vicino, sensazione di piccola donna per ridere e capirsi?Non pensavo mai al sesso dei miei figli, se maschi o femmine, non ci pensavo mai.</p><p>A quel battito regolare e fiducioso ci penso sempre, al bum di silenzio che è esploso subito dopo, la sala operatoria con le cicogne colorate, le ostetriche abituate a far nascere, le ostetriche abituate ad impedire di nascere.</p><p>Quella posizione sguaiata di lacerazione e vergogna, quelle gambe divaricate sul viso di lei che teneva puntato il piccolo frullatore.</p><p>Salire di sangue e pannoloni, salire sentendo una gamba morta, una bambina lasciata, una storia interrotta subito, tornare a casa senza nessuno accanto, un panino al prosciutto sul letto a mezzanotte.sola.</p><p>Sola. <br /></p><p>"Come ti senti Andrea, perchè piangi?" ho chiesto lunedì al mio paziente.</p><p>"Mi sento disperso".</p><p>Sai Andrea, vorrei consolarti, ti accarezzo i primi dolori a forma di adulto toccandoti i capelli, ti stringo un braccio, diventi ragazzo e vorresti solo restare fra i tuoi giochi ed i tuoi disegni, dentro ai tuoi natali di bambino per non smettere quella gioia innocente e pulita, per non incontrare quelle richieste alle quali non saprai dare una risposta, ma mi sento esattamente come hai detto tu, dispersa.<br /></p><p>Mi sento dispersa dentro una solitudine agghiacciante alla quale credo ogni giorno d'essermi abituata ed alla quale ogni fibra, nervo, muscolo del mio corpo, si ribella raccapricciando altri dolori, mettendo strati su strati di male e groviglio, i dottori non sanno curarmi perchè in fondo come si potrebbe curare tutto questo?</p><p>Il male del vuoto mi asciuga le articolazioni, mi succhia il midollo e mi batte a martello sul calore di pelle e fiato, frantumandoli.</p><p>Mangio per riempire ma resta vuoto e grasso, desolato ed obeso.</p><p>Perdere peso e liberarmi di questi massi, asciugare pancia e cosce, riprendermi vestiti e danze. <br /></p><p>Dispersa come qualcuno che non si ritrova da nessuna parte cercandosi in tondo senza pace.<br /></p><p><br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-43345018028657558472022-11-06T12:39:00.002+01:002022-11-06T13:11:51.654+01:00La piattaforma<p> </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvN7dc0mvR2RPuIGufv5euw3-liHGD6MP89Yf3kseHrhDZFdu9oN-cWGKVI7nw9BsBKogPGodTe4okWJWE0cCD_7PB21b5d5isxPYRp24bdj5FmZXRb2zBGq9Trm8Dz7Fo_Tes2z2iGIFmAFu_B10LAhs7NUiG9QwVvB5cpluCGkz59KrA0rZ1yjkn/s580/mansa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="580" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvN7dc0mvR2RPuIGufv5euw3-liHGD6MP89Yf3kseHrhDZFdu9oN-cWGKVI7nw9BsBKogPGodTe4okWJWE0cCD_7PB21b5d5isxPYRp24bdj5FmZXRb2zBGq9Trm8Dz7Fo_Tes2z2iGIFmAFu_B10LAhs7NUiG9QwVvB5cpluCGkz59KrA0rZ1yjkn/s320/mansa.jpg" width="290" /></a></div><br />Sulla panchina mi sedevo con un sospiro, guardavo i miei figli giocare con i loro amici dentro a stagioni diverse di foglie e sassi, di vento e caldo, di quasi natale e nuvole grigie.<p></p><p>Seduta sentivo fluire via tutto l'amore che avevo provato e rientrare quello nuovo, purificato, come sangue sporco che arriva ai polmoni e ne esce ossigenato, fresco e vivo.</p><p>Tutto l'amore mi abbandonava, tutto l'amore mi riprendeva.</p><p>La striscia della resistenza dei suoi peli sul petto.</p><p>La traccia odorosa del mio sangue sul suo ombelico.</p><p>Nessun dolore, lo sguardo che si libera, i pesi che momentaneamente si scaricano ai piedi di quella porticina, la testa rovesciata sul cuscino troppo alto, gli occhi aperti a prendermi tutto, gli occhi chiusi a sentire tutto.</p><p>Il caffè si lascia sorseggiare ormai freddo, lungo tutto l'arco del tempo, facendo pellicola, ricevendo vibrazioni dal comodino accanto a noi, le nostre.</p><p>L'abbraccio intrecciato, la testa sul suo petto e sentirci la sua voce rimbombarci dentro, qualsiasi discorso, qualunque delle sue parole, anzi proprio le sue.</p><p>Riprendiamo le cose, ripieghiamo i vestiti, arrotoliamo il giornale, è autunno, tra poco avremo freddo, tra poco ci scalderemo, andare via gela le caviglie nella discesa, uscire alla luce ferisce le pupille.</p><p>Dentro ci lasciamo tracce di musica e pieghe bianche di cotone ruvido, respiri e capriole di desiderio e risate, molliche e profumo di cioccolata forte, seme e sudore.</p><p>Guardami, non con quella faccia, ho questa, cambiala, sorridimi, ora non posso.<br /></p><p>Andiamo, è tardi, non ho mai fretta qui con te, non vado mai di corsa quando voglio restare.</p><p>Vai, ingrana una marcia, è ancora dolce l'aria, non pizzica addosso.</p><p>Ora restaci con questa impronta addosso e sentila in ogni movimento, in ogni attacco di rabbia contro qualcun'altro, ora camminaci con questa impronta sulla pelle e sullo sterno, fai dei passi, addormentati, anestetizzati, non sognarla che preme di più, respira con questa stretta che via via diventa più fredda e lontana.</p><p> Ora preparati a starci senza di nuovo.</p><p>La piattaforma girevole ci porterà a camminare lontano, per finirci nuovamente addosso, grazie alla forza centripeta dei nostri abbracci. <br /></p><p>Quanto amore. </p><p> </p><p><br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-12650334045539415932022-10-09T21:35:00.001+02:002022-10-09T21:35:14.323+02:00Ricorrenze<p> </p><p> </p><p> Io, da sempre, con te accanto, sono come quando il Ferragosto capita di domenica: una festività </p><p>soppressa.</p><p> </p><p> </p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg20nYie0oHivxqGT1_1eO7sB2ZfPawhXTAPzx8LesqE-2eNOev4eLoMnaJzdVOq6qjtDTwBn63BVAJOlyBlovmEostmLym-WioNZRhRIG_mPDFYLwRRXjTwuzFM-71seFW0cte7j54Qob3_EIylHN1gtWJARJ3i5Du71jyx_6vh5OW9hVypx2EusIl/s1300/agosto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="956" data-original-width="1300" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg20nYie0oHivxqGT1_1eO7sB2ZfPawhXTAPzx8LesqE-2eNOev4eLoMnaJzdVOq6qjtDTwBn63BVAJOlyBlovmEostmLym-WioNZRhRIG_mPDFYLwRRXjTwuzFM-71seFW0cte7j54Qob3_EIylHN1gtWJARJ3i5Du71jyx_6vh5OW9hVypx2EusIl/s320/agosto.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-38962923395177814762022-09-26T14:59:00.003+02:002022-09-26T15:09:37.180+02:00Spessore<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0tQfLBdoktTUA7UwIbmgaApftht-cxCvN9A5cRw-wnNgu4t6W0s1b8HLxhOypd__I03pS2UG8qLGgTI7dbRtcS1H-PMQj0d5kheY8XDuug1eKw2o6Aq_S3EHL6kHRN9d7JxC3GWPC14aXJZJEp5kuN8Gubv0tCe9ykQ3eG-6N28gTUh4BubvXMtkH/s1080/comodino.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0tQfLBdoktTUA7UwIbmgaApftht-cxCvN9A5cRw-wnNgu4t6W0s1b8HLxhOypd__I03pS2UG8qLGgTI7dbRtcS1H-PMQj0d5kheY8XDuug1eKw2o6Aq_S3EHL6kHRN9d7JxC3GWPC14aXJZJEp5kuN8Gubv0tCe9ykQ3eG-6N28gTUh4BubvXMtkH/s320/comodino.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p>Postura antalgica di spalle chiuse e petto curvo, di spessore anestetico nutro la mia carne con infusione ininterrotta ed aghi profondi.<br /></p><p>Attutire il suono, spegnere il fragore, abbassare la frequenza del battito, ridurre i respiri, tamponare il sudore, bloccare il sangue in uscita.</p><p>Arginare il tonfo vitale di ciò che vedo, di quello che prendo, ammorbidire il tatto, appiattire la discriminazione sottile, rendere grossolana e leggera la percezione, abbassare il volume, socchiudere lo sguardo, sovrapporre le ciglia al cristallino, fare ombra sulla testa calda di sole.</p><p>Lo spessore anestetico si splama sulle mie terminazioni nervose,avvolge le scosse, inguaina il dolore, intontisce la gioia, svuota l'entusiasmo, mi soffia sulla faccia, mi allontana da persone e strade.</p><p>Il corpo mi ingombra, i miei seni sono freddi e pieni, la mia pancia pallida e gravida di assenza, le notti piene di sogni e risvegli solitari, cuscini spinti,e finestre nuovamente chiuse.</p><p>Caffè amari ed affacci grigi. </p><p>Non mi aspetto più le guarigioni.<br /></p><p>Le spalle di nuovo coperte, la pelle toccata dalla mia sola pelle, il mio profumo annusato dal mio solo odore, le pagine dei libri si affastellano come i giorni e non è stata estate e non sarà autunno.</p><p>E' tempo piegato ad andare avanti a quattro zampe come sulla cresta della montagna in quei giorni di vento e neve ghiacciata, senza stare dritti, senza aprire le braccia, senza accogliere nè trovare, senza sorprese nè calore, braccia empie e colpevoli di macchie irreparabili, la ricerca d'amore, il desiderio dell'abbraccio, la gioia dell'attesa e della preparazione, il linguaggio segreto, i racconti accavallati, gli spezzoni lasciati monchi.</p><p>Lo spessore come cuscinetto sugli angoli per evitare i bernoccoli, e le altalene con l'imbraco, gli spigoli con l'imbottitura.</p><p>Lo spazio intorno a me con candele, buio e tende per attutire il male, la posizione tipica di quando si sta nel ventre, con ginocchia addosso e pugni chiusi, la musica come tappeto di passi per scongiurare distorsioni, cadute e fasciature, acuti spilli e strappi di muscoli eccessivi, visite ed antidolorifici, labbra morse dal dolore, un grido trattenuto<br /></p><p>Stampelle per condurre e calze profumate, ripescate dalle profondità dei cassetti taciuti.</p><p>Un'estate senza mare, senza nuotate, senza valigie pensate, mucchi di panni lanciati e costumi asciutti.</p><p>Chicchi d'uva e frutta fredda per dissetare quattro mesi di sole feroce ed osceno.</p><p>La disidratazione di ogni sguardo secco come di foglia. <br /></p><p>Spessore di mollezza e di protezione, poca poesia nei tramonti d'albicocca sui calanchi sabbiosi lungo il percorso verso l'ospedale, poche righe su un'agenda a gocce, troppo piccola, troppo vuota, troppo distratta.</p><p>Una distanza stordente fra me e lo stare al mondo, un'astenia scivolosa, il procrastinare di voglie e mete.</p><p>Vorrei vendemmiare.<br /></p><p><br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-33652092108419669432022-09-18T21:51:00.011+02:002022-09-26T14:02:10.206+02:00Vicini<p>Stavo lavando i piatti come li lavo sempre: con fastidio e noia, detesto lavare i piatti, detesto anche stirare, ma se da un lato posso scegliere di non stirare, dall'altro non posso fare altrettanto con piatti, posate, pentole, bicchieri unti e rimasugli di cibo, devo affrontarli per forza.<br /></p><p>Lavavo i piatti con la consueta fretta e l'irrefrenabile voglia di correre a fare altro, quando ho visto con la coda dell'occhio, una giovane coppia uscire sul balcone di fronte al mio.</p><p>L'appartamento dal quale la giovane coppia si affacciava, è in fase di ristrutturazione dall'inizio dell'estate, martellate, colpi, imbianchini, scale, mattoni, sacchi di calcinacci ed il solito repertorio che abbiamo affrontato tutti noi almeno una volta nella vita di questi palazzi.</p><p>Non avevo mai visto i futuri abitanti dell'appartamento di fronte, ho spento l'acqua, asciugato le mani e mi sono voltata a guardarli.</p><p>Erano giovani, sorridevano, si abbracciavano e parlavano fitto fitto, si guardavano intorno, li ho visti immaginare la loro vita insieme, il loro futuro da quell'affaccio, il loro sguardo comune da quel punto di vista.</p><p>Dietro di loro c'erano i muratori, l'idraulico, l'elettricista che di tanto in tanto li chiamavano per chiedere specifiche di un allaccio, preferenze di un colore, eventuali spostamenti desiderati.</p><p>I giovani ragazzi sono rientrati quasi subito in casa, dopo essersi dati un bacio fugace e distratto, come sono belli i baci, che lusso darsene tanti da poterli persino dimenticare, che regalo potersi baciare senza tempo, senza limite, senza pensieri.</p><p>Il balcone di fronte è rimasto vuoto, le portefinestre aperte, le voci della giovane coppia passeggiavano dentro la casa che ancora non era una casa, calpestando polvere e calce, pezzi di cartone e teli trasparenti.</p><p>Quel balcone vedrà piante, fiorellini in vaso, diluvi e notti estive roventi, amici invitati alle prime cene per inaugurare la nuova casa, persone che usciranno a prendere una boccata d'aria ed a bere un bicchiere di vino fresco.</p><p>Su quel balcone i ragazzi andranno a fumare nelle domeniche in famiglia, dopo le paste, prima del caffè, stenderanno felpe e mutande, costumi ed accappatoi, microtutine da bimbo e bavaglini colorati, perchè tutti regalano i bavaglini, non sono mai troppi i bavaglini colorati, te ne ritrovi a centinaia nei primi due anni.<br /></p><p>Davanti all'acquaio pieno di schiuma, ho sentito invadermi una sensazione di gioia immensa, una gioia che assolutamente non mi apparteneva, l'ho come riconosciuta, annusata, sentita nell'aria, l'ho percepita nettamente, è stato come assistere alla gioia generale dello stare al mondo, è stato come guardare altri esseri umani felici di essere vivi.</p><p>Ho pensato a quell'entusiasmo che conoscevo bene, all'odore che aveva, a come lo sentivo attraversarmi i muscoli tanto tempo fa, mi sono ricordata dell'energia di quelle mattine, del senso di gratitudine che mi faceva fremere, ho pensato alla stanchezza atroce degli ultimi tempi, al mio modo di trascinarmi nei giorni, nel traffico, nel lavoro, nelle malattie di tutti, ho capito d'improvviso che a loro due doveva ancora succedere tutto.</p><p>Mi sono seduta sul divano con lo strofinaccio ancora fra le mani, mi è venuto in mente il nostro balcone durante i primi anni: era simile a quello dei vicini che avevo alla mia destra ,vicini arrivati da più di un anno, con due bambini, quattro biciclette, i vasi colmi di foglie e fiori ed il barbecue elettrico supertecnologico, mi sono ricordata del mio balcone di anni fa, quello che curavo con gioia, avevo smesso di farlo da un pezzo, chissà quando precisamente, chissà quanti mesi avevano impiegato le mie piante a morire, i miei vasi a rompersi, gli stracci ad accumularsi, ora restavano solo due piante di basilico ed una spruzzata di quadrifogli testardi che annaffiavo la mattina con i bicchieri della colazione.<br /></p><p>Ho guardato il salone accanto a me, il divano, le serrande della cucina, le crepe, le sbucciature delle ante, le nostre fotografie sul frigorifero, la nuova camera dei ragazzi che non erano in casa con me, ho spinto lo sguardo verso l'ingresso, dove confluivano le camere da letto ed i bagni, le notti, gli abbracci, le liti, le delusioni, i pianti, i Natali, i compleanni, le infinite notti da sola, la bambina mai nata e bum bum bum il suo battito che si era spento dentro le mie orecchie, i dolori, le pasticche, i giochi sul tappeto, le febbri e le ninne nanne, i temporali e le zanzare, le candele, i quadri, i regali sotto l'albero, i pianti di notte e le risate ballando, i calzini antiscivolo che i miei figli non volevano più anche se era già settembre ed io a settembre avevo sempre comprato i calzini antiscivolo per loro, i pigiami nuovi a maniche lunghe, dei nuovi libri da leggere insieme con la luce delle abatjour, ora no, non potevo farlo più, niente calzini antiscivolo nè fiabe della buonanotte.</p><p>Mi sono alzata, ho riacceso l'acqua, ho ripreso a lavare i piatti.</p><p>Mi era già successo tutto ed i piatti erano sporchissimi.<br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimqGihGiYwqf_RkNRcXDAaZTn2MKiUzCCNyYSYHj9wvclbSnOze4Qgc3_Wef3voWXr1WFDcvxzwUin4JhZ4FKudJZytHd_H94YzTH6s9CFWXnMAiPO_BG7u1wnmgXRkfSUaz7UkDERKESKznpq_Ef_GYkagZf7jpjOK0MDEF-jA3NsYMlZqsaPNuQE/s4000/IMG_20220918_203248_edit_500332089088755.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2932" data-original-width="4000" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimqGihGiYwqf_RkNRcXDAaZTn2MKiUzCCNyYSYHj9wvclbSnOze4Qgc3_Wef3voWXr1WFDcvxzwUin4JhZ4FKudJZytHd_H94YzTH6s9CFWXnMAiPO_BG7u1wnmgXRkfSUaz7UkDERKESKznpq_Ef_GYkagZf7jpjOK0MDEF-jA3NsYMlZqsaPNuQE/s320/IMG_20220918_203248_edit_500332089088755.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-75726543533257945772022-07-29T19:39:00.002+02:002022-07-30T11:43:34.344+02:00Azioni<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4wSifrYmQa4q7OLkK0IARHbLk40fuDE_ByNm9c0jVGpNQl7oWVafDwGqhh9I42hZM0rK9kKHz9I4T3xJXuKvSpN2tu0gk0KRu4Fp7kyAhbM4kreUaOd7dvZdpCHYOimQ01j_C1xm8TJL6Lj7NDnfkviqsdULD1hYWiB8ak-STYzT-k8YyZrCuwmva/s1080/Screenshot_20220718_223013(2).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="736" data-original-width="1080" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4wSifrYmQa4q7OLkK0IARHbLk40fuDE_ByNm9c0jVGpNQl7oWVafDwGqhh9I42hZM0rK9kKHz9I4T3xJXuKvSpN2tu0gk0KRu4Fp7kyAhbM4kreUaOd7dvZdpCHYOimQ01j_C1xm8TJL6Lj7NDnfkviqsdULD1hYWiB8ak-STYzT-k8YyZrCuwmva/s320/Screenshot_20220718_223013(2).jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p>Ho mangiato ed ho mangiato ancora, non era fame.</p><p>Ho dormito tutta la notte e parte del giorno dopo, per numerose volte, per mesi interi, non era sonno.</p><p>Ho letto tre libri, non li stavo leggendo, gli occhi si arrampicavano sulle pagine.</p><p>Ho fatto un piccolo viaggio, non sapevo dove mi trovassi.</p><p>Ho bevuto borracce di acqua fresca per questo grande caldo, non era sete.</p><p>Ho camminato di sera, non contavo i passi.</p><p>Ho guardato dei film, non li ricordo.</p><p>Mi sono lavata i capelli, non brillavano, non profumavano, erano puliti e basta.</p><p>Ho fatto delle visite mediche, non ero preoccupata per la mia salute.</p><p>Ho effettuato dei trattamenti sul mio corpo, non mi stavo prendendo cura di me.</p><p>Ho scattato delle fotografie, erano fuori fuoco.<br /></p><p>Ho cercato l'aria, non erano respiri efficaci, restavo senza ossigeno.</p><p>Ho sognato, non ricordo quasi nulla.</p><p>Ho cucinato, ma erano piatti di cibo.</p><p>Ho riso, non mi divertiva.</p><p>Ho lavorato, di fronte alla stanchezza.</p><p>Ho avuto tanti cicli di sangue inaspettato, non mi riguardava, lo pulivo.</p><p>Ho desiderato, non avevo voglia. </p><p>Mi sono vestita, mi stavo solo coprendo.<br /></p><p>Non ho più pianto, gli occhi sono asciutti come foglie accartocciate senza linfa.</p><p><br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-6808217441306845852022-06-18T12:17:00.002+02:002022-06-18T12:43:55.258+02:00Ode al mio farmacista<p style="margin-bottom: 0cm;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLs83A4Aa5KrSaYGsltHAfxZQPyyGaJYDB8-JmJBJ0MwtG95UV1nkfSdc8spD74b74UqWNA-HK3Hld7dg6-daaxYV1L4Nl8wpfoghdFiZ8lYMLBOgwhQHH2izYOShRsp7bh1OM7BBltDlkhUeablO371Qb_zxuaSxICBVmDR69vEnhvthheHJDuOwj/s232/farma.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="232" data-original-width="217" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLs83A4Aa5KrSaYGsltHAfxZQPyyGaJYDB8-JmJBJ0MwtG95UV1nkfSdc8spD74b74UqWNA-HK3Hld7dg6-daaxYV1L4Nl8wpfoghdFiZ8lYMLBOgwhQHH2izYOShRsp7bh1OM7BBltDlkhUeablO371Qb_zxuaSxICBVmDR69vEnhvthheHJDuOwj/s1600/farma.jpg" width="217" /></a></div><br /><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai vista entrare piegata in due dal
dolore della cistite da luna di miele con 40 gradi all'ombra
ed implorarti per un Monuril bustine senza ricetta più di una volta, mi hai vista arrivare con le camicette bagnate di latte
ed i figli piccoli appesi come cuccioli di scimpanzè, per chiederti
tachipirine, Nurofen, consigli, ghiaccio secco, Rocefin per le loro broncopolmoniti.
</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai guardata vagare smarrita fra i
reparti a cercare sollievo da una premenopausa pazza e quando ti sei
avvicinato per dirmi:”ma sei giovane per questi prodotti per la
menopausa, non prenderli”, io ti ho risposto qualcosa tipo:”fatti
i cazzi tuoi sto male, che ne sai tu che sei governato solo dal testosterone, lo sai cosa stanno facendo i miei estrogeni ora eh?!”</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">E' successa più o meno la stessa cosa
quando cercavo cose dal nome assurdo come:”Vagostabil, buonumor,
serenil, stotranquil, dormobuono, parasimpatic-off”, sorridevi e mi dicevi:”sicura
che te lo debbo ordinare?”</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">“ho detto di si!smettila di fare
domande!non vedi che ho una crisi vagale?”</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai vista spenta, pallida, emaciata, stanca e dolorante, mi hai vista truccata, pettinata, con i tacchi ed il vestito bello correre verso chissà quale posto.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Notavi subito il mio stato d'animo e quando facevo battute amare, ti fermavi a ridere di brutto ed a scuotere la testa, togliendo la fustella dalla scatolina con quella microlama bellissima che portavi nel taschino del camice.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai vista entrare con passo deciso e dirti:"dottore ho un problema", "mi dica" hai risposto,"sto uscendo dal mercato sessuale, ho 46 anni, lo capisci questo?".<br /></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai osservata restare con quel cappello
calcato fino all'occhio quando ero sventrata dalla nevralgia e mi
davi scatole e scatole di Lyrica e poi quel maledetto Tegretol che mi ha stesa definitivamente.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai venduto cerotti su cerotti di
Voltadol, unguenti intrisi di artiglio del diavolo, tintura madre di propoli pura, pomate di calendula,
barattolini per massaggi emollienti, antidepressivo in gocce,
benzodiazepine che va bene anche il generico, Debridat capsule molli, scusami ma ho
di nuovo la pancia strizzata in una morsa.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai consigliata quando ho alzato la maglietta in fila al bancone per mostrarti le bolle che mi
invadevano il corpo e mi toglievano il sonno, hai emesso un suono molto empatico tipo:"lllssssfff" con evidente espressione di dolore, ti sei preoccupato per
le mie amilasi e lipasi in costante impennata, ti sei allarmato per i miei acidi biliari alle
stelle e cercavi di capire perchè mi stesse succedendo e mi sembravi sinceramente preoccupato.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai venduto il test di gravidanza
quando quel pomeriggio te ne chiesi uno che mi dicesse che non era
vero che aspettassi il terzo figlio a due mesi dai quarant'anni, mi
hai dato quello sbagliato, te l'ho detto giorni dopo, fra la nausea, una vomitata ed un pianto disperato, ti ho detto che non avevo neanche un giorno di ritardo ma che i miei seni parlavano chiarissimo.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai consegnato senza fare un fiato, il
Ciproxin per Marco, quando te l'ho chiesto con tutta quella
sicumera:”dammelo subito per favore”</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">“ma ci vuole la prescrizione del
dottore Silvia non sono caramelle!”</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">“guardalo, affacciati, sta in macchina qui di fronte, trema, ha
40 di febbre, il dottore non capisce un cazzo e dice che è la reazione al vaccino, secondo me è in sepsi per qualche batterio urinario, mi muore, sbrigati”.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai aiutata per il farmaco del vaticano che dovrebbe rallentare il micidiale attacco di Basedow sulla mia tiroide, mi hai allungato miorilassanti ed antinfiammatori in punture quando ero, per l'ennensima volta, avviluppata dal dolore.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Hai provato a capire le origini delle mie vertigini dandomi svariati rimedi per poi giungere ad un:" ma perchè non ti iscrivi a yoga?".</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Un giorno, quando mi avete fatto le analisi gratuite, per valutare colesterolo e trigliceridi, hai guardato i miei risultati dicendomi:"ma hai visto che bei valori hai?beata te, io ho il colesterolo a mille".</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Abbiamo riso quando sono entrata con un occhio gonfio e purulento per una congiuntivite batterica che non passava con nulla ed abbiamo scoperto allora di essere nati nello stesso anno e poi la congiuntivite purulenta è passata si, ma all'altro occhio.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Ti guardavo servire i vecchietti con pazienza e tenerezza, tutti gli anziani senza esclusione, loro con quelle mani storte ed i carrelli da mercato con le ruote che si portavano dietro, le bombole di ossigeno ed i pannolini che richiedevano per i compagni di una vita ormai allettati od in fin di vita, ti ho visto tentare di decifrare prescrizioni e di ricomporre pezzetti di scatole di farmaci che ti lanciavano sul bancone, e che ti chiedevano a gran voce, perchè erano stati tanto bene dopo quelle pasticche dotto'.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai vista insofferente e recalcitrante dentro le mascherine negli ultimi due anni, quando, in pieno lockdown, uscivo esclusivamente per venire da te in farmacia, anche il giorno del mio compleanno per scegliermi uno scrub ai sali del mar Morto, scrub con un nome certamente poco incoraggiante durante una pandemia, ma molto profumato.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai consegnato le molecole che hanno alleviato le mie emicranie, i farmaci per contrastare il ciclo emorraggico e la matita per gli occhi waterproof , quella nera che avete davanti alle casse.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai vista a Natale scegliere dei regali confortevoli come olii o creme, impacchi per i capelli od acque profumate per le persone alle quali volevo bene, mi hai venduto le Zigulì alla ciliegia che sono ancora in vendita al solo scopo di ricordarmi che gusto aveva essere una bambina, mi hai dato i farmaci per papà e regalato ai miei figli le lecca lecca all'arancio che avevi in uno scatolone sotto le casse.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Da qualche giorno sei andato via, me lo hai detto a bassa voce qualche tempo prima:"sai, sto per andarmene", e ci sono rimasta così male che mi è caduto il codice fiscale per lo scarico dele spese sanitarie sul 730.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Mi hai confessato che eri stanco, che non stavi più bene lì, che forse i salti nel buio non dovrebbero spaventarci tanto, che in fondo un'altra vita, più lenta e libera, dovremmo cercare di trovarla.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Hai fatto quello che molti di noi sognano e che non hanno il coraggio di fare, ora non ho idea di dove tu sia e di come te la passi, ma sappi che ogni volta che oltrepasso quella porta automatica e la maledetta bilancia chiede a tutto volume:"vuoi sapere il tuo peso idelae?", io non rispondo più:" no che non lo voglio sapere il mio peso idelae, lo so benissimo qual'è il mio peso ideale è che non riesco più a raggiungerlo" perchè non ci sei tu a ridere rumorosamente per questa battuta scema.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Volevo solo chiederti se ti è sceso il colesterolo cattivo e salito quello buono, se sei più felice ora e se sai che persino il paracetamolo, per me, non ha più lo stesso sapore da quando non me lo incarti tu con quella carta velina bianca con le croci verdi sopra.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Stammi bene dottore, manchi anche alla mia cervicobrachialgia. <br /></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p> </p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-35596863517390876002022-06-08T12:21:00.002+02:002022-06-08T12:21:42.566+02:00Al parcheggio<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7-1Vv7kIhNr6HwvElc27J2dnnlWfPd-82AOTNvGgVH6RBSMFW5jPoZywQPM-f_uo4ypw-9Joss75l4jn-Zivs0DYV_tBm7gUOQQafaW1FLmv74jH5MkO_vSdAfs8KFca8WKhKJqcFDIyxWe8JAasHoHAAg9hiAArAT1J8iWPUA6--d2-f6_UmHj4W/s843/occhi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="523" data-original-width="843" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7-1Vv7kIhNr6HwvElc27J2dnnlWfPd-82AOTNvGgVH6RBSMFW5jPoZywQPM-f_uo4ypw-9Joss75l4jn-Zivs0DYV_tBm7gUOQQafaW1FLmv74jH5MkO_vSdAfs8KFca8WKhKJqcFDIyxWe8JAasHoHAAg9hiAArAT1J8iWPUA6--d2-f6_UmHj4W/s320/occhi.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><div><div class="" dir="auto"><div class="ecm0bbzt hv4rvrfc dati1w0a e5nlhep0" data-ad-comet-preview="message" data-ad-preview="message" id="jsc_c_io"><div class="j83agx80 cbu4d94t ew0dbk1b irj2b8pg"><div class="qzhwtbm6 knvmm38d"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh a8c37x1j fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><div class="kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q"><div dir="auto" style="text-align: start;"> </div><div dir="auto" style="text-align: start;">Quando arrivavo e vedevo le vostre macchine già parcheggiate mi veniva sempre una fitta alla bocca dello stomaco, tutte le volte indistintamente, ogni tanto, mentre facevo manovra per parcheggiare anche io, è caduta una lacrima piccola, una lacrima di gioia nel pensarvi fra poco vicine, una lacrima di dispiacere al pensiero della strada che avevate percorso per raggiungere ancora una volta il lavoro, dei figli lasciati presto, dei genitori e dei nonni malati, dei temporali e delle estati roventi.</div><div dir="auto" style="text-align: start;">Mi commuoveva la vostra fatica, i vostri borsoni con i pranzi che per anni abbiamo condiviso, i lunedì perché erano l'inizio ed i venerdì perché erano la fine.</div><div dir="auto" style="text-align: start;">È stato sempre così urgente e non trattenibile, come il bisogno di parlarvi e quello, identico, di ascoltarvi.</div><div dir="auto" style="text-align: start;">Certo, nessuno me lo aveva chiesto è vero, l'amore degli altri non si pretende, ma il mio era spontaneo e pulito, testardo e forse un po' ingenuo, ma non era niente altro, niente di meno.</div><div dir="auto" style="text-align: start;"> </div><div dir="auto" style="text-align: start;">In un mondo in cui: "amore mio tu" significa "sei scopabile", in cui "facciamo dei figli" si traduce in " non starmi vicino", in cui "amica mia" significa escluderti, non considerarti, non appoggiarsi, non sostenere, non condividere la gioia ed alleggerirsi il dolore, io mi sento un burattino con mezza faccia, vuoto e senza petto.</div><div dir="auto" style="text-align: start;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUuBTbGhCrgB5JSn6NEuGPzsQbq5Ctz3Vx0lmUOQt7wAxTJUsYK6YexMQvehV833MnBuhRKk_2sas2h7xhVq6WiYtPRrovgQOMAX3mI7DXihD6NDXUR0DgwRJqH_paQ_MolvwIDhSKBPMq9cpSmdOgNyD-WvpRSeYlUjggAsGhB3In4dLB3ghvsiod/s908/met%C3%A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="908" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUuBTbGhCrgB5JSn6NEuGPzsQbq5Ctz3Vx0lmUOQt7wAxTJUsYK6YexMQvehV833MnBuhRKk_2sas2h7xhVq6WiYtPRrovgQOMAX3mI7DXihD6NDXUR0DgwRJqH_paQ_MolvwIDhSKBPMq9cpSmdOgNyD-WvpRSeYlUjggAsGhB3In4dLB3ghvsiod/s320/met%C3%A0.jpg" width="185" /></a></div><br /><div dir="auto" style="text-align: start;"><br /></div></div></span></div></div></div></div></div>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-75442576700058925012022-05-31T23:10:00.002+02:002022-05-31T23:10:49.491+02:00Con quei piedi<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-LQk-UiVHx23nJU6PGYMsADQrECiFtA0uEnVoBwgVqPX5-X0SX6zRJLqDHW5XRWns4C_WyRHWSh1rb-4Vlr14SaGfiuJ7_jiTfjph8SVhu2uCCo0u46CNtQK4pSuCmfBhLNNoEqgCp17NXlEsBRfXkB4zXMBJx8w_FavBE2bZ5BETgFYYagVcP6ty/s701/arte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="701" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-LQk-UiVHx23nJU6PGYMsADQrECiFtA0uEnVoBwgVqPX5-X0SX6zRJLqDHW5XRWns4C_WyRHWSh1rb-4Vlr14SaGfiuJ7_jiTfjph8SVhu2uCCo0u46CNtQK4pSuCmfBhLNNoEqgCp17NXlEsBRfXkB4zXMBJx8w_FavBE2bZ5BETgFYYagVcP6ty/s320/arte.jpg" width="240" /></a></div><br /> <p></p><p>Mi sentivo morire, lentamente, senza drammi, senza agitazione, sentivo solamente il mio corpo allontanarsi dal mondo, quello che mi avevano insegnato a chiamare realtà, smetteva di appartenermi ed io ne sgusciavo fuori.</p><p>Mi pareva di morire come si nasce:scivolando fuori.</p><p>Le mani ed i piedi ghiacciati, rivoli di sudore sotto i seni caldi, la pancia bagnata, adesa alla maglietta scelta poco prima senza alcuna cura, la maglietta era anzi stata messa addosso e basta dalle mie braccia tremanti come succedeva la mattina ormai.</p><p>Restavo ferma, respiravo malamente, il mondo girava e correva accanto a me, sentivo i suoni della quotidianità in una parte recondita delle mie orecchie, una specie di eco che non mi riguardava, avvertivo quei suoni un pò come succede quando ci si addormenta in spiaggia, in mezzo a tutti, fragore delle onde compreso.</p><p>Il rombo dei motori, il chicchiericcio del mercato, il borbottio dei passanti nei loro cellulari, tutto mi arrivava senza giungermi davvero.</p><p>Restavo ferma e non smettevo di morire senza riprendere veramente a vivere, respiravo ancora, deglutivo e deglutivo, non avevo dolore, c'era un languore, una nostalgia massiccia ma non dirompente, pensavo ai miei bambini piccoli, ai venerdì passati con loro senza separarci mai, dalla mattina presto fino a sera tardi, niente scuola, niente lavoro per me per alcuni, meravigliosi anni.</p><p>C'era una gioia che non ho più provato in quei momenti con i miei bambini piccoli, c'era una pace che non so più che sapore abbia, oggi.</p><p>Mi sentivo andar via e pensavo al loro odore, a quando me li avevano messi addosso appena usciti fuori dalla mia pancia, pensavo piano a quando tornavo a casa e loro non mi lasciavano neanche spogliare, si aggrappavano a me, mi chiamavano, toccavano, chiedevano, e subito mi ritrovavo a terra, con loro a giocare, con loro a ridere, con loro a parlare ed a leggere.</p><p>Ora tornavo a casa la sera e dovevo andare a cercarli, chiusi in camera, pieni delle loro cose da fare, a mala pena mi dicevano "ciao mamma".</p><p>Seduta scomposta ed ansimante, pensavo a com'è brutto il male che disarticola i corpi, li rende ridicoli e brutti, li fa storti, li priva della forza che li mantiene dritti, gli strappa una dignità di postura.</p><p>Non riuscivo a muovermi, non avevo forza di chiedere aiuto, dicendo cosa? chiamando chi?</p><p>Ho spinto gli occhi, mantenendo la testa immobile, verso le mie gambe senza tono ed ho visto i miei piedi, erano pallidi, quasi grigi, lo smalto bordeaux, quando tempo prima avevo messo lo smalto?Non era passato molto, non era passato poco.</p><p>Erano i primi giorni con le scarpe aperte, le prime volte con i sandali presi ad Ostuni.<br /></p><p>Stavo pensando questi pensieri deboli e pensavo che se pensavo ancora non stavo morendo, non ancora.</p><p>Muoio con questi piedi che ho oggi?Smetto di vivere mostrando queste dita, con questo pallore, questo smalto messo da poco o da molto, posso lasciare questa vita assurda mentre i miei figli sono a scuola ed ignorano che io stia finendo così, in mezzo alla strada, accasciata in macchina, con uno sportello aperto per cercare aria da mettere nel naso?Certo che posso morire così, non si sceglie quasi mai come morire.</p><p>Stavo morendo come avevo vissuto negli ultimi venti anni:senza amore, non ero amata come donna, come compagna, non lo ero mai stata, mi faceva orrore tutto questo.<br /></p><p>Posso morire con questi piedi? </p><p>Il sudore copioso iniziava ad asciugarsi, lo sentivo come rientare nella mia pelle, l'acqua che mi aveva inzuppato i seni ed il ventre sembrava seccarsi, sentivo un'ondata di caldo benefico salirmi sulle guance che poco prima erano ghiacciate e grigie, percepivo salire il rossore, quel colore di sole che conoscevo bene, simile a quello che mi accendeva l'amore ed il godimento.</p><p>Posso morire oggi con questi piedi?</p><p>Ho acceso lentamente il motore girando la chiave, ho scostato i capelli dalla fronte, e con quei piedi ho guidato fino a casa.<br /></p><p><br /></p><p><br /></p>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7254443288789519371.post-43442237046747939722022-05-20T12:11:00.002+02:002022-05-20T12:15:33.317+02:00Voti<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimixdaja_CO9UXAvW0lckdXQW14cLJ59gTcE2eCiWfJ8BWQkhDKxdCJcUWsbmZksgV5vQucuVkuCvKNlN_v87SDDlUfWloiOX1RIOHauIyaJklYgqvQhZ9QJeJifWP71FhoqUE6yFYtFZJKZnlCGDP9ISBrqWI2UGm0OUIa5tBpVGQ33QjiXA-1jR8/s573/occhi%20Fili.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="573" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimixdaja_CO9UXAvW0lckdXQW14cLJ59gTcE2eCiWfJ8BWQkhDKxdCJcUWsbmZksgV5vQucuVkuCvKNlN_v87SDDlUfWloiOX1RIOHauIyaJklYgqvQhZ9QJeJifWP71FhoqUE6yFYtFZJKZnlCGDP9ISBrqWI2UGm0OUIa5tBpVGQ33QjiXA-1jR8/s320/occhi%20Fili.jpg" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p>Sala colloqui, interno scuola media, professoressa di Filippo, mi avvicino:</p><p>"finalmente conosco la mamma di Filippo la famosa Silvia!"</p><p>"buongiorno professoressa addirittura famosa?"</p><p>"si si, suo figlio parla spesso di lei chiamandola Silvia, ieri proprio mi ha detto:domani conoscerai Silvia, è forte Silvia prof, ti piacerà"</p><div><div dir="auto"><div class="ecm0bbzt hv4rvrfc dati1w0a e5nlhep0" data-ad-comet-preview="message" data-ad-preview="message" id="jsc_c_gc"><div class="j83agx80 cbu4d94t ew0dbk1b irj2b8pg"><div class="qzhwtbm6 knvmm38d"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh a8c37x1j fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><div class="kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q"><div dir="auto" style="text-align: start;">"sul serio? Che tipo assurdo questo figlio mio"</div><div dir="auto" style="text-align: start;">"volevo dirle innanzitutto che suo figlio è UNA PERSONA che mi ha dato tantissimo, proprio dato nel vero senso della parola, un insegnante da e prende, e lui è stato molto generoso in questo scambio con me, è intelligente, attento.</div><div dir="auto" style="text-align: start;">Filippo è molto divertente, fa spesso scoppiare sia la classe che i professori, a ridere fragorosamente,<br /><span><span class="l9j0dhe7"><div class="n00je7tq arfg74bv qs9ysxi8 k77z8yql i09qtzwb n7fi1qx3 b5wmifdl hzruof5a pmk7jnqg j9ispegn kr520xx4 c5ndavph art1omkt ot9fgl3s" data-visualcompletion="ignore" style="border-radius: 4px; inset: -2px -4px;"></div></span></span> ma lo fa in maniera divergente, con un umorismo non comune, ha un livello di autostima pari a zero e non capisco perché, è discontinuo nello studio ma si prende ogni singola responsabilità quando è il momento, non ha mai fatto la spia, non ha mosso un'accusa verso nessuno anche durante svariati momenti di baruffa in classe, si propone sempre per aiutare e si ferma senza dire bugie quando non è preparato, non si giustifica mai, dice semplicemente:non ho studiato prof, poi recupero, e recupera sul serio, ha un linguaggio molto particolare ed uno sguardo sul mondo che è struggente, io cerco di essere la professoressa che avrei voluto da ragazza e lui è lo studente che avrei voluto da professoressa, se non mi confermassero la cattedra perché sono precaria, lui è uno dei ragazzi che mi dispiacerebbe maggiormente perdere. </div><div dir="auto" style="text-align: start;">Ora le dico i voti Silvia" e fa per aprire il registro.</div><div dir="auto" style="text-align: start;">La fermo con un gesto:"no grazie, ho sentito già tutto".</div></div></span></div></div></div></div></div>silviahttp://www.blogger.com/profile/11514285461046320229noreply@blogger.com0